Capitolo 1

79 2 1
                                    

POV di Dean.
Oggi è il 27 maggio del cazzo e sono sveglio da circa due ore. Ho la mania di svegliarmi ore e ore prima per prepararmi ed essere in anticipo alla prima lezione almeno. Siamo quasi alla fine del secondo semestre e mi sto spaccando il culo per superare finalmente il primo anno dopo esser stato bocciato per bene 3 anni consecutivi. Dopo l'arrivo di Kessy nella mia famiglia e la morte dei miei genitori non ci capisco più un cazzo.

Kessy, merda.

Dovevo svegliarla per accompagnarmi al college. È da mesi che dice che il prossimo anno vuole frequentare questo collage ed è da mesi che mi assilla per farla restare un giorno all'interno di quella fottuta scuola.
Corro in camera nostra per chiamarla, sì noi viviamo in una casa per senza tetto da quando avevamo più o meno dai 12 ai 15 anni. Tornando a noi, Kessy non si sveglia, solo Dio sa quanto questa ragazza abbia il sonno pesante. Mi affretto in cucina e prendo due coperchi delle pentole e entro in camera facendoli sbattere il più forte possibile l'uno contro l'altro.. Tutto ciò che ottengo da lei è una fottuta smorfia. Devo passare al piano B: l'acqua.
So che non funzionerà e passerò al piano C: ribaltarla dal materasso.
Prendo un secchio d'acqua molto fredda dal bagno e glielo butto addosso.

"Che diavolo è stato?" Dice Kessy guardandosi in giro, non posso credere che lo sta chiedendo sul serio.

"Kessy era una secchiata d'acqua e non esiterò a tirartene un'altra se non ti alzi, devi accompagnarmi al college." Dico mettendomi una mano sul fianco mentre la guardo rimettersi stesa con la testa sotto al cuscino. Ecco il piano C. Prendo il lato destro della brandina e la alzo così da far cadere Kessy giù dal letto.

"Alzati idiota." Dico e sparisco per andare in cucina.

Qualche minuto più tardi mi raggiunge nella cucina prendendo un bicchiere con dentro della spremuta d'arancia e la beve.

"Non sopporto quando la casa è così piena. Dovrei lavorare e comprarci un appartamento." Si lamenta Kessy guardando schifata i barboni davanti a noi mentre si mettono ad urlare per un incontro di boxe che stanno trasmettendo alla TV di prima mattina.... Solo in America possono trasmettere dei programmi simili alle 07:30 della mattina.

"Sai che costano troppo gli appartamenti a New York e per il momento stiamo bene qui." Lei sputa la spremuta d'arancia per le mie parole ridicole, non so se sto cercando di convincere me stesso o lei.

"Hai indossato dei pantaloni stretti oggi." La guardò sorridendo e le si accaldano le guance per l'imbarazzo quindi aggiungo "Ti stanno benissimo con questo top e questo cardigan mezzo smanicato." Guardo le maniche del cardigan tagliate e lei sorride mente sparisce dalla stanza aprendo la porta d'ingresso. La seguo e apro quella che sarebbe una macchina, è una Smart molto vecchia e c'è posto solo per due, l'unica che posso permettermi al momento. Kessy entra in macchina e io subito dopo di lei.

"Non avrei dovuto mettere questo cardigan." Dice e si guarda le braccia. Non di nuovo, l'aveva appena superata la "vergogna" per le sue cicatrici. Kessy dopo la morte dei miei genitori iniziò a tagliarsi, me ne accorsi dopo un anno o due e la feci smettere subito.

"Quelle non sono più un problema, neanche si vedono." Cerco di confortarla ma quando mi giro a guardarla non sembra che ciò che ho detto poco fa le faccia cambiare idea.
Restiamo in silenzio per tutto il tragitto per andare al campus, parcheggio e scendo dall'auto in contemporanea a Kessy. Lei sembra così forte all'estero, così combattiva e acida ma non lo è, so che lei non ferirebbe tranche una mosca ma il suo passato l'ha resa così, indossa una semplice maschera. Entriamo dentro e la porto nel piccolo cerchio dei miei amici.

"Senti quel maglione o te lo togli o ti dò fuoco con quello addosso." Sentire la voce acuta di Luigi il ragazzo più gay che conosco, beh dopo Luke White che si veste totalmente da donna e porta delle lunghe treccine e scarpe con un super rialzo sotto, non è un piacevole suono da udire così presto la mattina. È famoso nel Berkeley College per la sua sapienza nella moda, siamo in una scuola di moda e dal viso di Kessy lei a differenza mia sta amando la sezione moda più di quella grafica cioè la mia.

"Luigi smettila di urlare contro quel maglione, non può sentirti e non credo che Devon ti darà mai ascolto." Dico con tono piatto. Dopo aver subito i 100 motivi del perché il maglione di Devon è illegale e la vendita dovrebbe essere proibita anche nei negozi da lui indicati si avvicina a noi Niall Horan. Il fratellastro stronzo di Luigi, lui dovrebbe stare nell'edificio affianco a fare quella che credo sia scienze o roba del genere. È il capitano della squadra di Football.

"Hey piccola." Niall sorride a Kessy e si piazza proprio davanti a me contro un armadietto come se gli altri non ci fossero.

"Come ti chiami?" Le chiede lo stronzo mentre i suoi occhi si focalizzano sul suo seno, cerco richiamare la sua attenzione e quella di Kessy ma lei sembra ipnotizzata da quei suoi occhi blu.

"Sono Kessy." Le sorride lei. Penso di star vomitando il cenone di Natale del 2005.

È strano vedere Kessy flirtare con un ragazzo, di solito neanche li guarda.

"Kassandra presumo."

Aia.

"Kessy, se volevo dirti il mio nome completo te lo dicevo, forse ora vorrai sapere pure il mio codice fiscale e numero della carta d'entità." Sputa Kessy irrigidendosi. So quando odia il suo nome intero.

Oblivion.Where stories live. Discover now