Capitolo 3

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"Adesso basta, forza non hai due anni, alzati. Non va bene, non puoi andare a letto alle 3 e il giorno dopo non svegliarti, non ho deciso io di uscire ieri, forza"- riprovo esausta-
"Stai zitta, lasciami in pace fai quello che vuoi tu"- afferma lei.

Ieri sera siamo tornate a casa all'una del mattino ma Becky era troppo impegnata ad urlare  per dormire e cosi ora non si vuole svegliare.

Faccio finta di allontarmi e Becky accorgendosene rilassa i suoi muscoli, poi con un gesto rapido la faccio cadere per terra, facendo scontrare il suo di dietro contro il pavimento.

"Questa me la paghi"- urla lei furiosa mentre io mi sbellico dalle risate, cerco di ricompormi e ribattare a tono- "A mali estremi, estremi rimedi"-dico puntandole un dito contro.

Nonostante le innumerevoli imprecazioni da parte di Becky, siamo riuscite ad arrivare in classe in tempo, alla prima ora abbiamo letteratura inglese, la mia preferita.

Il professore non è ancora in classe così ne approfitto per guardami intorno mentre Becky già dorme sul banco, infondo a destra ci sono delle ragazze tutta bellezza ma niente cervello, a sinistra c'è il gruppo delle ragazze che vengono definite "le secchioni e sfigate" della scuola;

più avanti ci sono alcuni ragazzi della squadra di football, molto carini, e altri intenti a parlare di macchine e moto.

Poi un gruppo attira la mia attenzione, la prima a entrare è una ragazza alta bionda finta, corpo snello coperto solo da un pezzo di stoffa che non lascia tanto spazio all'immaginazione, ai piedi un paio di trampoli, sotto braccio una borsa, trucco pesante e orecchini a cerchio argento;

successivamente entra una ragazza dai capelli neri più coperta della prima, indossa un jeans a vita alta e una maglietta mezza pancia da cui si intravedono gli addominali appena accennati, mentre ai piedi un paio di sandali col tacco nero;

dopo di lei ne entra ancora una dai capelli castani/neri, con una gonna aderente che arriva sopra al ginocchio e una maglietta beige al'interno di essa, ai piedi un semplice paio di zeppe.

Sembrano tutte così perfette che non possono mancare i ragazzi e infatti tre di loro fanno il loro ingresso all'interno della classe. 

Il secondo ragazzo mette poi una mano sulla vita della ragazza dai capelli biondi, il primo fa la stessa cosa con la seconda ragazza e infine anche gli ultimi due. In tutto ciò credo di essere rimasta imbambolata e dopo un piccolo stato di trance, riesco a riprendermi grazie alla mia amica-

"Vedi quei bei ragazzi? Le ragazze saranno sicuramente le più popolari della scuola, quelle che si fanno l'intera generazione maschile, non sarà tanto difficile uscirci. Tu cosa dici?"- ammica-  "Ma guarda qui, Becky si è svegliata dal mondo dei sogni e poi quelli- dico facendo un cenno nella loro direzione- sono fidanzati quindi tu- riprendo puntandole un dito contro- stai lontana da quelli lì, niente storie".

Il nostro piccolo dialogo viene interrotto da una signorina che entra in classe- "Signori, signorine oggi il vostro professore non verrà a scuola, quindi, avete l'ora libera"-cosi dopo qualche sbuffo e qualche urletto di gioia ci avviamo verso l'uscita della classe.

Improvvisamente sento il mio telefono squillare e nel tentativo di cercarlo nella borsa vado a sbattere contro qualcuno, questa volta questo qualcuno non si fa tanti problemi a sorreggermi e nel giro di pochi secondi sono sul pavimento, che dolore atroce.

Alzo gli occhi al cielo e mi maledico mentalmente, non potevo sbattere contro qualcun altro?

Davanti a ma in tutta la sua bellezza e strafottenza, la ragazza di prima, la bionda.
"Ti sembra il modo di camminare? Su spostati"- é atroce il suo modo di fare.

Sto per ribatere a parole ma lei se ne è già andata, poco dopo un ragazzo si avvicina a me, è uno dei ragazzi di prima, il più alto, mi tende la mano- "Scusala a volte sa essere un po acida, perdonala"- si gratta la nuca strofinando le mani sui pantaloni-"Un pochetto dici? Quella è proprio una stronzetta non si vede da chilometri?"- lei non ce la fa proprio a non parlare- "Becky" -dico dandole una gomitata nelle costole a cui risponde con una smorfia.


Il ragazzo davanti a noi invece scoppia a ridere e non posso che notare i suoi denti perfetti e la sua risata mozzafiato, dopo poco si riprende- "Hai ragione, io sono Erick, Erick Hossler e lei è mia sorella Kate Hossler"- brutto colpo, la mia amica inizia a tossire, mentre Erick continua a ridere, che presuntuoso.

Poi qualcuno si affianca a lui, sono tutti i ragazzi di prima, compresa "Kate".

"Ragazzi loro sono.."- inizia-"Becky e Layla"-finisce la frase la mia amica-"Becky, Layla loro sono Katherine -dice la ragazza di fianco a lui, quella con cui era prima- Jake- dice indicando un altro ragazzo- Jade - dice indicando la ragazza di fianco a Jake- e poi ci sono Paul e Kate, che già conoscete, Jade, Paul e Katherine sono fratello e sorrelle"- conclude senza smettere di sorridere, loro si limitano a un cenno del capo e cosi anche noi prima di separarci e tornare nelle nostre stanze o nelle rispettive classi.

Il resto della giornata passa tra lezioni e urla, dopo il nostro "piacevole" incontro siamo tornate in camera perchè Becky voleva riposare poi siamo tornate alle lezioni successive.

Fortunamente la giornata passa in fretta e la mia amica è troppo stanca per uscire, cosi mi faccio una doccia, mi metto il pigiama e vado a letto consapevole che domani, come il resto della settimana, sarà una grande avventura marcia.

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