La Città d'Argento

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POV Sean

Il tavolo del soggiorno era abbastanza grande per almeno 8 persone, eppure avevo la certezza che tutto l'arredamento fosse lì per simulare una normalissima abitazione multifamiglia. Era una casa enorme, una piccola villetta nella periferia di Forks, vicina alla foresta, una copertura perfetta. La compagna del dottore mi aveva servito dei pancakes con mirtilli e sciroppo, e una ragazzina mangiava con me, Renesmee, che nome bizzarro, anche lei era un ibrido, il pulsare accelerato del cuore lo confermava. Mi fissava curiosa ma non diceva nulla, vuotai il piatto in pochi minuti, bevvi un sorso di latte e mi sentii meglio. Ora il problema sussisteva nel decidere di lasciarli o fare quello che mi aveva chiesto Alice. Il vampiro biondo, Jasper entrò da retro della casa e si fermò nel corridoio lanciandomi un'occhiata incerta, Alice attraversò la porta finestra della sala quasi nello stesso momento e in una falcata lo raggiunse, gli prese la mano e sussurrò qualcosa che non riuscii a capire poi sparirono in un'altra stanza.







POV Jasper

"Non credo sia una buona idea Alice" poco combattivo tentai di nuovo ma oramai aveva deciso,
"Edward la pensa come me" lei corrugò la fronte sorridendomi,
"Jasper... farò di tutto per riportarlo qui, non mi importa dei rischi, e non dovrebbe importare neppure a te, tu sei suo padre" mi appoggiai al bracciolo del divano rosso nello studio di Carlisle,
"Non voglio perdere nessuno dei due, ma sei la persona più testarda che conosco, ci ho provato, promettimi solo che se si metterà male tornerai da me, non fare l'eroina, non un'altra volta, se dovesse capit..." scattò verso di me e mi appoggiò le dita sulle labbra abbracciandomi,
"Te lo prometto" aprii la porta,
"Ora andiamo a parlare con lui"
Edward e Bella erano tornati giusto in tempo, Billy non era troppo tranquillo e voleva vedere Sean per parlarci, ma non c'era tempo. Il demone aveva mangiato e ora se ne stava impettito davanti la porta-finestra. Renesmee venne ad abbracciare Alice, non l'aveva più vista da quando eravamo scesi laggiù,
"Zia Alice, mi sei mancata" Alice la sollevò un istante, era molto più alta adesso,
"Anche tu Ness, tra poco tornerà tutto alla normalità" e gli lanciò un'occhiata intensa, Renesmee prese il capotto e andò alla riserva. Carlisle ed Esmee erano seduti al tavolo di vetro del soggiorno.
"D'accordo, Sean hai pensato a quello che ho detto?" disse lei richiamando la sua attenzione, Sean si voltò pensieroso,
"Qual è il tuo piano?" disse avvicinandosi al tavolo, Alice sospirò,
"Attraversiamo il varco, ci confondiamo tra gli angeli e arriviamo ad Aiden" lui la guardò sconcertata e anche noi in effetti,
"Questa non è una strategia, non sai dove sia ne come sia Lassù, non hai un piano" disse lui sicuro, Alice ci sorrise radiosa, Edward ridacchiò, capii anche io,
"Cosa?" Carlisle battè una mano sul tavolo,
"Beh Sean, illuminaci" il demone ci guardò confusi,
"Vedi il mio piano era convincerti ad accettare di aiutarmi, io ho visto che sai come entrare e conosci la Città di Luce, vedo il futuro non dimenticarlo, sarai tu a dirmi come ingannarli e so che immagini dove possano tenere Aiden" Sean fece un'espressione a metà tra il compiacimento e lo sconcerto.
"Okay, vi farò vedere, devi prestarmi un po' di energia però" Alice lo guardò interrogativa poi comprese che si riferiva ai suoi poteri,
"L'ho fatto molto tempo fa, non so se" lui si schiarì la voce,
"Sai farlo, in confronto a quello che hai fatto nella radura è un giochetto" lei respirò e aprì gli occhi contornati da un alone di azzurrò, allungo le mani sul tavolo, un'espressione di mera concentrazione, dopo pochi secondi una luce calda e azzurra si effuse dalle mani e assunse le conformazione di particelle minuscole e agitate, il demone le sfiorò e queste presero la forma di una piantina tridimensionale. Restammo tutti a bocca aperta compresa Alice quando Sean ebbe finito.
"Incredibile" Carlisle passò la mano sulla città e le particelle cambiarono forma al passaggio di altra materia per poi ricomporsi come fosse acqua o un ologramma. Sean cominciò a descrivere le componenti di quella città immensa, gli angeli e gli arcangeli che vi abitavano, le sedi di controllo per le guardie, il tempio e la montagna rifugio degli anziani, e il Palazzo dei Sussurri, periferico, quasi invisibile per quanto piccolo tra quella massa di edifici sospesi s mezz'aria o fissati a terra al marmo bianco. Lì probabilmente Aiden era protetto da due anziane, le stesse che avevano convito un certo Michele a salvare Alice per la seconda volta.
"Potremmo entrare da sud, qui dal deucalione passare per il campo e arriveremmo al Palazzo, ci basterà trovare un paio di tonache bianche, le anime le indossano, niente ali o ci scoprirebbero, andremo a piedi" Alice ascoltava attenta,
"Non credo si aspettino che tu tenti una cosa così folle, quindi mettere fuori gioco due angeli non sarà un problema, forse due guardie potrebbero controllare l'ingresso principale, l'importante è che non ci scoprano gli anziani" Carlisle e tutti del resto erano rapiti ed entusiasti di scoprire un altro mondo, solo io avevo una brutta sensazione e mi innervosiva quanto ancora non sapevamo.
"E se entrassimo da dietro, da questa, è una pineta no?" chiese Alice,
"Dove, qui?" lei indicò poggiando la mano sulla struttura nello stesso istante in cui lo fece il demone, che indugiò troppo a lungo prima di ritrarre la mano, anche Edward l'aveva notato e mi lanciò un'occhiata divertita, io non lo ero affatto.
"okay, ora abbiamo un piano, partiamo stasera, saremo di ritorno prima dell'alba se tutto va bene" la città di energia svanii e gli altri lasciarono il salotto, Sean indugiò ma gli lanciai un' occhiata torva. Alice si gettò sul divano sospirando,
"Ci siamo allora" era elettrizzata e spaventata allo stesso tempo, mi sistemai sul bracciolo,
"Cosa c'è Jasper?" mi afferrò la mano intrecciandola tra le dita, mi fissò intensamente,
"Andrà tutto bene" disse dolcemente,
"Non è questo..." mi alzai in piedi di scatto,
"Lui non mi piace, non mi fido" Alice mi osservò seria poi sorrise in modo irresistibile, mi cinse i fianchi premendo il busto contro il mio,
"Non ti piace" mi fece eco continuando a sorridere,
"Si, cioè chi ci dice che non ti lascerà lì, o potrebbe tradirti e consegnarti a loro"
"Mmm... non ti piace" ripetè,
"Alice, ti guarda in un modo, lo sento bene" rise impercettibilmente abbassando lo sguardo imbarazzata poi tornò a guardarmi avvicinando il viso,
"Sei geloso?" scrollai le spalle irritato,
"Geloso di lui, ma ti prego" feci per spostarmi ma mi teneva inchiodato a lei, mi prese il viso tra le mani,
"Jasper Hale, tu sei il mio vero e unico amore, non potrei amare nessun altro" lo sapevo ovvio ma sentirlo da lei mi procurò una gioia incontenibile, l'abbracciai baciandola con passione.







