𝒪𝓃 𝓂𝓎 𝓌𝒶𝓎

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Il P.O.V di Paul McCartney.

Negli ultimi tre giorni non ebbi nessuna notizia del mio migliore amico.

Lo provai a chiamare ancora.

E ancora.

E ancora.

Ma non rispose.

Lo decisi di chiamare per l'ultima volta, promettendo a me stesso che avrei smesso se non mi avesse risposto.

Mi posizionai davanti al telefono e digitai il numero di John, prendendo la cornetta in mano.

Portai la cornetta al mio orecchio e mi sedetti sulla poltrona, aspettando una qualunque risposta.

«Rispondi e basta John. Devi solo rispondere»

Sussurrai, continuando ad aspettare e aspettare ansiosamente.

Una voce si fece sentire dall'altra parte della cornetta e io m'illuminai, ma solo dopo capii che non era la voce John.

Rimasi deluso da tutto ciò.

Era la voce di un ragazzo a me sconosciuto.

«Pronto? Chi parla?»

«Sono Paul, Paul McCartney, mi puoi passare John?»

Chiesi, aspettando una risposta veloce.

Sentii dei respiri e dei sussurri provenire dall'altra parte della cornetta.

«Scusami ma John non c'è—»

«Chi sta parlando?»

«Mi chiamo Stuart Sutcliffe»

«Stuart Sutcliffe, eh?»

«Dov'è John?»

Sentii degli sussurri di nuovo, potevo intuire che erano le voci di John e di Stuart.

«Quindi?»

Chiesi di nuovo.

John si fece avanti e prese la cornetta in mano, iniziando a parlare.

«Hey uhm, ciao Paul. Uhh, come— come va?»

Mi domandò e io strinsi la cornetta, rimanendo in silenzio.

«Ti voglio fare conoscere una persona. Si chiama Stu—»

«Stuart Sutcliffe, ho capito»

«Si uhm— proprio lui»

Sospirai e mandai giù la mia saliva, decidendomi a parlare.

«Non mi vuoi più vedere, eh?»

Domandai a John con un tono triste e debole.

John intanto rimase scoccato dalla mia domanda.

Come poteva Paul pensare che non lo volesse  più vedere?

Rifletté sulle parole che uscirono dalla bocca del più piccolo, rimanendo muto.

Nemmeno una sola parola venne pronunciata.

Rimasi in silenzio per alcuni istanti prima di pronunciare un paio di parole.

«Sto arrivando»

Mi alzai, lasciando la cornetta cadere per terra.

Mi vestii velocemente e uscii di casa per dirigermi a casa del mio migliore amico.

(Il P.O.V del narratore)

John iniziò a panicare, sapendo che stava per succedere un casino tra lui e Paul.

Paul aveva ragione ad essere arrabbiato con John.

Non aveva parlato con lui da giorni ed era capace di capire quanto solo il povero ragazzo si fosse sentito.

«Stuart, ci vediamo più tardi okay? Devi ritornare a casa. Mi sono ricordato che Mimi sarà a casa a momenti»

«Oh— okay John ma non posso conoscerla?—»

«No Stuart, non ora. Magari una prossima volta okay?»

«Come dici tu»

Stuart rimase perplesso e confuso.

Era geloso di Paul.

E Paul era geloso di Stuart.

Si avvicinò a John e gli sussurró all'orecchio.

«Non credo che Paul sia un buon amico John»

Il ragazzo disse e John puntó lo sguardo su di lui, guardandolo male.

«Stu, non lo conosci nemmeno. Non puoi giudicarlo così. Te lo farò probabilmente conoscere»

«Non ci tengo affatto, John»

Disse il ragazzo in mente.

Stuart rimase muto e prese la sua giacca di pelle.

La indossó e uscì fuori da casa di John.

«A domani John!»

«a domani!»

(Nel mentre da Paul)

Le nuvole nere coprirono Liverpool e delle gocce di pioggia si schiantarono per terra.

Pian piano iniziò a piovere ma non ebbi ne un capello e ne un cappotto con cui coprirmi.

L'unica cosa che m'importava era incontrare John e parlargli.

Chiarire il tutto.

Mi bagnai completamente e tremai leggermente.

Arrivai davanti a casa di John e bussai alla porta, aspettando impaziente che aprisse.

La porta si aprì e vidi la faccia del ragazzo più grande.

Entrai dentro casa sua e lo afferrai dal colletto della maglia, facendolo sbattere contro il muro.

«Chi é John?!»

«Chi é questo Stu!?»

Urlai, avvicinando la mia faccia alla sua, i nostri nasi si toccarono.

«Mi dispiace Paul! Non— non volevo!»

Disse, guardandomi spaventato.

Lacrime iniziarono a scendere giù per le mie guance.

Ci guardammo entrambi negli occhi e io pian piano avvicinai le mie labbra alle sue, socchiudendo gli occhi.

Li chiusi e le mie labbra toccarono quelle di John.

Lo baciai appassionatamente, appoggiando la mia mano fredda  dietro il suo collo, provocandogli dei brividi e spingendolo contro il mio corpo.

John ricambiò il bacio e le sue braccia si posizionarono sulle mie spalle.

Ci staccammo dal bacio per respirare e ci guardammo negli occhi.

«Chi é questo Stuart, John?»

«È un mio amico»

Disse.

Entrambi passammo la giornata a casa sua ma ovviamente, dovette venire anche Stuart.

Quel povero bastardo.

𝓤𝓷𝓮𝔁𝓹𝓮𝓬𝓽𝓮𝓭 𝓒𝓸𝓶𝓹𝓪𝓷𝓎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora