Capitolo 2

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Draco non sembra eppure è abbastanza timido e nascosto. Come se indossasse una maschera, una maschera che dev'essere tolta perchè non è Carnevale. come nel mondo dei babbani. Ma non è compito mio toglierla, quindi non devo pensarci, devo solo essere me stessa e andare verso la mia strada e raggiungere i miei obbiettivi. Quindi inizio a dirigermi nel corridoio intenda a correre dalla mia amata scrivania su cui mi aspettano i miei amatissimi libri che non vedono l'ora di essere sfogliati e di raccontarmi la loro storia. Mentre salgo le scale, la rampa decide di spostarsi e mi fionda faccia a faccia a Draco Malfoy, che stava scendendo la rampa opposta. I nostri visi si scrutano, ed è strano osservare dolcemente gli occhi ghiaccio che ho sempre odiato così da vicino, così delicatamente e senza un cenno di disgusto in entrambi i volti. Draco abbassò quei bellissimi oceani trasformandoli in un fiume in piena, piena di bugie. Poi il suo sguardo tornò al mio che non si era mai dissolto dal suo viso e, con aria antipatica del solito Malfoy, grugnisce -Ah, maledette scale! Devono essere revisionate per la barba di Merlino!- Un sorrisino pervade il mio viso, e i miei occhi cadono sul pavimento, incapaci di trasmettere altra immagine che il suo volto. Così chiede -Ridi?! Perchè ridi?- -Non trovi insolito che ci scontriamo per delle scale  che si muovono??- Dopo essersi guardato intorno e avere meditato un pò ride anche lui. Prima vera e sincera risata che mi dedica, e penso anche ultima dal momento che i suoi amici si avvicinano. Lui se ne accorge e ingoia la saliva dalla paura, poi inizia ad urlare -Non permetterti mai più di avvicinarti a me sporca mezzosangue! Capito Herm...ehm...Granger?- I suoi amici scoppiarono dalle risate come deficienti, ma io mi accorsi che la sua lingua aveva di nuovo pronunciato il mio nome. Questo pensiero dolce svanisce però nel momento in cui mi accorgo che non è cambiato, davanti agli amici è sempre lo stesso. Perchè con me no? Sarà, ma le mie orecchie sono già rosse dalla rabbia e non riesco a frenare un bel pugno dritto dritto sul setto nasale di Malfoy. Lui si ritrae, e io mi copro la bocca dallo sconvolgimento. Desideravo farlo ma non ero consapevole dell'esserne in grado, e l'unica cosa che mi viene in mente di fare è soccorrerlo (da sola, visto il coraggio degli amici che hanno messo gambe in spalla). Mi chino accanto a lui e lo guardo, in viso. Ha un viso irresistibile, con lacrime che percorrone le rosse guance. Gli porgo la spalla, ma decido di non portarlo in infermeria, altrimenti mi avrebbero espulsa. Così lo trasporto nel giardino dal prato bagnato dalla rugiada, in quell'orario colmo di nulla. Nè fantasmi nè vivi, solo io e lui. Raccolgo dell'erba e la bagno nel laghetto per poi applicargliela sulla ferita, che si scuriva man mano di più. Gli ripeto scusa e alla fine risponde -Non preoccuparti.- Risppnd-Cerco che mi devo preocc- Non faccio in tempo a parlare che inciampo in un mazzetto d'erbetta e cado sul suo corpo. I nostri visi vicino, il fiato di caramella al lampone che pervade il mio fiato di dentifricio alla menta piperita si incontrano e uno tira l'altro, finchè non tirano le nostre labbra fino al punto di toccarsi. Poi di scatto Malfoy si ritrae, toglie goffamente l'erba dal naso e mi ringrazia, correndo via. Lo guardo allontanarsi. Conto i suoi passi uno ad uno. Lo fisso. Lo osservo, come si fa con i sogni. Osservo, ma non tocco, non penso che possano realizzarsi, non penso che possa amarmi. Ma io amo lui.

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