POV Sean

Le ore passarono lentamente, molto lentamente, e poi finalmente calò il buio. Dalla soffitta della casa dove avevo trascorso balzai in giardino, Alice e il resto della famiglia erano già lì, avevo perlustrato da cima a fondo il territorio dei Cullen, davvero ampio sino ai confini col Canada e ricco di fauna e di sentieri impercorribili per gli umani, un posto perfetto. Mi tenni a distanza mentre parlavano.
"Fa attenzione" Bella la strinse forte con gli occhi lucidi, la compagna ed il dottore fecero lo stesso, il compagno le prese entrambe le mani e la fissò dritto negli occhi senza dire nulla, poi lei avanzò verso di me,
"Andiamo" esordi tesa ma impettita, spalancammo le ali e ci alzammo in volo. Le nubi grigie da pioggia assorbivano il pallido bagliore della luna tinteggiando il cielo scuro e con poche stelle, era molto veloce, quasi troppo anche per me, mi sollevai di quota, lei fece altrettanto e con poca fatica, allora accelerai piroettando tra le correnti d'aria cercando si seminarla, non la scorgevo più dietro di me quindi mi fermai sbattendo energicamente le ali per tenermi sollevato, voltandomi indietro avevo la corrente contro, un lampo azzurro mi abbagliò e scattai indietro, sogghignando continuò a volarmi davanti, era più veloce di me, non potevo obiettare, rallentò il ritmo e riuscì a volarle di fianco, il viso lievemente rosato per l'aria fredda e i capelli corvini che piroettavano all'indietro per il vento, aveva un'espressione beata,
"E' da settimane che non volo...beh almeno non cosciamente" mi disse aumentando il tono della voce,
"E' dura nascondere ciò che siamo" dissi, mi guardò incerta,
"Ecco fermiamoci qui" era il punto che avevo usato per aprire il portale il giorno precedente, il bagliore delle sue ali azzurre era sempre più intenso e anche i suoi occhi, infiammati, bene pensai, la giusta dose di energia per aprire il varco.
"Ora aprirai il portale... sei un angelo quindi ci riuscirai devi solo immaginare di aprire una porta o un cancello, come preferisci" alzò gli occhi al cielo divertita,
"Sul serio?" annuì impassibile,
"Si sul serio" chiuse gli occhi cercando di visualizzare quello che le avevo detto, non avevo mai visto delle ali così, piume intatte e morbide, di diversa intensità di colore dal blu chiaro in cima e poi azzurro e quasi bianco alle estremità, e quegli occhi, c'era un mondo in quegli occhi.
"Sean?" tornai concentrato, non avevo fatto caso alla sua domanda,
"Adesso che faccio allora?"
"Protendi la mano come se volessi aprirla e canalizza tutta l'energia che hai nella mano" lo fece e funzionò, il varco si aprii in pochi secondi, uno squarcio di luce bianca nella trapunta del cielo e come uno specchio d'acqua dall'altra parte tremolava uno spazio di marmo bianco contornato da edifici. Entrammo.







POV Alice

Varcata la soglia mi sentii immediatamente come svuotata e mi fermai poggiando le braccia sulle ginocchia semi-piegata. Sean mi precedeva di poco,
"Tranquilla" disse serafico,
"E' normale, aprire un portale ti prosciuga, devi abituarti a questa dimensione, qualche minuto e andrà meglio" mi fece cenno e ci posizionammo dietro un muretto di marmo, la strada anch'essa bianca e di pietra si irradiava all'infinito e una fitta nebbia bianca consentiva di vedere solo le cime degli edifici in lontananza. I due muri alti una 50ina di centimetri costeggiavano entrambi i lati della strada, annusai l'aria, avvertivo odore di erba bagnata e corteccia, la nebbia nascondeva probabilmente una specie di foresta,
"Ritrai le ali, così non ci noteranno, ora è notte fonda nessuno passa per la strada laterale, almeno nessun angelo" ero confusa, io vedevo un'unica strada, quella da cui eravamo sbucati ed era ampia e ben visibile,
"Io non capisco ci sono altre strade ma" si grattò la testa,
"E' difficile da spiegare, ma non potevo aprire un varco diretto sulla città, sono passato di qui quasi inosservato l'altra volta, è una strada quasi sconosciuta, la vedi cosi chiaramene e vedi solo questa perché il varco era intriso dei miei ricordi" ero ancora più confusa,
"E non ci sono guardie?" scosse la testa,
"Per ora, gli angeli sono in assemblea a quest' ora, incontreremo qualche anima, ma non diranno nulla o almeno non subito, qui non accade mai nulla di pericoloso o di non previsto" iniziavo a sentirmi di nuovo bene,
"Ok muoviamoci" percorremmo la strada a passo d'uomo, a mano a mano sentivo che ci avvicinavamo sempre più a mio figlio, fremevo dal desiderio di riabbracciarlo. A metà strada una donna anziana e con indosso una toga bianca e lunga oltre il ginocchio apparve dalla fitta nebbia, allarmata guardai Sean che le sorrideva, era un sorriso simulato certo ma era la prima volta che mi soffermai a guardarlo meglio, i tratti incupiti e stanchi svanirono.
"Percepisco il tuo smarrimento cara" disse la donna prima rivolgendo un cenno a entrambi,
"SI, noi siamo appena arrivati, è tutto un po' strano" la donna squadrò i nostri vestiti, io indossavo un pantalone nero e una camicia rosa antico, Sean i pantaloni e la felpa larga di chissà chi. Rise un po' stranita.
"Capisco capisco, provai la stessa cosa, perdonate la mia curiosità ma sono morta nel 1812 e sono sempre bizzarri i vestiti delle anime di questo secolo" spalancai gli occhi e Sean mi diede una leggera gomitata,
"Oh certo, si figuri" cercai di apparire tranquilla e sorridente,
"Buona permanenza allora" la donna svanì, Sean accelerò il passo, magari voleva evitare altri incontri di quella natura,
"Hey aspetta, spiegami cosa diavolo è successo, quella signora era una mortale?" Sean annuì pensieroso,
"Cioè le anime beate, conservano il proprio corpo e vivono qui?"
"Vedi il corpo è solo una proiezione, non sono fatti di materia, solo gli angeli qui sono viventi" rimuginai,
"Da dove è apparsa, siamo su questa strada che ha una sola direzione!" ridacchiò,
"Te l ho detto che era complicato, questa città non è come quelle sulla terra, i beati interagiscono tra loro percependo le affinità, okay cercherò di essere più chiaro, i beati pensali come rette parallele che vanno in unica direzione, molteplici infinite rette parallele, e ora immagina un alone che ognuna di esse crea, un alone di luce, la luce fa si che si percepiscano l'una con l'altra e più la luce è intensa più le linee si confondono l'una con l'altra sino a formare un solo piano" mi illuminai,
"E' come se fossero tutte un'unica anima" Sean annuì colpito,
"SI esatto"
"Quindi sentono tutto, conoscono la vita passata di tutti, e interagiscono senza vedersi o toccarsi, è sorprendente, ma non capisco come ci abbia trovato" ammisi,
"Beh noi siamo un' interferenza, e come un computer basta che un solo pixel cambi forma e il sistema si accorge che c'è qualcosa che non va, ma i nostri vestiti fanno credere che siamo anime appena arrivate, non lo comunicheranno subito agli angeli" guardai i contorni degli edifici,
"Ma se le anime non vivono lì giacchè non sono propriamente entità fisiche chi?" si fermò,
"Non è ovvio? Gli angeli ci vivono"







POV Sean

Arrivammo in città, e subito portai Alice nello spogliatoio del solarium, il primo edificio nei quartieri più bassi, il vapore delle saune ci evitò incontri inopportuni. Gli armadietti bianchi come il resto del circondario erano privi di maniglie o fessure,
"Che vuoi fare qui?" Alice si guardava attorno preoccupata, ma tranne alcune anime di passaggio non c'era nessuno.
"Dobbiamo indossare delle toghe o vestiti, così ci scopriranno subito" Alice annuì inquieta,
"Sei sicuro, dovremmo spacciarci per anime?" scossi la testa,
"Siamo vivi, i nostri cuori accelerati e l'odore non si può camuffare, dobbiamo passare per angeli, cioè per angeli del paradiso, niente ali però, andremo al tempio a piedi" mi tolsi la felpa,
"SI ok ok, ho capito niente ali, non serve che tu me lo ripeta, hey ma che" si girò imbarazzata dall'altra parte, mi ero tolto anche i pantaloni, poi mi resi conto,
"Scusami, per secoli ho visto solo facce maschili, e sgradevoli" ridacchiò,
"Ma dove li prendiamo i vestiti, questi armadietti sono, sigillati" le presi la mano facendola voltare e la adagiai sulla superficie bianca,
"Come pensavo" l'armadietto si aprii con un leggero click, indossai la tonaca bianca con badatura dorata, Alice ne aprii gli altri in cerca di un abito che potesse andarle giusto,
"E' perché sono metà angelo?" afferrò una toga stretta in vita alla greca, poi mi fissò ammiccando,
"Oh certo" mi voltai lasciandola spogliare, ripensai al giorno precedente, quando era incosciente l'avevo tenuta tra le mie braccia nuda, sentii il fuoco salirmi sulle gote. Ma che diavolo mi prendeva ora.
"Si, inganni il sistema, dato che non possono capire cosa sei a pieno e giacchè sei vampira e sei stata umana e ora anche angelo.", dei passi cominciarono ad avvicinarsi,
"Andiamo" mi disse e uscimmo dal solarium,
"Camminare fino a quella montagna, a passo umano? Ci vorrà troppo, ho detto che domattina saremmo tornati" riflettei qualche secondo,
"Forse c'è un altro modo, i tunnel" ci avvicinammo al retrobottega di Lucius, era tutto uguale, come se migliaia di anni non fossero passati, da piccolo andavo sempre a prendere il nettare li. Il più dolce della città.
"Wao" Alice contemplava le stradine zigzaganti e gli angeli che svolazzavano da un piano all'altro degli edifici a cielo aperto istallati a più livelli, c'era vita, molta vita, eppure una calma disarmante, flebili mormorii e il rumore del vento tra le foglie, qualche risata.
"Sotto il ponte che collega la città alla foresta ci sono i tunnel, è raccolta energia e si collegano direttamente al tempio, passiamo di lì evitando il percorso più lungo per la foresta" fu d'accordo e ci avvicinammo al ponte.








POV Alice

Dopo un'ora percorsa a velocità massima finalmente la luce, uscimmo dal tubo di avorio dove particelle di luce biancastra fluttuavano nel buio e il tempio fu a poche centinaia di metri, c'erano un giardino ben curato e ricco di fontane panchine e colonnati prima del tempio, voci indistinte si fecero sempre più chiare a mano a mano che ci avvicinavamo. Gruppi di angeli camminavano o volavano in direzione contraria al tempio,
"Merda, devono aver spostato qui la riunione, però mi sembra già finita" si bloccò incerto,
"E' un bene o un male che sia finita?" mi guardò sospettoso,
"E' un bene perché usciti tutti potremmo andare da Aiden, un male perché potrebbero sapere del nostro arrivo" deglutii, nulla mi avrebbe fermato, andai avanti e dopo una leggera esitazione anche lui mi seguì, alcuni angeli chiacchieravano seduti su panchine, altri in piedi vicino alle colonne, tutti giovani, bellissimi e con occhi ambrati, emanavano una leggera luce bianca anche ad ali chiuse. Un angelo anziano con due enormi ali dorate passò dalle scale alla fontana a noi più vicina, Sean mi sfiorò la mano irrigidito,
"Vieni qui" ci parammo dietro una colonna ma l'anziano scortato da due angeli in armatura veniva proprio nella nostra direzione e cercare di nascondersi l'avrebbe insospettito, Sean si guardò intorno poi sospirò,
"Scusa ma devo farlo" non capivo cosa intendesse finchè si avvicinò incastrandomi contro la colonna e cingendomi il fianco mi baciò. Mi baciò ad occhi chiusi e intensamente, finchè il gruppo vedendoci non fu passato oltre, mi scostai in imbarazzo, avevo tenuto gli occhi fissi su di lui e una strana sensazione di piacere e rabbia mi aveva invaso, non dissi nulla, lo aveva fatto per distrarli, ora bisognava pensare ad Aiden.
Riuscimmo ad eludere gli ultimi angeli che uscirono dal tempio e entrammo da un accesso laterale. Non vedevo il futuro da lì, non sapevo cosa sarebbe accaduto ma se non fossimo riusciti a riportarlo indietro probabilmente gli anziani non ce lo avrebbero lasciato più vedere. Il tempio, uno spazio semi-circolare aperto era adiacente ad un edificio, un piccolo castello in pietra,
"Via libera" Sean davanti a me fece cenno di proseguire e ci inerpicammo sulle scale arrivando una piccola torre, sfondai la porta pregando che nessuno sentisse. La stanza era ampia e tappezzata di tende di seta bianca, candelabri e scaffali colmi di libri con tavoli annessi ne riempivano lo spazio, era una sorta di biblioteca. Annusai l'aria.
"Dobbiamo solo cercare, l'edificio non è grandissimo, sarà in una di queste stanze" disse lui, evitava il contatto visivo e sembrava irritato, il castello sembrava deserto, dopo la 5° stanza vuota un profumo familiare mi investì in pieno, da sud, cannella e viole, era lui, mio figlio era qui. Scattai in direzione dell'odore, bloccandomi a pochi centimetri da una porta di legno rosso non del tutto chiusa. Tremante avvicinai la mano alla maniglia ma Sean mi tirò indietro,
"Che fai?" sussurrai impaziente,
"C'è qualcosa che non va, è troppo semplice" si guardò attorno con aria circospetta, non gli prestai attenzione, il desiderio di rivederlo e riabbracciarlo era troppo forte, spalancai la prima anta, gli occhioni blu di Aiden si rivolsero in direzione dello stridore della porta confusi, era tra le braccia di una donna velata di bianco, comprese chi era la figura slanciata e dai capelli corvini e scompigliati e sorrise, mi lanciai verso di lui col cuore colmo di gioia. La donna inebetita non sapeva cosa fare, tentò di indietreggiare ma vedendo Sean si bloccò, mi porse con un'espressione di ghiaccio il bambino,
"Aiden, tesoro sono io, è la mamma" lo avvolsi in un abbraccio, mi sentii bene, finalmente bene dopo settimane,
"Ma...mma" disse con voce limpida, lacrime di gioia mi solcavano le guance, mi soffermai a guardarlo tenendolo sempre tra le braccia, era in buona salute, era cresciuto, non mi aveva visto per mesi, eppure sembrava perfettamente conscio della situazione, era sorprendentemente intelligente. Sean si avvicinò preoccupato,
"Chi è?" Aiden si ritrasse spaventato,
"Tutto ok tesoro, ora andiamo via, a casa" uscimmo dalla stanza e ci fiondammo sulle scale uscendo nel cortile del tempio.
"No..." sussurrai impercettibilmente, 5 guardie armate di bizzarre spade ritorte e gli anziani erano lì ad aspettarci, probabilmente sapevano tutto dall'inizio, Sean aveva ragione, strinsi più forte a me Aiden. Sean spalancò le ali e si frappose tra noi e loro.
"Demone, fatti da parte!" urlò una guardia piena d'ira. Cercavo con lo sguardo l'angelo dalla barba rossiccia che mi aveva avvisato del maleficio ma non era lì, c'erano 4 angeli con toghe diverse e ali dorate. Non erano tutti gli anziani.
"Alice lascia qui tuo figlio per favore" parlò una donna che mosse qualche passo verso Sean tendendo la mano, sfiorò Sean con la mano e lui intontito si fece da parte, due contro tutti loro, un suicidio. Cercavo con lo sguardo ogni via di fuga, sapevo che per Aiden sarebbe stato traumatico un altro distacco. Un crogiolo di forti emozioni cominciò a sopraffarmi.
"Perché? Cosa vi aspettate che faccia, sono sua madre, non può stare lontano da me" le lacrime premevano per uscire ma tentai di assumere un'espressione furiosa,
"Certo sei sua madre, ma lo facciamo per il suo bene e il tuo, devi imparare ad assumere il controllo totale" aveva parlato un angelo anziano, chiusi gli occhi respirando, un tremito mi scosse tutto il corpo, Sean si avvicinò,
"Prendi Aiden" mi guardò confuso,
"Prendilo!" lo prese in braccio, Aiden spaventato cominciò a piangere, sentii l'energia amplificarsi dentro di me dischiusi le ali calde e luminose,
"Basta menzogne, voi avete il terrore che possa distruggere questo posto da un momento all'altro e tenere mio figlio come ostaggio è la vostra unica garanzia!" strinsi i pugni, le colonne del tempio cominciarono a vibrare e così le panchine e le statue, l'acqua nelle fontane e gli alberi,
"Cosa sta facendo" la donna indietreggiò, l'angelo anziano fece cenno alle guardie che rinfoderarono le armi,
"Beh non sbagliate, ora come ora sento il forte impulso di fare a pezzi tutto" il marmo delle colonne si frantumò in minuscole particelle e così il terreno vorticò in aria e l'acqua scivolò via dalle fontane, tutto si mescolò nel caos, poi bloccai quanto stava accadendo, e tutto si fermò a mezz'aria, sospeso, li guardai uno ad uno, erano sconvolti compreso Sean,
"Michele" la donna gli tirò un braccio, l'anziano con la barba rossiccia apparve nel medesimo istante in cui la donna pronunciò il suo nome.
"Adesso lasciateci andare immediatamente e non osate tornare nella mia vita o crollerà tutto, moriremo tutti qui" sbattei le ali alzandomi a mezz'aria,
"Michele , cosa facciamo" l'angelo fece indietreggiare tutti,
"Va bene, va bene, ora sta calma" accelerai il processo, i boati si amplificarono,
"Vi lasciamo andare fermati ti prego!" disse la donna terrorizzata, Michele la fulminò con lo sguardo,
"Okay, si ora basta, andate!" atterrai rilassando le mani e chiudendo gli occhi, tutto si ricompose, presi Aiden scuotendo Sean ancora irretito. Ci alzammo in volo senza voltarci. Avevo appena fatto l'impossibile.

