Quando il Tempo si Ferma

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Correva, correva su e giù per le scale come le piaceva tanto fare sin da piccola. Fece un salto dal terz'ultimo gradino e in men che non si dica atterrò al piano terra.
Poggiò la mano sulla parete, tappezzata di infinite polaroid, incorniciate, che avevano fermato tanti piccoli momenti. Ricominciò a correre muovendo su e giù la mano sulla parete formando quasi delle onde.
Distratta dalla propria felicità, involontariamente, colpì proprio un piccolo quadretto che, inevitabilmente, cadde a terra. Il vetro si ruppe in mille pezzi e la cornice, ormai aperta lasciò scivolare via una delle foto preferite della mamma.
"Tesoro!" Macarena si affacciò subito sul corridoio, dove la bambina si era inginocchiata davanti a quel pezzo di ricordo che sembrava aver rivelato fin troppo di quell'immagine.
"Stai bene amore?" Chiese piegandosi vicino a sua figlia e controllandola, quasi ossessivamente, per paura che si fosse ferita.
"Mi dispiace mamma! Scusami tanto. Non volevo, stavo solo giocando. Ho fatto cadere una delle tue foto preferite" disse la bimba con le lacrime agli occhi.
Macarena la abbracciò "Tranquilla tesoro mio, possiamo comprare un'altra cornice" la informò la bionda per poi voltarsi finalmente verso la foto che era caduta.
Macarena sentì un tuffo al cuore quando vide quella foto: rappresentava lei stessa, di spalle, che guardava il camper. Quel maledetto camper. La prese e la guardò per un istante. Poi cominciò a cercare qualcos'altro tra quei pezzi di vetro, incurante del fatto che potesse farsi male.
"Mamma..." sentì dire.
Macarena quasi non sentì, doveva trovare assolutamente quello che cercava.
"Chi è questa donna?" Chiese poi.
Macarena strabuzzò gli occhi e poi guardò sua figlia che teneva in mano proprio quello che stava cercando. Un'altra polaroid. Quella polaroid.
Era una cosa che non aveva mai confessato a nessuno. Quando cominciò ad incorniciare tutti gli scatti che faceva decise di non incorniciare quella foto in bella vista. Per lei era troppo preziosa per condividerla con altri. Era l'unico vero ricordo che aveva di lei. Della sua Zulema. Per questo decise di nasconderla nella stessa cornice di quella foto che la rappresentava da sola, davanti al camper. Proprio come Zulema l'aveva lasciata. Era una delle sue preferite perchè sapeva il segreto dietro quella foto. Un ricordo nascosto dietro un altro ricordo.

*click*
Sentì il rumore della fotocamera istantanea dietro le sue spalle e subito si voltò, trovando una Zulema divertita dietro di sè, mentre sventolava il risultato del suo scatto.
"Ma che cazzo fai?!" Chiese Macarena alterata.
"Avevi una faccia davvero buffa bionda, non potevo non immortalare questo momento" le rispose Zulema ridendo.
"Da' qua" disse la bionda, avanzando a grandi passi verso la bruna.
"Non credo proprio" ribatté Zulema alzando il braccio, in modo che Macarena non potesse arrivare a prendere la polaroid.
La bionda alzò gli occhi al cielo incrociando le braccia.
Zulema alzò lo sguardo verso la polaroid per vedere lo scatto che aveva fatto.
"Sono davvero brava, è una foto... poetica" osservò Zulema, abbassando la foto per porgerle a Macarena che gliela strappò letteralmente dalle mani.
"La modestia te l'hanno data alla nascita o l'hai acquisita con il tempo?" Chiese la bionda che finalmente poté osservare l'operato. Doveva ammettere che lo scatto era effettivamente molto bello. Come aveva detto lei aveva quel non so che di poetico. Lei, davanti a quel camper, che in quegli ultimi due anni aveva visto tante cose che non avrebbe potuto raccontare. Aveva visto nascere quel rapporto, tra lei e Zulema, che pian piano si era rivelato speciale. Quell'odio così radicato di una volta aveva lasciato spazio a qualcosa di indefinito. Qualcosa che nemmeno loro capivano. O non volevano capire. Quel dolore che si erano fatte a vicenda, tutto quello che avevano vissuto in carcere sembrava ormai appartenere ad un'altra vita.
"Ti piace?" Chiese improvvisamente Zulema, avvicinatasi all'orecchio di Macarena, la quale, presa alla sprovvista, sussultò e si allontanò.
"Dio Zulema! Non venirmi così vicino all'improvviso!" Esclamò Macarena che sapeva benissimo che a Zulema piaceva stuzzicarla, in qualsiasi modo le venisse in testa.
Zulema sorrise "Non ti emozionare troppo bionda, non vorrei ti facessi strane idee"
Macarena si sentiva sempre sul filo del rasoio con Zulema. Prima le si avvicinava e poi le diceva quelle frasi che in un secondo spegnevano tutte le possibili fantasie che si sarebbe potuta fare su di loro. Era sempre così, stuzzicarsi per poi nascondere tutto dietro a delle parole che fungevano da scudo.
"È carina" decise di dire Macarena, riportando l'attenzione sulla polaroid.
Zulema annuì e poi sospirò, quasi rassegnata.
"Ti servirà a superare la mia mancanza quando non ci sarò più" affermò poi, infilandosi le mani in tasca, con quel sorriso che sembrava nascondere un mondo che avrebbe voluto tanto buttare fuori, e dirigendosi verso il camper.
"Certo, perchè sarò io ad ucciderti per prima" disse Macarena. Ormai era diventato quasi un gioco dire quella frase quando si parlava di morte. Zulema sosteneva che avrebbe ucciso Macarena per prima e viceversa, proprio come si erano promesse in carcere.
Zulema avrebbe voluto dire tante cose a Macarena, le avrebbe voluto dire che sì sarebbe morta. Presto. Ma non per mano sua, ma per mano di quel cancro che le stava mangiando il cervello. Ma non lo avrebbe fatto. Le avrebbe voluto dire che l'avrebbe fotografata altre volte, con la fotocamera istantanea perchè avrebbe voluto fermare il tempo in quei momenti e far smettere quelle maledette lancette di toglierle secondi, minuti, ore e giorni che avrebbe voluto continuare a passare con Macarena. Ma non lo avrebbe fatto. Sarebbe sembrato troppo strano da parte sua. Le avrebbe voluto dire che, nonostante l'avesse fatta abortire in modo forzato in carcere, voleva sentire il bambino che portava in grembo, anche solo per una volta, voleva sentire la vita che era pronta a dare a Macarena, quando forse ormai per lei sarebbe stato già troppo tardi. Ma anche questo non lo avrebbe fatto.
Ciò che fece fu voltarsi e sorriderle semplicemente, annuendo.

Quando il tempo si fermaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora