4-Harry odia Dynamite e Dynamite odia lui

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Erano nel pieno centro di Seoul, e Jungkook continuava a blaterare di qualcosa che aveva a che fare con la storia di una stradina che avevano superato da un pezzo, solo che parlava in coreano ed Harry non riusciva a capire una parola. Moon non era con loro, e V stava correndo via perchè Simon Cowell aveva bisogno di andare in bicicletta.
"English Boy, perchè Moon è con V?" chiese Harry. C'era qualcosa che non quadrava in quella frase, ma Jungkook non sembrò rendersene conto, e neanche Harry riusciva a capire esattamente cosa fosse. Jungkook si voltò verso di lui e sorrise, ed Harry si ritrovò a sorridere a sua volta. poi Jungkook parlò, e Harry notò che aveva una voce molto acuta, sembrava cantasse, o trillasse, ritmicamente.
Harry socchiuse gli occhi. Era nella sua stanza d'albergo. Il telefono stava squillando.
"Merda..."
Rotolò dall'altro lato del letto per raggiungere il comodino. Afferrò brutalmente la cornetta.
"Sì?"
"Mr. Styles, c'è un'auto che la attende."
"Ma che ore sono...?"
Cercò a tentoni il cellulare. 8 e 35, ovviamente.
"Cazzo..." commentò. Sentì il receptionist dire in tono conciliante "Sta arrivando" poi sbattè la cornetta sul ricevitore e si liberò delle lenzuola. SBATTIMI COME UNA CORNETTA HARRY
Frugò nella valigia e si cambiò. Nel mentre si lavò i denti e spruzzò del deodorante su qualunque superficie libera di pelle, poi recuperò cellulare e chiavi e si lanciò nel corridoio.
Arrivato nella hall, il suo autista lo stava fissando con disapprovazione.
"Siamo in ritardo, Mr Styles."
Harry cominciò ad accampare scuse, mentre uscivano dall'albergo e salivano in macchina. Non appena chiusero le portiere, tuttavia, tacque e il silenzio divenne assordante.
Alfred sospirò, poi aprì il cruscotto, ci frugò un po' dentro e ne tirò fuori un pettine, che gli passò.
"Grazie." disse solo Harry.
"Parli un altro po'."
Harry lo fissò, confuso.
"Con quella voce, è chiaro che si è appena svegliato, cercherò di dare la colpa al traffico, ma sarà poco credibile se lei parla come Batman con il mal di gola."
Harry annuì. "Di cosa vuoi sentire parlare?"
"Niente sport, niente domande personali. e per favore, non parli del meteo. Per vivere in un paese perennemente nuvoloso, ne parlate veramente troppo."
Non aveva tutti i torti, rifletté Harry. Senza sapere che altro dire, gli raccontò del sogno che stava facendo prima di svegliarsi, poi della sua vita a Londra. Gli chiese se qualcuno era mai stato licenziato per aver fatto tardi. Nessuno, ma solo perchè nessuno aveva mai fatto tardi.
Sembrava tanto uno stereotipo, più che una vera risposta.
"Peccato." commentò. "Avresti potuto portarmi direttamente in aeroporto."
"Non è divertente, Mr Styles." rispose Alfred. Harry non era d'accordo.

Quando arrivarono allo studio, erano le 9 e 07 minuti. Moon lo stava aspettando fuori, come il giorno prima, ma rispetto ad allora, sembrava meno allegra e ciarliera.
Aprì la porta dello studio di registrazione, in silenzio, e allo stesso modo entrò, fece passare Harry e la richiuse. Erano già tutti lì, e lo stavano fissando. C'era anche Mr Sejin, che sembrava ancora più nervoso del solito.
"Salve..." disse Harry. nessuno gli rispose. "Che succede?" continuò. "Ho fatto dieci minuti di ritardo, non mi sembra la fine del..."
