Ferire per morire

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Incipit: one-shot piuttosto introspettiva, dal punto di vista di Brando, che si colloca precisamente nella 3x03 quando Fabio e Brando parlano divisi dalla porta della stanza di quest'ultimo

Brando è appoggiato alla porta chiusa della sua stanza, dall'altra parte Fabio. È Fabio che attacca a parlare: — Ho saputo di tuo padre. Mi dispiace un sacco, dev'essere un bell'incubo.
Frase buttata lì per smorzare la tensione provocata dal silenzio instaurato. Brando non risponde e il silenzio cala ancora su di loro, ma Fabio riprende subito a parlare, cambiando discorso: — Comunque sei stato un grande a dare un pugno in faccia a Niccolò.
— Non sai che liberazione.— risponde, finalmente, Brando.
— Lo so, lo so. La sensazione più bella del mondo è comportarti come vorresti... anche se per farlo devi fare qualcosa di sbagliato. Però ne vale la pena.
Queste parole pesano come un macigno per Brando che non ha mai avuto il coraggio di essere quello che realmente è, che ha sempre represso una parte di sé stesso, quella più vera, per paura di essere giudicato, di essere escluso, di essere rifiutato... da suo padre, da Niccolò, dalla società. E pesano il doppio proprio perché queste parole gliele sta dicendo Fabio per l'ennesima volta che -Brando lo sa- intende solo consolarlo per farlo sentire un po' meglio, sono anche parole molto blande e prevedibili secondo il suo parere, che non sortiscono l'effetto sperato da Fabio (perché figurati se riesci a tirare su Brando con delle frasi un po' tumblr fatte sul momento, in generale proprio) sopratutto se ribadiscono il fatto che lui debba trovare il coraggio di "uscire allo scoperto" ricordandogli quanto sia codardo.
Ma almeno lui si preoccupa e cerca di tirarlo su di morale, perciò lo ringrazia mentalmente per questo: la cosa che davvero lo fa stare un pochino meglio è proprio sapere che almeno Fabio ci tiene a lui.
Sa che si preoccupa per lui, ma l'altra sera gli ha detto chiaro e tondo che, seppur era passato giorni prima per sapere come stava, non c'erano secondi fini: per Fabio la storia era chiusa in maniera definitiva e tanti cari saluti.
Essere rifiutato per ben due volte dal figlio del preside...! Se qualcuno gli avesse detto che avrebbe fatto questa fine ci avrebbe creduto nel duemilamai.
Da quella sera in cui aveva esagerato era stato malissimo psicologicamente e mentalmente, non volendo più neanche uscire di casa e quei giorni passati dentro casa li ha passati con la convinzione che facesse schifo: si guardava allo specchio e vedeva un mostro e non sapeva minimamente il perché, visto che aveva passato tutta la vita sapendo che aveva un carattere di merda e di essere un codardo, questo sì, ma almeno poteva contare sul suo aspetto esteriore; invece in questo periodo non riusciva neanche a contare su questo... Forse perché vedeva il riflesso di tutte le brutte cose che aveva fatto a sé stesso e a Fabio.
Il suo pensiero torna a quella fatidica sera dove voleva davvero, ma davvero, farsi del male. Non solo aveva litigato con suo padre, ma era andato da Fabio perché voleva rimediare in un qualche modo, invece lo aveva respinto. Voleva cercare conforto, comprensione, sostegno dall'unica persona che lo aveva sempre capito, l'unica persona con la quale è sempre riuscito ad essere Brando al 100%, senza filtri, senza restrizioni, senza pressioni: si sentiva libero, era libero. Quella persona era Fabio, con Fabio stava bene, stava sempre bene anche se non era mai riuscito a dirglielo. Era egoistico da parte sua andare da lui dopo che lo aveva distrutto, dopo che gli aveva fatto così tanto male, dopo che gli aveva mandato all'aria quella pseudo relazione con quel tale... Alessio? Alessandro? Non ricorda esattamente... Comunque gli aveva fatto tanti torti e non lo biasimava se ce l'aveva con lui. E forse non era tanto il suo litigio con suo padre ad averlo buttato giù così tanto quella sera, in fin dei conti litigava sempre con lui, ci era praticamente abituato, ma sapere che Fabio lo aveva visto per la brutta persona che realmente era e essere stato rifiutato in così malo modo proprio dall'unica persona a cui teneva di più lo aveva distrutto. Perché Brando per difesa ha questa corazza che si è costruito nel tempo su cui ha sempre potuto contare per sopportare cose che, senza questa corazza, non sarebbe riuscito a reggere, ma allo stesso tempo lo aveva reso freddo, un cinico che rifiutava ogni affetto e legame con il costante terrore di affezionarsi a qualcuno per paura che questo qualcuno lo abbandonasse. Quindi meglio soli, sempre, in qualunque momento, in qualunque circostanza. Cavarsela da soli, contare solo sulla propria persona e rinnegare ogni forma di legame che non sia l'amicizia di qualche fidato amico.
"Le emozioni ci rendono deboli"
Con questo mantra è stato cresciuto e lo aveva fatto suo, infatti lui le sue emozioni non le esternava mai e i primi tempi ci era riuscito anche con Fabio. Anzi, all'inizio pensava che l'attrazione che sentiva nei suoi confronti fosse solo una cosa passeggera, nata e morta lì come qualsiasi tipo di attrazione adolescenziale dettata anche un po' dagli ormoni impazziti e un po' di confusione sul suo orientamento sessuale la riteneva normale. Nel momento in cui, però, sentiva che questa attrazione non accennava a diminuire, ma si faceva sempre più intensa ha iniziato a intimorirsi e il fatto che Fabio fosse diventato il suo pusher non aiutava, non aiutava manco per niente ed una sera ha ceduto: lo ha baciato. L'ha fatto d'istinto, gli è venuto naturale senza neanche pensarci, lo descriverebbe come la classica spinta che costringe due calamite con i poli opposti ad avvicinarsi. Tornando a casa l'unica frase che gli martellava in testa era: "Cosa cazzo ho fatto?" seguita poi da: "Sono un cretino, mi sono messo in un casino."
Infatti Fabio ha chiesto spiegazioni il giorno dopo e lui ha negato dicendo che era strafatto. Tipico. Prevedibile. Non ci hanno creduto neanche le pietre, ovviamente. E la risposta di Fabio Fedeli era stata solamente: "E tu non farti le seghe su me, sono fidanzato."
"Ah."
