𝒫𝓇𝑜𝓁𝑜𝑔𝑜

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❝𝐿𝑒 𝑝𝑟𝑜𝑚𝑒𝑠𝑠𝑒 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑓𝑜𝑟𝑠𝑒 𝑑𝑒𝑠𝑡𝑖𝑛𝑎𝑡𝑒, 𝑢𝑛𝑎 𝑣𝑜𝑙𝑡𝑎 𝑚𝑎𝑛𝑡𝑒𝑛𝑢𝑡𝑒, 𝑎 𝑠𝑣𝑎𝑛𝑖𝑟𝑒 𝑐𝑜𝑚𝑒 𝑙𝑎 𝑛𝑒𝑏𝑏𝑖𝑎 𝑐𝑜𝑛 𝑙'𝑎𝑟𝑟𝑖𝑣𝑜 𝑑𝑒𝑙 𝑠𝑜𝑙𝑒?𝑁𝑜, 𝘩𝑜 𝑙𝑎 𝑐𝑒𝑟𝑡𝑒𝑧𝑧𝑎 𝑐𝘩𝑒 𝑖𝑛 𝑞𝑢𝑒𝑙𝑙'𝑜𝑐𝑐...

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❝𝐿𝑒 𝑝𝑟𝑜𝑚𝑒𝑠𝑠𝑒 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑓𝑜𝑟𝑠𝑒 𝑑𝑒𝑠𝑡𝑖𝑛𝑎𝑡𝑒, 𝑢𝑛𝑎 𝑣𝑜𝑙𝑡𝑎 𝑚𝑎𝑛𝑡𝑒𝑛𝑢𝑡𝑒, 𝑎 𝑠𝑣𝑎𝑛𝑖𝑟𝑒 𝑐𝑜𝑚𝑒 𝑙𝑎 𝑛𝑒𝑏𝑏𝑖𝑎 𝑐𝑜𝑛 𝑙'𝑎𝑟𝑟𝑖𝑣𝑜 𝑑𝑒𝑙 𝑠𝑜𝑙𝑒?
𝑁𝑜, 𝘩𝑜 𝑙𝑎 𝑐𝑒𝑟𝑡𝑒𝑧𝑧𝑎 𝑐𝘩𝑒 𝑖𝑛 𝑞𝑢𝑒𝑙𝑙'𝑜𝑐𝑐𝑎𝑠𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑛𝑎𝑠𝑐𝑎 𝑢𝑛𝑎 𝑛𝑢𝑜𝑣𝑎 𝑓𝑖𝑑𝑢𝑐𝑖𝑎 𝑐𝘩𝑒 𝑐𝑖 𝑙𝑒𝑔𝑎 𝑎𝑙 𝑐𝑢𝑜𝑟𝑒 𝑑𝑖 𝑐𝘩𝑖 𝑠𝑝𝑒𝑟𝑎𝑣𝑎 𝑐𝘩𝑒 𝑙𝑎 𝑝𝑟𝑜𝑚𝑒𝑠𝑠𝑎 𝑓𝑜𝑠𝑠𝑒 𝑚𝑎𝑛𝑡𝑒𝑛𝑢𝑡𝑎.❞

||𝐿𝑜𝑣𝑒 𝐻𝑖𝑛𝑎||

«Questo è un addio?» Chiese un bambino di appena otto anni all'amica, il suo sguardo era fisso sulla palla davanti a lui

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«Questo è un addio?» Chiese un bambino di appena otto anni all'amica, il suo sguardo era fisso sulla palla davanti a lui.

L'altra bambina, della sua stessa età, si sedette di fianco al rosso.

«No» affermò con sicurezza.
«Quando sarò grande tornerò, giocheremo di nuovo insieme!» Esclamò, allungandosi per afferrare la palla da basket.

Lui la seguì lo con sguardo.
«Come idea mi piace, ma torna più forte.»

«Lo farò, tranquillo.»
«Questa è una promessa quindi.» La guardò in attesa di una risposta.

«Si! Lo è!» La bambina dai lunghi, e mossi, capelli viola sorrise, dopodiché, dopo aver messo a terra la palla, portò le mani verso il suo orecchio.

Si tolse uno degli orecchini a piuma viola che indossava.

Li metteva sempre, non se ne voleva mai separare.

La madre molte volte glie ne aveva fatti vedere altri che poteva indossare, ma la scelta della piccola era sempre rimasta la stessa: voleva tenere quelli.

Prese delicatamente la mano dell'amico e poggiò sopra di essa la piuma.

«Uno tienilo tu, così sei sicuro che tornerò, mettilo dove non può rovinarsi.»
«Non te ne sei mai separata» constatò lui guardando prima l'oggetto e poi la bambina.

«Lo so, sarà il simbolo della nostra promessa. Tornerò, e giocheremo nuovamente a basket insieme, questo è per non dimenticarlo» spiegò lei ricambiando lo sguardo.

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Ripensando a quel giorno Kayla portò istintivamente la mano sull'orecchino che le era rimasto, sfiorando le soffici piume viola. Non aveva dimenticato nemmeno per un momento quella promessa.

Successivamente si chinò per chiudere la sua ultima valigia, quel posto ormai le stava stretto.
Aveva deciso di non aspettare ancora, sarebbe tornata in Giappone, anche senza il consenso dei genitori.

La sera precedente avevano avuto l'ennesima discussione sulla sua idea di partire, ovviamente non erano d'accordo. Si erano rifiutati categoricamente di farla tornare lì.

Ma fortunatamente per lei quella mattina erano dovuti partire per un viaggio di lavoro.

Perché ci fosse andata anche la madre non lo capiva, era il padre quello che doveva andare lì per lavoro, non lei.

«Ogni occasione è buona per farsi delle vacanze» borbottò tra se e se, guardando un'ultima volta la sua camera in quella grande villa.

Doveva ringraziare uno degli autisti che avevano a lavorare per loro, se non fosse stato per lui Kayla non sarebbe mai riuscita a partire.

In quella casa era stato l'unico a capire come si sentisse.

Inizialmente non voleva accettare il suo aiuto, non intendeva rischiare di metterlo nei guai, ma lui aveva insistito per settimane e alla fine la ragazza aveva deciso di dargli ascolto.

Chiuse la porta dietro di se e controllò il cellulare prima di portare giù l'ultima valigia.

Sorrise quando vide il messaggio del suo migliore amico.

Si stava già lamentando della quantità di valigie che la ragazza gli avrebbe fatto portare una volta arrivata in aeroporto.

«Non sono poi così tante-» Sussurrò innocentemente la giovane, per poi rispondergli che invece di lamentarsi avrebbe fatto meglio a non arrivare in ritardo.

Le piaceva stuzzicarlo in quel modo, essendo una testa calda era facile farlo alterare, anche se di poco.
Lui questo lo sapeva e ogni volta cercava di non darglielo a vedere.

Era contenta di poterlo rivedere a distanza di anni.

𝑼𝒏𝒎𝒆𝒊 𝒏𝒐 𝒂𝒌𝒂𝒊 𝒊𝒕𝒐 || 𝑨𝒌𝒂𝒔𝒉𝒊 𝒙 𝑶𝑪Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora