I Cavalieri del Nord, Saga dell'Arcipelago Barbarico, Vol. 1

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E infine tocca a Cavalieri del Nord, Saga dell'Arcipelago Barbarico, Vol. 1 di @EilonwyOfPrydain. Che consiglio fin da subito perché è davvero un piccolo gioiello nascosto.

Lingua - 9

Iniziamo.

Devo dire che sono piacevolmente sorpreso dalla quasi perfetta ortografia dell'autrice. Di tempi verbali sbagliati ne ho contati meno di dieci in tutto il libro e la stessa cosa vale per i refusi. Tuttavia, qualche piccolo errore (che è ripetuto, ovviamente) sono riuscito a scovarlo.

1. Devo dire che all'inizio sei partita con una punteggiatura davvero perfetta. Nulla da dire, dato che dava il giusto ritmo e rispettava praticamente tutte le regole grammaticali esistenti e non. Ciononostante, avanzando con la lettura, ho notato che negli ultimi capitoli (parliamo circa dal quindici in poi, ma un po' anche prima) iniziano a comparire molte virgole che servono unicamente a dare cadenza. Lungi da me dire che è una scelta assolutamente sbagliata, però devo ammettere che in alcuni casi queste virgole potevano essere evitate: i capitoli, come tu già ben sai, sono abbastanza lunghi e una sovrabbondanza di virgole rischia di rendere la lettura troppo pesante. Cose come "si appoggiò a lei, con affetto" (unico esempio che mi sono segnato con l'intenzione di scriverlo, anche se ce ne sono diversi altri), soprattutto durante i passaggi narrativi, distraggono il lettore per via del loro carattere ritardante, perché interrompono la frase a metà, e superfluo (converrai con me che lì la virgola non ha un grandissimo ruolo). Finché non sono davvero ma davvero errate, nei discorsi diretti possono anche andare bene, visto che comunque devono rappresentare l'inflessione e la parlata dei personaggi; tuttavia, la narrazione dovrebbe essere tenuta più semplice, soprattutto trattandosi di un narratore esterno e in terza persona singolare (in uno in prima già le cose sarebbero state diverse). Non ti dirò come vanno messe le virgole, perché sono certo che tu già lo sappia. Questo, in ogni modo, rimane un consiglio, niente di più.

2. Con il gerundio, come in "mi disse, brandendo l'ascia", bisogna stare attenti alla funzione del gerundio per capire se metterci la virgola oppure no. Ti spiego: se il gerundio, come nel suddetto esempio creato da me, intende un'azione in concomitanza o subito successiva alla prima (quindi il "mi disse") la virgola è necessaria; se, invece, descrive il modo o la modalità con cui viene eseguita un'azione, come in "si alzò facendo perno sul ginocchio" (cosa che, tra l'altro, hai davvero scritto), non va nessuna virgola. Almeno generalmente. Questo per lo stesso motivo per cui la virgola di "si appoggiò a lei, con affetto" non è troppo giusta. In realtà, ho notato questo "problema" (tra virgolette perché probabilmente sono stato l'unico lettore a notarlo) più all'inizio che in seguito, ma ho deciso di fartelo presente comunque.

3. Per finire, attenta alle virgole dietro le "e". Te lo dico da scrittore che è innamorato delle virgole dietro le "e" (lo ammetto, è una mia colpa). Sono delle influenze della lingua inglese che in italiano non hanno tutta questa ragione di esistere. Utilizzarle ogni tanto è intelligente perché ci permette di sottolineare qualcosa o di dare un tono diverso a una certa parte della frase, ma se tiri troppo la corda, iniziano a dare fastidio.

Contenuti - 7.5

Giungiamo quasi subito al "tasto dolente" (messo anche in questo caso tra virgolette perché comunque hai ricevuto un 7.5). Perché tasto dolente? Come tu mi hai già detto, si tratta della prima storia che hai scritto seriamente e, infatti, sono presenti alcuni errori di trama che potevano essere evitati con qualche parola in più.

Qual è l'errore più frequente che fanno gli scrittori nei loro primi romanzi? Dimenticarsi degli oggetti di scena. Diciamo, ad esempio, che tu introduci un problema affinché esso abbia delle conseguenze. Tuttavia, una volta raggiunte queste conseguenze, ti concentri su di esse e lasci da parte il problema iniziale, per poi magari riprenderlo in seguito o proprio dimenticarlo. Ecco, questo è ciò che fa uno scrittore inesperto: usa una cosa per arrivare a un'altra e, quando ci è arrivato, si dimentica della prima cosa. Il motivo è ovvio: l'entusiasmo della scrittura si mantiene scrivendo le parti che ci piacciono. Ma è doveroso ricordarsi anche dei particolari che abbiamo introdotto all'inizio.

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