Tutt'oggi non sa con precisione cosa ha scaturito in lui quella frase, sa solo che aveva provato una fitta di gelosia mista a qualcos'altro di non ben definito a cui non sa dare un nome perché di emozioni in vita sua ne aveva provate tre in croce, ma da lì è partito tutto: ogni volta che lo vedeva non riusciva proprio a resistergli e aveva capito che per Fabio era lo stesso ed era nata quella relazione clandestina che gli dava tutto ciò che a lui era sempre mancato, quelle emozioni che non aveva mai provato, quella felicità che non aveva mai avuto. La verità era che Fabio era stato l'unico a far breccia in quella corazza che si era costruito con tanta fatica, gli costava ammetterlo anche solamente a sé stesso ma questa era la realtà. E ovviamente, Brando, da gran cazzone qual è, ha gettato tutto alle ortiche per salvarsi l'immagine. Voleva stare con Fabio, ma senza dirlo a nessuno per paura di rivelarsi, cosa che a Fabio è stata bene i primi tempi poi si è stufato, dicendogli in ogni modo che doveva essere solamente lui al mille per mille e Brando per tutta risposta lo ha mandato a cagare in 20 modi diversi, facendo del male a Fabio, ma anche facendosi male da solo perché sapere di sbagliare su ogni punto di vista e sapeva di ferire Brando e questo lo faceva stare male.
Fino ad arrivare a quella volta, dove ha deciso di digerire quel rifiuto da parte di Fabio buttandosi in droga e alcol e quasi non ci ha rimesso le penne.
È stupito del fatto che Fabio sia ancora qui con lui, a cercare di tirarlo su di morale, anche con frasi stupide, è venuto da lui dopo tutto quello che gli aveva fatto, ha continuato a venire da lui sempre, anche quando suo padre gli diceva che lui non lo voleva vedere. Gli si stringeva il cuore a pensare a quanto buono e a quanto bella sia la sua anima. Lui non ne sarebbe mai stato capace, probabilmente.
Il pensiero di quella sera gli ritorna in mente ancora una volta, ci pensa spesso in realtà, durante la giornata, è una cosa di cui si vergogna perché quella volta aveva davvero toccato il fondo e decide di esternarsi con Fabio, di aprirsi un po', perché sa che non lo giudica e perché vuole liberarsi da questo peso e dirgli davvero le cose come stanno, in fondo se lo merita anche.
— Io ti devo dire una cosa...— dall'altro lato non sente una risposta, ma sa che Fabio lo sta ascoltando
​— Quando quella sera... ho litigato con te e con mio padre...— si blocca, è davvero difficile per lui dire quello che sta per dire, aprirsi, ma vuole farlo davvero. Adesso che sta dicendo quelle parole ad alta voce, il ricordo è più forte e sente di nuovo la rabbia, la tristezza, la paura e il dolore provato, e gli sale un groppo in gola, ma continua ancora: —Ho avuto un crollo.— sospira e guarda il vuoto per evitare di piangere, perché va bene aprirsi ma non sia mai che Brando De Santis possa piangere alla presenza di qualcuno! Istintivamente comincia a scuotere la testa in segno di negazione, guardando davanti a lui e davanti a sé rivede quella scena come se stesse guardando un film, si sente uno schifo.
Riprende: — Non avevo mai provato quella sensazione prima d'ora.
Ancora silenzio, ma non si aspetta una risposta. Più riesce ad aprirsi e più riesce a vedere con chiarezza quanto abbia sbagliato. Non vuole più essere quel Brando che era stato fino a poco tempo fa, si comincia a sentire come un estraneo a quel ragazzo, quella maschera gli cominciava a stare stretta. Fa un male cane perché adesso si vedeva con altri occhi e non poteva credere a tutto quello che aveva detto e fatto,a tutto quello che era stato. Non ci poteva credere.
— Non è stato un incidente... Io volevo proprio farmi male.— dice, non riuscendo del tutto a frenare quel nodo alla gola, e portandosi le mani alla nuca, alzando i ricci che fino a poco prima gli ricadevano sulla fronte, cercando disperatamente di non crollare a piangere, cosa che si stava facendo davvero ardua. Lo aveva detto però: finalmente era riuscito a liberarsi di questo peso. Era riuscito ad esternare i proprio sentimenti ed a Fabio Fedeli, per giunta; una piccola vittoria.
Sente Fabio deglutire prima di cominciare a parlare con voce seria: — Brando... Fammi entrare.
Brando si prende del tempo prima di rispondere perché non sa cosa realmente vuole, se farlo entrare anche solamente per rivederlo, perché lo vuole rivedere! Non gli basta sentire la sua voce da dietro una stupidissima porta, si sarebbe dovuto ripetere mentalmente in loop "Guardare ma non toccare" perché lo sapeva benissimo che sarebbe finito ad avere voglia di baciarlo, toccarlo, ma no: Fabio non voleva più e poi si era rimesso con Alejandro lì, sarebbe stato meglio limitarsi a guardargli le labbra come l'ultima volta che si erano visti; oppure no? Forse non era il caso... Non perché non vuole davvero, ma perché non vuole che Fabio lo veda così: in questo stato disastroso, vulnerabile. Non se la sente, non ancora.
— No.— risponde secco. Sa che a questa sua risposta Fabio c'è rimasto male, ma anche l'ultima volta che lui aveva preso coraggio ed era andato da lui con quell'aria sicura -quando sicuro non era per niente, anzi era teso come le corde di un violino, con il cuore che gli batteva a mille- e dicendogli senza troppi giri di parole: "In realtà sono venuto qui per te" sbattendosene della festa (voleva solo rivederlo, perché gli mancava) e avendo ricevuto come risposta: "Non vorrei che tu avessi frainteso, ma io sono venuto l'altro giorno a casa tua per chiederti come stavi... non per altro" se ne era andato dicendogli che non si doveva preoccupare dei problemi che aveva avuto e che si sarebbero rivisti a scuola con un finto sorriso di chi non se l'è presa per l'ennesimo rifiuto e aveva girato i tacchi in fretta e furia, senza neanche voltarsi per non far vedere a Fabio la tristezza e la delusione che aveva nel sentirgli pronunciare quelle parole. Anche lì aveva messo quella facciata che ora non riusciva a tirare fuori.
Aggiunge dicendo: — Ti voglio solo far capire che... che io ci sto davvero provando a cambiare.— ed era vero. Appoggia la testa al muro, facendo rumore, poi si porta le mani giunte alla fronte e chiude gli occhi.
E non poteva saperlo, ma Fabio aveva fatto un sorriso perché sapeva che era sincero e, in realtà, Brando comportandosi così aveva già fatto un grande cambiamento. E per il momento bastava. Andava bene così.

[2.162 parole]

Angolo autrice:

BUONASERAAAAAAAA (Si prega di leggerlo con la voce di Filip Simaz)
Okay, non era questo quello che doveva venire fuori, il progetto era tutt'altro, cioè, il finale era tutt'altro: doveva esserci un happy ending molto più happy, ma ho mantenuto i toni della serie su quella scena. Alla fine è un'analisi di Brando (il mio baby boy) praticamente. è.é
Voglio spiegare come è nata questa FF, così spiego anche il titolo che sennò sembra non essere inerente alla storia, quando -ve lo giuro – nella mia testa aveva un senso.
AllUora, ero in macchina e avevo da poco finito di vedere la 3x03 e pensavo intensamente alla frase di Brando: "Non è stato un incidente... Io volevo proprio farmi male." che mi aveva particolarmente colpito, quando alla radio stava passando "Alla mia età" di Tiziano Ferro e nel mentre pensavo a queste cose felici sento il pezzo che "Ciò che è scritto può ferire per morire" ed io ci ho visto delle... ehm... somiglianze, non so: "Ferire per morire", "Io volevo proprio farmi del male".
I MEAN!!!
E niente, è nata così.
So che non è il massimo, ma ci tenevo particolarmente a scriverla. Poooiii, come ho annunciato sul mio profilo twitter (vi invito a seguirmi se volete ritrovarvi in tl scleri vari sui Brabio e Brabio content daily, mi trovate come //Nadsine) ho già in mente la prossima FF Brabio che sto per scrivere, diversa da questa ma sempre dal punto di vista di Brando perché amo scrivere su di lui, con una punta di angst in più, quindi stay tuned per i prossimi aggiornamenti.
Per oggi è tutto, se vi va lasciate una recensione.
See you soon,

//Nadynana

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