capitolo 5

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<ti conviene lasciarla e andartene Liam. Senza la proprietà dei territori, ovviamente> sorrido

<sei ancora tu> dice guardandomi

<esattamente> sparo un colpo in aria

<questo era quello di avvertimento, lasciala> appena la spinge dai miei amici urlo

<ORA> Logan lancia un fumogeno, mi tiro su la bandana che avevo al collo

<addio Liam> affermo per poi attraversare di nuovo il tunnel e andare alla moto di corsa. Metto il casco, monto e parto. All'incrocio mi affiancano le due macchine, sorrido vittoriosa, mi piego in avanti e accelero sfrecciando verso il raduno. Metto la moto al solito posto, tolgo il casco e vado dai ragazzi.

<ottima interpretazione, voi novellini avete avuto un gran coraggio a portare la missione a termine, siete ammessi>

<possiamo sapere la tua identità?> chiedono, io rido.

<no, non la saprete mai. Comunque state certi che non mi conoscete nella vita reale mi avreste già notata no?>

<si hai ragione> dice mio fratello.

<Logan! La tengo io nella moto la mia pistola, okay?>

<si, certo. Ci vediamo domani sera> annuisco. Vado verso la moto, vado a casa; mi strucco, mi metto il pigiama e mi butto sul letto.

<ho voglia di latte!> dico tra me e me, mi alzo appoggiando i piedi nudi sul freddo pavimento mentre vado verso il frigo; prendo un bicchiere, lo riempio di latte e lo bevo. Che serata, l'adrenalina era a mille, avevo la sensazione di poter fare tutto, di non avere limiti, mi ha ricordato il mio passato, io e Liam...Re e Regina del black ring, finche lui non ha deciso di andare nel gruppo di suo fratello. Non ho avuto scelta, l'ho mollato anche se era l'ultima cosa che avrei voluto fare; da quel momento iniziarono i dispetti tra gang rivali. Maledico il giorno nel quale ci siamo sfidati, maledico il giorno in cui ho incrociato per la prima volta il suo sguardo, sarebbe stato più facile, saremmo stati semplicemente i capi estranei di due gang...ma non è andata così quindi è inutile rimuginarci sopra. Appoggio il bicchiere vuoto nel lavello, mi giro e vedo Ethan che mi sta guardando appoggiato allo stipite della porta, sussulto leggermente per lo spavento.

<ma c-che fai?>

<tuo fratello è da Roxane>

<allora che ci fai tu qua?> si avvicina lentamente a me che sono appoggiata al frigo, appoggia una mano dietro di me e l'altra sulla vita, tirandomi a se.

<sei ubriaco?> gli chiedo mettendo da parte la finta timidezza,

<no, non ho bevuto>

<allora cosa stai facendo?> gli chiedo con sufficienza

<non sei mica timida...>

<sai com'è, con gli idioti faccio un'eccezione> ride di gusto e io mi faccio contagiare dalla sua bellissima risata.

<allora cosa pensi di fare?> chiedo, si avvicina alle mie labbra, siamo così vicini che i nostri nasi si sfiorano, i brividi viaggiano senza contegno su e giù per la spina dorsale; si avvicina ancora un po', ma che cosa sto facendo, non è tanto cosa, ho diciassette anni, ma con chi! Lo allontano con uno spintone e gli do uno schiaffo sulla guancia destra lasciandogli il segno delle cinque dita.

<mi spieghi che cazzo stai facendo? Ve le faccio passare tutte ma questa no, è stata una serata schifosa e direi che abbiamo chiuso in bellezza> dico più a me stessa che a lui

<cosa hai fatto stasera?> merda, ripenso a quello che ho detto, mi invento una scusa, ne pesco una a caso;

<è morto il mio personaggio preferito in una serie tv> lui ride, come scusa è piuttosto stupida però sembra reggere...

<perché ridi?>

<non sei timida, fingi a scuola o fingi ora?> mi chiede, sgrano gli occhi

<i-io...s-scusa> dico abbassando il capo. Lui pensa che io l'abbia fatto per l'imbarazzo, ma la verità è che non voglio fargli capire che non credo neanche io in quello che ho detto.

