Dolore.
È questo tutto ciò a cui riesco a pensare e che riesco a percepire in questo momento. Non ricordo neanche quando è iniziato, forse qualche anno fa con un innoquo graffietto, o forse ancora prima, ma ora non riesco a smettere neanche un secondo di pensare a tutti i lividi, tutti i tagli e tutti i graffi che attraversano il mio corpo.
Nel bagno bianco-azzurrino del mio appartamento sono accucciato sotto al lavandino, attorno a me una pozza di sangue che si allarga sempre di più.
Sposto lentamente lo sguardo verso i miei polsi, con un movimento del collo che richiede troppo sforzo al mio collo, ed osservo le piccole cicatrici bianche che solcano la pelle leggermente più chiara rispetto a quella dell'esterno delle braccia. Ricordo perfettamente ogni volta che mi sono inferto un nuovo taglietto, la soddisfazione di vedere quelle goccioline di sangue sgorgare dalla mia pelle, la sensazione di libertà e di benessere che mi dava modo di non pensare più a nulla e il leggero dolore che mi permetteva di restare ancorato alla realtà piuttosto che scivolare troppo in là. Un taglio, due tagli, tre tagli, dieci tagli, fino a quando non sono più riuscito a contarli tutti, uno sovrapposto all'altro, come a formare un'intricata ragnatela argentata.Forse questa volta ho esagerato.
Forse non avrei dovuto tagliare proprio il petto.
Forse non avrei dovuto infilare la lametta così in profondità.
Forse avrei dovuto resistere di più all'impulso di afferrare la lama posta sul lavandino.
Forse forse forse.
Forse era proprio questo ciò che era segnato nel mio destino.
O forse invece non sarebbe mai successo se non avessi cominciato a tagliarmi dopo una delusione d'amore.
Beh, ormai sono qui.
Non sento quasi più le dita delle mani e dei piedi, non riesco a muoverle, ma stranamente questo non mi dà fastidio, è quasi come se stessi fluttuando su una soffice nuvola, con la piccola differenza che riesco ancora a percepire il bruciore al petto, proprio dove la lametta è ancora infilata nella mia pelle.
D'un tratto mi torna in mente il mio primo amore, colui che mi ha spezzato irrimediabilmente il cuore, colui per cui ho sofferto così tanto, colui a causa del quale mi trovo in questa situazione: Jungkook.
Era un ragazzo magnifico, sempre dolce e disponibile, che ti faceva sentire desiderato, un ragazzo che ti metteva sempre prima di tutti gli altri, a cui interessavano veramente le tue passioni, e non fingeva solamente per renderti felice; il fidanzato perfetto insomma. Ai nostri primi appuntamenti si presentava sempre con un mazzo di fiori, principalmente rose bianche, che mi porgeva prima di stamparmi un innoquo bacetto sulla guancia, prendendomi per mano e cominciando a passeggiare attraverso un viale alberato. Inutile dire che è anche per questo motivo che mi sono innamorato così tanto di lui. Per i primi mesi mi sembrava di vivere un sogno, ero il protagonista di una nuovissima favola della Disney, con un principe tutto per me che mi faceva sentire speciale, diverso, unico.
Poi, d'un tratto, tutto cambiò; non so dire se fosse sempre stato così o se fossi riuscito ad aprire gli occhi solo in quel momento, ma so perfettamente che quando entrai nel bagno della scuola e vidi il corpo di Jungkook, del mio Kookie, schiacciato contro quello di Park Jimin mentre erano intenti a scambiarsi saliva, il mio mondo crollò. Tutto mi sembrò molto più grigio mentre mi accasciavo sul pavimento con le lacrime che scorrevano imperterrite sulle mie guance mentre finalmente, finalmente, il mio (ex)ragazzo si accorgeva della mia presenza e si avvicinava a me chiedendomi perdono, mentre Park rimaneva sullo sfondo sfocato a pulirsi le labbra dai rimasugli di saliva.
Per le due settimane successive esclusi completamente Jungkook dalla mia vita: ogni volta che mi arrivava un suo messaggio, prontamente spegnevo il telefono, o quando cercava di fermarmi nei corridoi della scuola mi appiccicavo al braccio del mio hyung, Yoongi, che scoccava uno sguardo infuocato nella sua direzione. Inutile dire che fu anche grazie a lui che riuscì a tenerlo lontano da me.
Nel corso del tempo i messaggi di Kook si affievolirono, fino a sparire completamente, così come i suoi tentativi di approcciarmi a scuola.
Ovviamente io ero ancora perdutamente innamorato di lui, ma il mio cuore era irrimediabilmente spezzato, ed ogni volta che chiudevo gli occhi vedevo nitidamente le immagini di quei due mentre limonavano.
