Capitolo 2

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Le prime lezioni inizieranno, per noi del primo anno, domani mattina mentre oggi ci è stato concesso un pomeriggio libero per poterci riposare e per fare un giro in questa "bellissima città", nel caso ci fossero persone provenienti da altre.

"Terra chiama Layla- inizia la mia amica- ehy, ma mi stai ascoltanto, sei ancora lì?"- conclude confusa-
"Si, cosa stavi dicendo?"- rispondo sbuffando-
"Sei costantemente sulle nuvole, comunque, Sabato ci sarà la festa di benvenuto, organizzata apposta per noi del primo anno e noi - dice indicando entrambe - ci saremo e niente storie" aggiunge poi puntandomi un dito contro.

Annuisco distratta alzando le mani in segno di resa, non ci vorrei andare, insomma, sappiamo tutti come sono le feste dei College americani, fumo, alcool, ragazze, ragazzi, ormoni impazziti e il giorno dopo persone che si ritrovano in chissà quale stanza molte delle volte insieme a un ragazzo o una ragazza.

Il resto del pomeriggio lo passiamo intente a mettere negli armadi i nostri vestiti, insieme ai continui sbalzi d'umori di Becky che oggi è particolarmente bipolare, anche più di me, ma questo non è tutto, dopo qualche obbiettazione e imprecazione da parte mia, io e Becky siamo vestite e truccate.

La ragazza sosteneva che starsene a casa la prima sera del college era da depressi e cosi mi ha praticamente obbligata a vestirmi e anche a truccarmi per passare "una bellissima serata nelle vie di Manhattan", parole rigorosamente sue.

Indosso un jeans a vita alta nero, un maglioncino bianco, dato che essendo a Settembre le sere si fanno piu fredde, e infine le mie air max bianche.

Una volta pronte usciamo dalla scuola e ci dirigiamo verso il centro di Manhattan dove già molte luci, alcune bianche, altre di un colore più caldo, ne contornano il bordo.

Inutile dire che Manhattan non è solo il cuore della "Grande Mela", ma è anche uno dei centri culturali più importanti di New York, costituita dall'Empire State of Building, il Time Square e cosi via.

E mentre io e la mia amica ammiriamo la città, grazie alla mia fantastica goffaggine, puntualmente vado a sbattere contro qualcuno.

Vado a sbattere contro il petto di una persona, di cui mani mi stringono stretta per non farmi cadere mi circodano la vita e mi tengono stretta.

Poco dopo alzo lo sguardo prendendomi del tempo per ammirare la sua bellezza.

Porta una maglietta corta e niente sopra e riesco perciò a vedere le sue mani muscolose tutte tatuate, cosi come la parte superiore del collo e ai lati della testa, chissà quanti ne avrà ancora.

I nostri occhi si incontrano, il suo sguardo é intenso e non esprime nessuna emozione, é freddo e distaccato, estraniato al mondo, continuiamo a guardarci e nessuno proferisce parola, fino a che qualcuno si schiarisce la voce, che capisco essere quella della mia amica solo quando ella apre la bocca per parlare.

"Noi, ecco non lo abbiamo fatto apposta, ci dispiace".

Due occhi verdi/grigi sembrano ora volermi perforare la pelle e guardarmi dentro.

"Non c'é di cui scusarsi, eravamo un po distratti. Io sono Alan e lui è mio fratello Trevor, è un piacere conoscervi, vero Trevor?" -dice uno dei due ragazzi-
"Certamente, stai attenta la prossima volta"- é l'unica cosa che esordisce, nell'esatto momento in cui toglie le sue mani da me.

"Si certo, scusa e grazie"- lui si limita a un cenno del capo mentre la mia amica prende nuovamente la parola- "Piacere, sono Becky e lei è Layla"- dice Becky- "Molto piacere"-ribattono- "Ci farebbe piacere rimanere ancora con voi, ma dobbiamo scappare, alla prossima direi"- afferma Alan poco dopo- "Certo, alla prossima"- Becky parla, ma la mia mente è ancora immersa in quegli occhi verdi/grigi.
Trevor.

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