"Siamo qui dalle 7." lo interruppe V. Harry non riuscì a controbattere. Mr Sejin gli si avvicinò.
"Mr. Styles, la sua agente è una mia cara amica, solo per questo le concesso una certa libertà. Non mi costringa a pentirmene."
Harry resse il suo sguardo. "Chiedo scusa per il ritardo, non accadrà di nuovo. Possiamo cominciare."
"Alla buon'ora" commentò sottovoce V. "Almeno lo hai imparato il testo?"
"Certo che ho imparato il testo" ribatté piccato Harry.
Il gruppo si posizionò dietro il vetro da cui Sejin li avrebbe ascoltati. Il manager diede il via ai tecnici e la base cominciò, con immediatamente la voce di Jungkook forte e chiara nelle cuffie. Harry riuscì ad apprezzarla, pur con tutta la pressione che improvvisamente sentiva addosso.
Non appena la strofa di Jungkook terminò, Harry iniziò a cantare: all'inizio andava tutto bene, ma poi qualcosa cominciò a suonargli strano. Si accorse immediatamente che J-Hope, a cui in genere toccava quella strofa, stava cercando di scavalcarlo. Il risultato era pietoso. La base si interruppe di colpo. La voce di Sejin risuonò nell'interfono.
"Non dovete accavallarvi, chiaro? Hobi, avevamo detto che provavamo a dare questa parte ad Harry, ricordatelo. Harry, stai più alto."
improvvisamente non era più Mr Styles, notò lui, ma cercò di non farci caso.
"Ricominciamo."
Jungkook fu perfetto, di nuovo.
Harry cercò di andare più alto, come aveva suggerito Sejin, ma c'era ancora qualcosa che non andava, ed Harry steccò. Imprecò e si interruppe. La base continuò per qualche secondo.
Sejin non disse niente, semplicemente sospirò. Nell'interfono.
Jungkook, poi Harry. Non era ancora soddisfatto, ma almeno stavolta si arrivò a sentire il primo ritornello. Ci fu nuovamente confusione, e dovettero ricominciare.
V, che ancora non era riuscito a cantare la sua parte, ormai stava semplicemente appoggiato allo schienale dello sgabello, e fissava Harry e Mr Sejin a turno. Quest'ultimo, a parte qualche sporadico commento, non parlava, li guardava e poi la base ricominciava. Andò avanti così per le successive due ore, poi Sejin concesse loro una pausa.
Harry era stremato, e frustrato. Si abbandonò su una panca appena fuori dalla sala di registrazione e appoggiò la testa al muro. Chiuse gli occhi per un secondo, e quando li riaprì, aveva Moon seduta accanto a lui da un lato, e Jungkook dall'altro.
"Che c'è? Ho sbagliato qualcos'altro?"
"Non fare così, stai andando bene." gli rispose Jungkook.
"È vero" gli diede man forte Moon. "Credo che siate vicini a..."
"Cacciarmi e chiamare qualcun altro?"
Moon sospirò. "No, è solo che..."
Harry minimizzò con un gesto della mano. "Lascia stare, Moon, grazie comunque. Anche tu, Jungkook, grazie ma non ho bisogno di discorsi motivazionali in questo momento."
Jungkook non rispose. Si alzò, fece un cenno a Moon ed entrambi si allontanarono senza dire nulla.
Harry avvertì un vago senso di colpa, eppure non riuscì a richiamarli.
"Non dovresti trattarli così."
Harry alzò lo sguardo. V lo stava guardando, le spalle contro il muro, un succo di mela in una mano, e una barretta energetica ancora incartata dell'altra.
Davanti al silenzio ostinato di Harry, V avvicinò le labbra alla cannuccia e prese un lungo sorso di succo, che generò uno sgradevole rumore di risucchio. V fissò il brick, lo agitò e poi, deluso dal fatto di trovarlo vuoto, lo gettò in un piccolo cestino di plastica. Si concentrò sulla barretta. Aprì con attenzione l'involucro di plastica, lo accartocciò alla base della barretta e diede un morso. Si sedette accanto a Harry, si prese il suo tempo per assaporare il boccone, e poi riprese.
"Sono due delle persone più gentili che io abbia mai incontrato. Stavano cercando di aiutarti. Non dovresti trattarli così."
"Non ho voglia di chiacchierare adesso, scusa."
"Neanche io. Solo che non mi piace vedere qualcuno trattare male le persone a cui tengo, ci sei?"
"Continuavano a dire che stavo andando bene, ma non è vero. A quanto pare sono... troppo occidentale, per voi. Prima troppo basso, poi troppo alto, evidentemente non ho quello che vi serve. Dovrei semplicemente tornare a Londra..."
V stava ascoltando attentamente, dando morsi alla sua barretta, e annuendo di tanto in tanto, ma non riuscì trattenersi.
"Ok, ora stai solo... com'è che dite voi? Facendo la femminuccia." (leggi being a pussy)
"Chiedo scusa?!"
"Nessuno ti sta criticando perché sei troppo occidentale, Styles, ok? Ti stiamo criticando perché fai degli errori. Lo so, a casa tua forse sei abituato ad essere elogiato appena apri bocca, ma qui non funziona così. I tuoi errori, qui, sono solo errori, e se non sei abbastanza professionale da lavorare per correggerli, allora sì, forse faresti meglio a tornare a Londra. Ok, sei fuori dalla tua comfort zone, impegnati di più. Hai idea di quante volte l'abbiamo provata noi, quella canzone? Fino alla nausea, e non è un modo di dire. Quindi ora torniamo dentro e tu canti la tua fottuta parte, così magari anch'io riesco a cantare la mia, ok, English Boy?"
V aveva gli occhi piantati in quelli di Harry. Rimasero così per un po'. Harry era ammutolito.
"Si ricomincia" avvisò il tecnico, comparendo dalla porta dello studio.
Harry si riscosse. V rimirò per l'ultima volta ciò che era rimasto della sua barretta, avvolta nella carta, poi gettò via tutto. Non degnò Harry di una seconda occhiata, e andò a posizionarsi sul suo sgabello. Alla spicciolata lo raggiunsero anche gli altri membri del gruppo. Dal vetro, videro Harry che discuteva con Sejin di qualcosa.
Jungkook fissò V.
"Gli starà dicendo che si arrende" fece quest'ultimo, rispondendo allo sguardo interrogativo dell'amico.
"5000 won che se ne va senza neanche salutare." commentò J-Hope, sperando con tutto il cuore di vincere.
"A salutare saluta" fece a sua volta V, e spostò lo sguardo dal ragazzo inglese a Jungkook, che invece era concentrato su quello che accadeva dall'altra parte del vetro.
"Non se ne va..." disse solo Jungkook.
Finalmente, Harry uscì, sparendo dalla vista dei ragazzi.
"È il momento della verità" sussurrò J-Hope, ridacchiando.
Harry entrò nella sala di registrazione e sentì tutti gli occhi addosso.
"Che c'è?" fece, stranito.
Nessuno si degnò di rispondergli, in attesa.
Cercando di ignorarli, Harry raggiunse il suo sgabello e vi si sedette. Indossò le cuffie, le sistemò. Quando fu soddisfatto, si voltò nuovamente verso i ragazzi.
"Vogliamo riprendere?" disse soltanto.
"10'000 won" disse a mezza voce Jungkook, lanciando un'altra delle sue occhiate a V, che rideva sotto di baffi.
"Siete pronti?" li interrogò Sejin dall'interfono.
Gli otto ragazzi annuirono.

Angolo autrice
Per scrivere questo capitolo ho ascoltato Dynamite più volte di quanto non sia salutare.
Apprezzate mi raccomando ⬇️⭐
All the love
Ross💕

Before I go ||H.S.xJ.Jk|| [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora