CAPITOLO 2

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Due mesi dopo...

“Finalmente si parte!” esclamai, eccitata al massimo.

Eravamo appena saliti sulla nave, dopo aver passato tutti i controlli necessari, ed in quel momento eravamo nella hall, il ponte 3: era lussuosissimo, pieno di colore e di luce. C’erano tre divanetti beige da una parte e uno grande dello stesso colore dall’altra, mentre in mezzo si trovava uno dei tredici bar presenti sulla nave.

Con l’ascensore panoramico, salimmo al ponte 5, dove si trovavano le nostre cabine: io e Mar una, e la famiglia Jonas quella di fianco alla nostra; erano abbastanza piccole, ma ci saremmo state solo per dormire e lavarci, quindi potevano andare bene; in più, avevamo anche un balconcino con due sedie e un tavolino, dal quale avevi una vista fantastica, nonostante ci fossero subito sotto le scialuppe di salvataggio.

Denise e Paul ci dissero che da quel momento in poi, fino alla fine della crociera, avremmo potuto vagare per la nave da soli e fare ciò che volevamo; così, andammo immediatamente in giro ad ambientarci e lasciammo le valigie chiuse, promettendo che le avremmo disfate finito il giro.

Era veramente gigantesca, tanto che c'era addirittura la sala giochi, un teatro quasi più grande della mia casa, due piscine con vasche idromassaggio, una discoteca, una zona dedicata allo sport e perfino delle salette dove potevi suonare e cantare.

Erano le 17 quando finimmo il nostro tour, e, dopo aver fatto la solita prova di emergenza durata 15 minuti, ritornammo nelle camere a disfare le valigie; ci eravamo messe d’accordo con i ragazzi che, non appena avessero finito, sarebbero venuti da noi e saremmo andati insieme a mangiare: il nostro turno per cenare, infatti, era alle 18:30.

Dopo mezz’ora Nick e Joe bussarono ed entrarono nella nostra cabina.

“Avete già finito?” esclammamo con stupore.

“Siete voi che siete lente” si difesero i ragazzi.

“Siamo femmine, è normale. Comunque, perché non fate i gentiluomini e ci aiutate a sistemare?”

“Agli ordini, capo” risero.

Dopo tre quarti d’ora scendemmo a mangiare e rincontrammo Denise e Paul. Arrivò il cameriere, prese le ordinazioni e ci portò i piatti.

“Allora, ragazzi, com’è? Vi piace?”

“È fantastico, mamma” disse Nick “Poi stasera possiamo andare in discoteca a fare amicizia con altri ragazzi?”

“Certo, tesoro, non devi nemmeno chiederlo; come vi ho già detto, fate quello che volete, basta che ritornate in cabina non dopo le 3 di notte”

“Stai tranquilla, Denise, ci siamo io e Fede che ci occupiamo di quelle due pesti!”

“Ehi!” esclamarono Joe e Nick, facendo il broncio. Ridendo, diedi un bacio sulla guancia al più piccolo e Mar all’altro fratello. Subito loro si aprirono in un sorriso e dissero:

“Ora si che stiamo meglio”

“Cattivi, volevate solo un bacio”

“Ci avete scoperto” e iniziammo a ridere.

Finito di mangiare, andammo a sederci sui divanetti della hall, il nostro punto di ritrovo, e parlammo un po’, finché, arrivate le 23, ci recammo in discoteca. Sebbene la nave fosse partita ormai da qualche ora, fu in quel momento che la nostra avventura cominciò.

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Ci avvicinammo ad alcuni ragazzi che erano seduti sui divanetti della discoteca e dissi timidamente:

Best Friends? ...Maybe something more. [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora