Inuyasha: La Reincarnazione.

✅Sogno.

Si trovavano in riva al mare, le onde si infrangevano impetuose lungo la costa e gli scogli, i capelli venivano scompigliati dalle forti raffiche di vento che portavano solo freddo e neve.

Tutto questo faceva da cornice alla discussione tra due uomini, o meglio, tra due demoni legati dallo stesso sangue: il padre Tōga, conosciuto anche come Inu no Taishō, e il figlio Sesshōmaru.

Tōga da le spalle a suo figlio, osserva l'orizzonte dove il sole è già scomparso da tempo lasciando spazio alla sua amica luna, ai suoi piedi larghe pozzanghere di sangue colorano la neve, sa che la sua fine è ormai giunta, le ferite sono troppo gravi anche per un demone forte come lui.

Le sue labbra si piegano in un sorriso nel ripensare alla sua amata Izayoi che sta per dare alla luce il suo secondogenito, si rammarica di non poter passare del tempo con lui, ma si augura che da grande diventi un forte demone, determinato e compassionevole.

La voce di Sesshōmaru interrompe il filo dei suoi pensieri «Ve ne state andando padre?» «Vorresti forse impedirmelo, Sesshōmaru?» il demone esita per un secondo, poi risponde «No, non lo farò, non ho intenzione di fermarvi. Voglio soltanto le vostre zanne, consegnatemi Sō'unga e Tessaiga.» Tōga respira profondamente «Se mi rifiutassi, arriveresti ad uccidere tuo padre?» domanda attendendo la risposta del figlio.

Il silenzio cala nuovamente.

"Ci sta pensando. È così attaccato al potere che non riesce a capire cosa sia veramente importante."

Pensa il Grande Demone Cane riprendendo la parola «Uhm... desideri a tal punto il potere? Che cosa ti spinge a bramarlo tanto?» Sesshōmaru risponde senza esitazione «Siamo nati per percorrere la via del dominio, il potere ci consente di aprire questa strada.».

"Sesshōmaru, figlio mio, sentirti parlare in questo modo mi fa credere che io abbia fallito miseramente nel mio ruolo di padre."

Tōga scuote la testa sconsolato «Il dominio...» fa una piccola pausa e poi torna a guardare la luna chiedendo «Dimmi Sesshōmaru, tu possiedi qualcosa da proteggere?» lo sguardo del figlio si scurisce e incattivisce «Qualcosa da proteggere?» domanda derisorio «Non ho bisogno di farmi rallentare da simili sciocchezze!» esclama posizionandosi pronto ad attaccare, ma il generale si libera in volo assumendo il suo vero aspetto e lasciando il giovane da solo.

Le parole di Tōga gli risuonano nel cervello mentre guarda stizzito le pozze di sangue «Qualcosa da proteggere? Sciocchezze.» e si volta prendendo a camminare, conscio che quella sarebbe stata l'ultima volta passata assieme al genitore.

***

Sesshōmaru apre gli occhi osservando il cielo stellato, mentre al suo fianco riposano Jaken e il demone drago a due teste

"Padre, nonostante siano passati secoli dalla vostra morte, ricordo perfettamente questo nostro ultimo incontro."

Fa una pausa.

"Vi avevo chiesto le vostre zanne per eguagliare la vostra forza, per poi superarla, invece mi avete fatto dono di questa inutile spada. Mi odiate a tal punto? Per voi non sono degno di impugnare nessuna delle vostre zanne? Perché avete lasciato Tessaiga a quello sporco e ignobile mezzo-demone?"

I suoi artigli stringono l'elsa di Tenseiga con odio e repulsione.

"Quando abbandonaste vostra moglie per una patetica donna umana, non provai né odio né risentimento, era una scelta che non mi toccava minimamente, ma ora come posso restare a guardare quel mezzo-demone impugnare la vostra zanna più potente? Come posso considerarlo un fratello se lui e quella donna con cui l'avete generato sono i responsabili della vostra dipartita?"

Richiude gli occhi.

"Non comprenderò mai le vostre scelte, eravate un grande demone e siete morto in maniera disonorevole, lasciando sul nostro nome un'onta indecorosa e disdicevole, ma non preoccupatevi, ci penserò io a rimediare a questo una volta per tutte. Ucciderò il mezzo-demone, così da ridare onore alla nostra nobile famiglia."

Detto questo si alza e si incammina verso una palude piena di una forte aura demoniaca.