Una sera, ricordo di esser andato ad una festa, sotto il consiglio di Yoongi e Hobi, il suo migliore amico, secondo i quali avevo bisogno di divertirmi e svagarmi dal pensiero costante di Jungkook che mi stava passando sempre più volte per la mente in quegli ultimi giorni. Inizialmente andò tutto bene, appena arrivati prendemmo un paio di bicchieri stracolmi d'alcol che ingerimmo tutto d'un fiato, mentre ci avvicinavamo al salotto che era stato adibito a pista da ballo. Ed in mezzo, proprio al centro di quel teatrino, c'erano quei due: Jimin si strusciava su Jungkook mentre quest'ultimo gli teneva fortemente i fianchi e guidava i suoi movimenti lascivi.
Sentii, per la seconda volta nel giro di meno di un mese, il mio cuore andare in frantumi, un piccolo crack all'interno del mio petto che però era riuscito a farmi cambiare completamente umore.
Con una forza di spirito innaturale per me, mi avvicinai a passo spedito alle due figure che avevano frantumato i miei sentimenti più e più volte, e proprio quando mi trovai davanti al mio ex ragazzo, trovai il coraggio di dirgli quanto mi facesse schifo, prima di tirargli un ceffone e di correre dritto verso il bagno che sapevo trovarsi al piano superiore.Quella sera fu la prima volta che mi tagliai.
Ricordo che trovai una piccola lametta, usata dal proprietario della casa o dai suoi famigliari per rasarsi e, come una falena viene attratta dalla luce, la presi in mano rigirandomela tra le dita prima di avvicinarla lentamente al mio polso ed inciderci una lineetta che fece scomparire il mio dolore e la delusione che Jungkook aveva provocato.
Con il passare del tempo avevo cominciato a fare tagli più lunghi e incisioni sempre più profonde, cambiando anche le parti del corpo per non destare sospetti ai miei amici che ultimamente mi vedevano sempre e solo con ampie felpone che coprivano i miei polsi segnati.Qualche mese dopo Yoongi e Hobi mi dissero che Jungkook aveva fatto un'incidente in moto qualche giorno prima, mentre andava agli allenamenti di boxe che aveva iniziato a fare i primi giorni della nostra relazione. Non potei pensare ad altro se non alla sua figura che montava in sella a quella moto nera con cui andavamo saltuariamente sulle rive del fiume, mentre si distraeva un secondo, un singolo ed innocuo secondo, l'esatto istante in cui qualche macchina osava colpirlo, sbalzandolo via dal suo veicolo, facendolo rotolare per qualche metro, e lasciandolo ferito, sdraiato e solo in mezzo ad una strada.
Quando il giorno dopo a scuola girò la voce che Jungkook non ce l'aveva fatta, passai il resto della giornata chiuso in un cunicolo dei bagni a piangere, ripensando a tutti i momenti che avevamo passato insieme, seppur alla fine mi avesse solo illuso.
Hoseok quel pomeriggio mi inviò un messaggio dicendomi che nel fine settimana ci sarebbe stato il suo funerale, e che tutti i suoi amici e compagni di scuola erano stati invitati per dargli un ultimo saluto.
Non mi presentai.Un leggero dolore dovuto ad un movimento improvviso del mio braccio mi risveglia dai miei ricordi, ma ormai sono troppo stanco per continuare a tenere gli occhi aperti, potrei quasi chiuderli qualche minuto prima di alzarmi per pulire tutto il casino che ho combinato.
Ho abbastanza tempo per fare tutto, Yoongi ed Hobi dovrebbero passare tra più di un'ora, cosa cambierà mai se mi riposo per qualche minuto?
Chiudo lentamente gli occhi, mentre rilasso la mente e sento lentamente il dolore che ancora persiste lasciare il mio corpo ormai stremato da tutto quello che gli ho fatto passare.
Finalmente un po' di riposo.Quando li riapro mi trovo seduto sul pavimento del bagno, vestito con una maglietta extra large color crema e dei pantaloni della tuta larghi che non ricordo di aver indossato.
Non sento più alcun dolore, mi alzo la maglietta solo per notare che l'ultimo taglio che mi ero fatto quello stesso pomeriggio è scomparso, controllo anche quelli sui polsi e sugli avambracci solo per notare che hanno fatto la stessa fine di quello sul petto.
Sono confuso, dove sono tutte quelle righine argentate che mi hanno accompagnato nel mio ultimo anno di vita?
Cerco di alzarmi e, anche se con qualche difficoltà, dopo qualche secondo riesco a mettermi in posizione eretta; apro la porta del bagno mentre cammino lentamente verso il salotto. Appena arrivo sulla soglia rimango impietrito dalla figura che è seduta sul mio divano e sta sfogliando il mio album fotografico: Jungkook.
«Kook, cosa ci fai qui?»
«Ciao Tae, è da tanto che ti sto aspettando.»
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pain | 𝓽𝓪𝓮𝓴𝓸𝓸𝓴
Fanfictiondal testo: «Forse questo volta ho esagerato. Forse non avrei dovuto tagliare proprio il petto. Forse forse forse. Forse invece non sarebbe mai successo se non avessi cominciato a tagliarmi dopo una delusione d'amore. » 𝐀𝐓𝐓𝐄𝐍𝐙𝐈𝐎𝐍𝐄 Questa st...