17. Il compleanno di Ethan

496 48 35
                                    

«Ti prego, ti prego, ti prego!»
Ho già utilizzato l'opzione "faccia da cucciolo" e "mani incrociate", mi resta soltanto "mettersi in ginocchio". Maya continua ad osservarmi scocciata mentre mastica rumorosamente una gomma.
«No, Emma, per l'ennesima volta: non ho intenzione di passare il pomeriggio in compagnia della squadra dei trogloditi e delle cheerleader, povere donne oggetto che non realizzano di essere tali».
Alzo gli occhi al cielo. «Ne abbiamo già parlato, Maya, alle cheerleader piace ciò che fanno, e lo fanno per loro stesse».
Maya mi punta un dito contro. «È ciò che vuole far credere loro il patriarcato».
«D'accordo, ma non è questo il punto».
Chiude l'armadietto e mi scruta con le mani sui fianchi, la coda blu a sfiorarle le spalle. «Emma, non verrò con te al compleanno di Ethan».
«Ti supplico, Maya, non ho alleati! Grayson e Cedric non sopportano Ethan, e Liam e Seth non ci sono! Sii il mio più uno, ti prego».
Maya aggrotta le sopracciglia. «Perché Seth non può venire?»
«Ha già un impegno. Ti prego, ti prego, ti pre-»
«E va bene! Ma ad una condizione: posso tirarti un calcio ogni volta che fai o dici qualcosa di imbarazzante. E alzati in piedi, non mi stai chiedendo di sposarti», sbuffa.
«Grazie, grazie, grazie!»
Le getto le braccia al collo e la stritolo.
«Dio, so già che me ne pentirò. Hai preso un regalo?»
Sbianco. «Cazzo!»
Maya sgrana gli occhi verdi e geme: «Emma, non hai comprato il regalo?»
«No, ho utilizzato tutto il mio tempo libero per convincere te ad accompagnarmi...» Le lancio un'occhiata con un sorriso innocente. «Ehi, ti va-»
«No, non pensarci nemmeno. Obbliga qualcun altro».
Alzo le mani in segno di resa. «Meglio accontentarmi di ciò che mi hai concesso».
La campanella suona, annunciando l'inizio della prossima ora di lezione.
Chiedo a Maya di inventarsi una scusa per la mia assenza e mi chiudo in bagno. Per fortuna, papà ha la mattina libera. Mi siedo sulla tazza e faccio partire la videochiamata.
«Emmy, tutto bene?»
Ho provato un'infinità di volte a spiegargli come deve tenere il cellulare per inquadrarsi per intero, eppure riesco a scorgere soltanto la fronte, gli occhi e la parte superiore del naso.
«Ciao, papi, dovrei chiederti un favore». Uso il mio tono persuasivo.
Lo sento sospirare profondamente. «Mi chiami sempre con un secondo fine. Mai una volta che lo facessi solo per dirmi che mi vuoi bene».
«Ti voglio bene. Puoi passare al centro commerciale a prendere un regalo per un mio amico?»
Papà alza gli occhi al cielo e sbuffa. «Questa era la mia mattina libera, Emmy, e ho già dovuto fare il bucato e portare fuori Bux. C'è la replica del torneo di golf della scorsa sera in TV».
«Ti prego, ti prego, ti prego!»
«Non cominciare con la tua sfilza di suppliche...»
Sta cedendo, lo so. Funziona sempre.
«Grazie, papà, sapevo che non mi avresti delusa».
«Non ho accettato, Emma... E poi perché non sei in classe?»
«Mandami le foto!»
Attacco ed esco dal bagno. Anche questa è fatta. La mia tattica è infallibile: tu agisci come se le persone ti dicessero sempre sì, alla fine anche gli altri penseranno di averti dato il loro consenso... A meno che gli altri non siano tua madre, allora l'unica cosa che otterrai sarà una ciabatta dritta in faccia. E vorrei che fosse solo una metafora. Ho ancora la cicatrice sul sopracciglio destro.
Mi incammino lungo il corridoio, diretta verso l'aula di fisica, con la testa tra le nuvole, e precisamente in orbita attorno al pianeta Ethan. Da quando mi ha friendzonata avevo perso le speranze, ma questo invito cambia tutto. Nel momento in cui l'ho ricevuto, la mia speranza è rinata come una fenice dalle sue ceneri. Ho ancora una possibilità, è il destino che me lo sta dicendo. Sorrido tra me e me. Sarà un pomeriggio magnifico.
Nulla può andare storto.

«Sta andando tutto storto», mugugno frustrata, perché non posso fare altro, dal momento che in bocca ho due pennelli per ombretto. È la seconda volta che tento di mettermi l'eyeliner e puntualmente devo ricominciare da capo.
Quando sento il campanello suonare al piano inferiore, sono ben consapevole che andare ad aprire la porta non è un'opzione. Ho un piede in un adorabile stivaletto di camoscio e l'altro seppellito tra i vestiti che ho scartato.
Dove sono Daisy e Jake quando ho bisogno di loro? Avrebbero sicuramente saputo consigliarmi. Ma no, Jake deve avere la fiera della scienza e Daisy il corso di pianoforte. Proprio oggi che è il giorno più importante della mia vita!
«Emma, c'è Maya», grida Grayson dal piano di sotto.
«Mmmh», mugugno più forte, perché non posso fare altro, nella speranza che lo interpreti come un "sono qui".
La porta si apre dopo un paio di secondi, e nello specchio vedo riflessi i capelli blu della mia migliore amica.
«Aùto», biascico.
«Cosa?»
Maya avanza nella mia camera con sguardo scandalizzato. Sputo i pennelli, accettando la mia sconfitta.
«Aiuto».
«Sì, vedo che ne hai bisogno... ma perché sei conciata così?»
«Così come?»
Aggrotto le sopracciglia, confusa. Maya mi rivolge un sorriso rassicurante, ma nei suoi occhi c'è il terrore più puro.
«Ti sei guardata allo specchio?»
«Finora! Cosa vuoi dir- Ohmiodio!»
Mi porto una mano al cuore perché temo possa avere un collasso. Il mio occhio sinistro, che ho sfregato almeno cinque volte per rimuovere l'eyeliner, è gonfio e rosso come se mi avessero dato un pugno.
«Oh no. No, no, no, no... No!»
Mi volto di scatto per correre in bagno, ma il mio piede resta incastrato nei vestiti e la caviglia si piega come un noodle. Finisco col sedere per terra, mentre un urlo di dolore abbandona le mie labbra.
«Em! Ti sei fatta male?»
Resto senza fiato per almeno trenta secondi, le lacrime che mi pizzicano gli angoli degli occhi, poi arriva il dolore. E il melodramma.
«Chiama il 911, sto morendo! È come se la caviglia mi si fosse staccata dalla gamba... lascerò questo mondo senza poter fare gli auguri ad Ethan, in un mare di sofferenza, agonizzante in un letto d'ospedale! Oh, Maya, di' alla mia famiglia che li ho amati molto. Lascio tutto a Daisy e Jake, sceglieranno loro come dividersi i miei averi. Di' a Grayson che... boh, non saprei veramente cosa dirgli. Grazie per il tuo servizio, soldato?».
«Em», Maya mi lancia un'occhiata scettica. «Sai che non morirai, vero?»
«Puoi dirlo con certezza? La vita è effimera: l'attimo prima ci sei, e quello seguente non ci sei più».
Mi lascio andare con la schiena a terra, la caviglia che lancia stilettate di dolore continue.
«Sei così melodrammatica. Dai, ti aiuto ad alzarti», sospira.
Ci impieghiamo almeno cinque minuti per riuscire a sollevarmi da terra e riportarmi col didietro sul letto.
«Ora, per favore, non muoverti».
Piagnucolo per tutto il tempo che Maya impiega ad arricciarmi i capelli e mettermi l'eyeliner, farneticando sulla morte e sugli occhi di Ethan.
«So quanto odi fare la make up artist, per questo volevo dirti che sei la migliore amica al mondo», esclamo in un impeto di commozione.
Maya alza gli occhi al cielo. «Dovresti sapere anche che odio chi piagnucola».
«Lo so, come so che hai scelto di mettere da parte questa tua intolleranza in cambio della mia amicizia».
«Già, mi chiedo ancora perché...»
«Ehi!»
Maya batte le mani, ignorando il mio commento indignato. «Bene! Sei pronta».
«Offens- Ahi!»
Ho provato ad alzarmi dal letto lamentandomi come sempre, ma la caviglia mi ha subito fatto cambiare idea.
«Maya, sono rovinata! Non posso andare al compleanno di Ethan al bowling in queste condizioni».
«Ce la fai a camminare?»
Le lancio un'occhiata di fuoco. «Se riuscissi a camminare secondo te mi lamenterei?»
«Certo, lo fai a prescindere».
Sbuffo una ciocca ondulata lontano dagli occhi. «Ottimo punto. In ogni caso, penso sia rotta».
Maya mi osserva con le braccia incrociate, scettica. «Non credo proprio, Em, altrimenti non riusciresti a muoverla come stai facendo proprio in questo momento».
«Ma fa malissimo!» mi lagno.
«Hai preso una storta, è normale. Ora stammi a sentire», mi afferra per le spalle, ficcando i suoi occhi verdi nei miei. Quando spalanca le palpebre in questo modo non è mai un buon segno. «In questo momento io potrei essere a casa a vedere le repliche di America's Next Top Model, invece sono qui per accompagnarti al compleanno di quell'idiota di Ethan Moore. Dunque alza il culo dal letto, poggia il peso sull'altra caviglia, prendi il fottuto regalo che Will ha lasciato sul tavolo, sali in macchina e andiamo a fare questa stronzata».
«Sissignora», replico terrorizzata.
Mi rimetto in piedi a fatica ed infilo gli stivaletti di camoscio per nascondere la caviglia che si gonfierà sicuramente.
«Mi vuoi dire che non approvi le cheerleader ma guardi ANTM?» domando sarcastica.
«Non è un argomento di cui ho intenzione di discutere, questa indiscrezione resterà tra me e te».
Scoppio a ridere. «Consideralo un pagamento per il tuo servizio».
Scendiamo al piano inferiore, dove Gray ci sta aspettando spaparanzato sulla poltrona.
«Finalmente!» esclama. «Mi sembra passata un'eternità».
«Avrei volentieri fatto a meno di farmi dare un passaggio da te, se solo la macchina non ti spettasse e Maya non avesse una moto», replico tra i denti.
«Che periodo complesso, Emmy, e che acidità!»
Lo ignoro e zoppico verso il tavolo, dove papà ha lasciato il regalo. È un elegante orologio Daniel Wellington nero con il cinturino in pelle. So – dalle storie su Instagram di Ethan – che lo desidera da tantissimo tempo.
È l'unica cosa positiva della giornata.
Non finisco neanche di pensarlo, che una nota sul pacchetto distrugge il mio entusiasmo.

Ciao, mia adorata figlia, ti lascio questa nota non perché io tema la tua reazione sia di persona che al telefono, ma perché sono tornato al lavoro in anticipo – di nuovo, non perché io tema la tua reazione, ma perché hanno un disperato bisogno di me.
Vengo al punto: sono andato al negozio di cui mi avevi parlato e ho trovato l'orologio, ma proprio quando stavo per chiedere al commesso di prenderlo dalla vetrina, è passata Beyoncé. Tu capisci che ho dovuto abortire la missione per avere una foto con la regina indiscussa delle popstar, e quando sono tornato al negozio qualcun altro aveva acquistato l'orologio. Purtroppo era l'ultimo, ma non temere! Ho optato per un modello bianco col cinturino bordeaux.

P.S.: approfitto di questa occasione per dirti che aspetto un rimborso. Questi cavolo di orologi sono costosi!

P.P.S.: come puoi immaginare, quella non era Beyoncé...

Ti voglio bene!

Papà

Lancio un grido di frustrazione, mentre le mie mani si avventano sul biglietto strappandolo in centinaia di pezzetti. Ethan odia il bordeaux, ovviamente.
«Che giornata di merda!»

Ciao fiori di campo!🙊

Emma combina danni come al solito...
Ora, con una caviglia slogata e il regalo sbagliato, come farà a conquistare Ethan?

Maya migliore amica al mondo, btw 🥰

Nel prossimo capitolo tornerà un personaggio molto amato... chi sarà? 😁

Noi ci vediamo giovedì! 💘

Come sempre, vi ricordo la mia pagina Instagram (@xholdonpainends) in cui pubblico anticipazioni e contenuti extra 💘

Al prossimo capitolo! 🔜

-A

Che disastro!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora