Ho ascoltato la musica, una musica malinconica, dalle parole tristi. Le cuffiette, di tanto in tanto perdevano il loro equilibrio e cadevano giù. Le recuperavo posizionandole nuovamente al loro posto. Il divano disfatto della notte passata, e nel mezzo della fodera immacolata del cuscino c'era un chiazza scura, causata dal sudore della settimana scorsa. Non posavo il mio corpo nel letto da circa nove mesi, lasciavo riposare la mia mente, i muscoli con le ossa in cucina o in soggiorno.
Ecco, l'insonnia mi faceva dormire poco e la mia testa andava di matto in quelle ore che non passavano mai. Ancora i pensieri suicidi non erano giunti. Mi sono alzata e ho camminato piano per andare a scrutare il mio viso allo specchio. Bianco cadaverico, le occhiaie violacee. I capelli neri mi ricadevano appena sulle spalle, gonfi e con qualche nodo difficile e doloroso da pettinare. Gli occhi vacanti e tristi li vedevo, eccome se li vedevo. Il piccolo neo, come un puntino, sotto l'occhio sinistro cresceva di poco insieme alla mia età. Il mio viso iniziava ad avere cambiamenti, lineamenti delicati, disegnati da una mano ferma e decisa.
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Gazza di bosco
General FictionL'adolescenza, si dice sia il periodo più bello della vita. Per alcuni è così. Altri divenuti adulti accarezzano il desiderio di ritornare in quegli anni di spensieratezza. Non è così per Amela, solcata dall'afflizione degli anni gioiosi. Dall'aff...