<capisco, vuoi assomigliare a Megan>

<questo è troppo! vi sopporto tutti i santi giorni e cosa ottengo? Il confronto con quella...quella...quell'oca?! Mi prendete in giro?> sorrido frustrata dalla sua affermazione, sospiro e mi affretto ad aggiungere

<sono stanca, ci vediamo domani> questa doppia faccia mi sta facendo impazzire, il mio vero carattere mi spinge a mandare al diavolo tutti e tutto ma non posso per il bene della mia famiglia. Per vedermi crollare i Diabli farebbero di tutto. Chiudo la porta della camera e mi butto sul letto, domani è solo mercoledì e devo stare attenta a una possibile vendetta del mio terribile ex, beh perfetto, cosa potrebbe andare storto? Chiudo gli occhi, non riesco a dormire, per quanto possa rotolarmi nel letto non ci riesco, metto un paio di jeans neri, una felpa larga grigia con il cappuccio, le all stars nere, prendo le chiavi della moto ed esco di casa molto silenziosamente. Apro il garage, metto il casco, salgo sulla moto, esco dal garage che poi chiudo. Esco lentamente dal vialetto di casa per poi accelerare, passo attraverso la città, tra le macchine, le luci che si accendono e che si spengono degli appartamenti oppure degli uffici, le insegne pubblicitarie, giovani che escono dai bar ubriachi marci. Dopo poco svolto a destra, imbocco un paio di vie finche non mi ritrovo su una collinetta. Tutte le volte che devo pensare o stare un po' da sola vengo qua; non mi trova mai nessuno. C'è un salice piangente con un altalena attaccata ad uno dei rami più bassi, è stata costruita con due corde e il copertone di una ruota di un'automobile; da qua si vedono tutte le lucine della nostra città, che si perdono nell'orizzonte laddove il cielo e la terra si incontrano. Scendo dalla moto, la spengo, tolgo il casco, mi siedo sull'altalena, mettendo gli auricolari che ho sempre con me, alzo il volume della musica e guardo l'orizzonte, la fresca aria primaverile mi avvolge completamente, ogni tanto qualche brivido mi percorre il corpo mentre il sole sta per sorgere tingendo il cielo di un rosa tenue che si trasforma pian piano in un rosso acceso sulla linea dell'orizzonte. Prende sfumature sempre più chiare fino a diventare azzurre, come tutti i giorni. Mi lascio cullare dal vento, mi dimentico di tutto, chiudo gli occhi e inspiro, una sensazione di leggerezza si impossessa della mia mente, facendomi scordare di tutto, tutto quello che sono costretta ad essere a scuola. Salto due metri per lo spavento quando sento la suoneria del cellulare rimbombarmi nelle orecchie interrompendo la dolce melodia della musica, estraggo il telefono dalla tasca, striscio il dito sul display e rispondo

<pronto?>

<dove cazzo sei? Tuo fratello è incazzatissimo> risponde furioso Ethan

<sono da Mary> mento spudoratamente,

<h-ho un po' di mal di testa, entro alla seconda ora> mi attacca il telefono in faccia, merda, salgo sulla moto tornando a casa, mi metto vicino al cancello, così da poter vedere quando escono. Ecco Megan seguita dagli altri, tengo il casco per sicurezza, Roxane mi vede, mi scruta per un paio di secondi poi urla

<BAD GIRL> indicandomi, ma non può stare zitta una volta ogni tanto? Mio fratello si gira e mi viene in contro

<non ho bisogno di voi smammate> gli dico fredda

<allora che fai qui?>

<aspettavo tua sorella> gli dico, spalanca gli occhi, Megan e Roxane stanno per svenire

<perché?>

<non sono spiegazioni che devo dare a te, vattene>

<stasera voglio gareggiare contro di te per batterti> annuisco e lui se ne va, salgono in macchina e vanno via. Parcheggio la moto, levo il casco ed entro in casa di corsa, mi cambio e corro verso scuola dopo aver chiuso a chiave il garage e la mia camera. Entro in classe in orario per la prima ora. Come aveva detto ieri Liam non è a scuola, tutto sommato la giornata scolastica passa abbastanza velocemente, quella di scienze mi ha interrogata e ho preso otto, modestamente sino un piccolo genio.

Bad GirlDove le storie prendono vita. Scoprilo ora