Eravamo usciti dal varco, stringevo Aiden sulla mia spalla infreddolito, si era camato, la brezza fredda gli scompigliava i capelli neri, gli ricadevano quasi sul collo, era passato così tanto tempo, mi sembrava impossibile che fosse salvo oramai. Sean volava dietro di me lentamente, lanciai un'occhiata, guardava in basso, fisso, chissà a cosa stava pensando, avevo fatto paura anche a lui, e in verità anche a me stessa. Scacciai quel pensiero, non volevo rovinare tutto, ora ero felice, completa, e quando Jasper ci avrebbe rivisti. Cominciava ad albeggiare, il cielo rosato si liberava dalla foschia della notte, sentii più vicina la foresta di Forks, tentavo di rallentare e non andare in picchiata per non spaventare Aiden, ma poi notai che era completamente a suo agio a quell'altezza, anzi stava sonnecchiando. Avvistai il verde del pigneto, mi fermai a mezz'aria e altrettanto fece Sean, guardò in su circospetto,
"Ce l'hai fatta davvero" disse guardandomi in maniera criptica, appoggiai il mento alla testa capelluta di Aiden,
"Avevi dubbi?" dissi sorridendo, ricambiò fugacemente poi voltò le spalle,
"Meglio che vada" ma non si mosse, era ovvio voleva dirmi qualcosa,
"Dovresti restare, gli altri vorranno ringraziarti ancora" senza rispondermi planò giù in fretta.
"Dov'è Alice?" l'eco della voce di Jasper mi fece accelerare, avvertii i loro odori, Jasper Bella Edward Esmee Carlisle Jacob, tutti intorno al porticato ad aspettarci, atterrai al centro portando le ali davanti al corpo schermando Aiden, Jasper mi guardò sollevato, dischiusi piano le ali luminose per l'emozione e mostrai Aiden, il sollievo si trasmutò in gioia e commozione, Jasper si slanciò verso di noi e ci abbracciò. Una mano intorno al mio fianco un'altra intorno ad Aiden,
"Hey campione, finalmente sei tornato" gli carezzò la guancia paffuta e gli baciò la fronte, Aiden completamente vigile, agitò le braccia entusiasta, un lacrima argentea mi rigò il volto, ero in estasi in quel momento, non vedevo altro se non loro e quel momento; poi Jasper mi baciò intensamente, e poi Bella Esmee Edward, tutti vennero a vedere Aiden e a prenderlo in braccio, anche Jacob si trastullò, l'unico in disparte era Sean che contemplava la scena da un angolo, fu Jasper a notarlo per primo, gli si avvicinò prendendomi per mano,
"Grazie... davvero" gli pose una mano sulla spalla, Sean imbarazzato sorrise scrollando le spalle,
"Beh, ha fatto quasi tutto lei" ammiccò ad Edward che ci stava raggiungendo, i ridolini di Aiden mi scaldavano il cuore, Bella ed Esmee lo adoravano,
"E'..." Edward esaminò i miei pensieri, tentai di sminuire ma il ricordo era così vivido nella mia mente, e avevo fatto una cosa assurda,
"Ti racconterò tutto" dissi a Jasper stringendomi al suo braccio,
"Bene ora è meglio che vada a sistemare delle faccende, sul serio, se mi tratterrete ancora in ostaggio o in un'altra missione di salvataggio Lucifero verrà a prendermi di persona" Edward scoppiò a ridere,
"Okay, addio demone" disse e anche Carlisle lo salutò, guardò me e Jasper indietreggiando,
"Allora, Alice, è stato un piacere" avevo la sensazione che non si sarebbe più fatto vivo.
"Entriamo!" annunciò Bella con Aiden in braccio.




CARI LETTORI,

QUESTA STORIA E' GIUNTA AL TERMINE. MA...STO LAVORANDO AD UN SEQUEL MOLTO AVVINCENTE CON NUOVI SCENARI E PERSONAGGI E FORSE SI EVOLVERA' QUALCUNO GIA' COMPARSO QUI... CI AGGIORNIAMO PRESTO CON LA NUOVA STORIA! A PRESTO ;)

NON SO PIU' CHI SONO (an Alice Cullen's story)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora