Era un un uggioso martedì di metà settembre,l'aria cominciava a farsi sempre più fredda e pungente,quasi quanto le gocce di pioggia che scendevano copiose dal cielo.
Loro due erano distanti,si erano divisi,dopo infiniti giorni passati a decidere cosa farne del loro rapporto,non avevano trovato risposta e si erano arresi ormai esausti.
Qualcuno si chiederà perché,
e cosa ci sia di tanto difficile nel decidere se sì o no,rispondendosi automaticamente dando per certo che ci sia qualcosa sotto,o qualcuno in mezzo;ebbene,le uniche cose a dividere fortemente i due erano astratte,non si potevano vedere,nè toccare,nè percepire,ma erano grandi,profonde e taglienti come un dirupo pieno di rovi e di vetri:erano le ansie,le paranoie,le paure,spesso dimostratesi inutili agli occhi altrui,che li distanziavano,li allontanavano e più li sopprimevano di continuo.
Inizialmente avevano dunque pensato di affrontarle insieme,di fonderle per farle diventare una cosa unica,come i loro cuori ormai già mescolati da tempo,così sarebbe stato più semplice dimenticarle,abbandonarle e superarle;cercavano di rimanersi accanto,di consolarsi e coccolarsi a vicenda,di vivere momenti felici e sinceri insieme,ma nulla di questo sembrò funzionare.
La paura di non essere abbastanza,di parlare troppo o troppo poco,di risultare stronzi,di venir trovati penosi e deboli,di dover fare tutto di fretta,di essere la seconda scelta o la scelta sbagliata per tutti,la paura di crollare e di non riuscire più a rialzarsi continuava a picchiettare sulla porta della loro mente sempre con più vigore,fino a sfondarla ed entrare di prepotenza,facendo strage di pensieri positivi,felicità e sintonie.
Così si erano dati per vinti,convincendosi che non erano fatti per stare insieme,per essere una cosa unica.Si erano però comunque,dati appuntamento proprio quel martedì in centro per prendere un caffè insieme,"da amici",ma nessuno dei due si era presentato poiché oltre alla pioggia di paranoie spinose che li colpiva,il fenomeno atmosferico reale persisteva dalla mattina ed entrambi nemmeno si erano accorti di essersi dati buca reciprocamente,nessuno dei due aveva voluto indagare sul perché,quasi come se sapesse già o come se non avesse tutta questa voglia di uscire e di stare insieme.
E invece,si volevano,si volevano forte,si volevano da matti,si perché in fondo erano un po' matti quei due,e quella notte accadde qualcosa di quasi surreale,a poco più di dieci minuti dalla fine di quel famoso martedì,quella marea di paranoie e di acqua si era bloccata,quelle ansie che si scagliavano su di loro come fulmini e tempesta si erano ritirati d'un colpo,e i due avevano corso,avevano corso veloce fino a quel bar dove si sarebbero dovuti incontrare nel pomeriggio e si erano uniti come per magia,erano diventati una cosa sola,ora,sapevano cosa fare di loro stessi e appena si erano ritrovati di nuovo in casa,distrutta anche lei dal l'atmosfera che era regnata lì dentro fino ad allora avevano fatto l'unica cosa della quale non si sarebbero mai stancati,per nessun motivo,amarsi.Ho cercato di utilizzare i pronomi più neutri possibili poiché la storia vuole essere una sorta di trama dietro l'inedito "Tempesta" della band indie-pop italiana rovere,e anche perché ognuno può sentirsene protagonista,spero vi sia piaciuta.
peace out💗
grazie unabellezza_ ,ti amo.
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COME FULMINI E TEMPESTA-one shot
Romancead Elena che mi da la forza tutti i giorni per andare avanti e ai rovere che mi donano un rifugio sempre più solido con le loro canzoni .