19 Luglio 2010 –Holmes Chapel
“Ti rendi conto? Fra meno di 24 ore sarò lì su quell’aereo, diretto verso Londra, dentro quello studio, con Simon Cowell e Cheryl Cole davanti e un milione di gente attorno!” Esclamò Harry preso dall’entusiasmo.
Stavamo facendo una rapida passeggiata per i corridoi della scuola, c’era un corso per matricole sulle lingue straniere più strane, che durava fino alla fine di luglio e io ed Harry avevamo deciso di frequentarlo. Strano.. chi avrebbe mai sprecato un mese della sua estate in quel modo? Ogni tanto qualche ragazza che passava in cerca del campo da football, in cui si tenevano alcune partite, lanciava un’occhiata stupida al riccio, che mi stava accanto per la grande notizia che ormai aveva fatto il giro di tutto l’istituto. Harry si sarebbe esibito a The X Factor UK.. era incredibile come quelle quattro ochette sculettanti fossero così impertinenti. Prima che la scuola sapesse di come avesse trascorso i suoi prossimi giorni, Harry era invisibile, come me d’altronde, o meglio ce ne stavamo con il nostro gruppo di amici ‘normali’. Niente Barbie bionde, niente energumeni palestrati e neanche i voti regalati dai professori.
“E se non ce la farò? Se arriverò lì e mi venisse un attacco epilettico o.. una perdita di sensi!” Harry trasalì, poggiando una mano sulla mia spalla per farmi fermare di colpo e quando incontrai il suo sguardo preoccupato mi scappò una risatina.
“Oh andiamo Haz.. sei bravissimo, la tua voce è fantastica e non hai mai sofferto di epilessia o cose simili”
“Va bene.. ma dobbiamo darci un addio per bene prima che io parta. Non voglio mancarti.. Kara” Abbassò lo sguardo facendo il labbruccio e nascondendo un sorrisetto sotto i baffi.
“Ma sentilo! Semmai sarai tu quello a cui mancherò, signorino Harold Edward Styles e poi.. di quale addio parli? Ci sentiremo tutti i giorni per telefono o magari per SMS” Dissi poggiando le mani sui fianch,i mentre lo fissavo con un sopracciglio alzato.
“Giusto.. stavo scherzando!” Esclamò sorridendo. Appena passammo dall’armadietto 367, l’armadietto di Harry, egli prese i suoi libri e al suono della campana trasalimmo. “Penso che la nostra conversazione sia conclusa, signorina Karen Grace Morrison. Devo andare in classe e salutare Ricky, Lion e Parker.”
“Anch’io dovrei andare e.. non chiamarmi con il mio nome completo. Odio quando lo fai!” Dissi sarcastica, prima di stringerlo in un abbraccio fin troppo forzato. Egli ricambiò dandomi un amichevole bacio sulla guancia e quando ci staccammo l’una dall’altro, gli scompigliai con una mano i ricci ben definiti che aveva sulla testa.
“Mi mancherai migliore amico..”
“Anche tu.. ci vediamo oggi alle 6 p.m davanti al parco”
Annuii e poi vidi la sua sagoma allontanarsi sempre di più.
Già, Harry Styles, 16 anni e troppo impegnato a far ridere la gente con le sue improvvisate buffonate, era il mio migliore amico sin dalla terza elementare. I nostri genitori avevano colto l’attimo per conoscersi meglio dato che avevano subito notato che noi due andavamo d’accordo. Di solito, una bambina con il fiocco rosa in testa e i pensieri sospesi in aria, avrebbe il bisogno di fare amicizia con un altro gruppo di femminucce, ma la chioma di ricci castani, gli occhi smeraldini e il sorriso pulito accompagnato da due adorabili fossette ai lati, erano molto meglio.
“Hai sentito che Styles dovrà esibirsi a The X Factor?” Borbottò una mora che masticava una gomma con poca dignità.
“Che domande! Ovvio che sì, lo sa ormai metà scuola e poi.. penso che sia sparito da ieri, non lo vedo più in giro.” La rossa si fermò, cacciando il pacchetto di sigarette in tasca e aprendo il suo armadietto, mentre faceva conversazione con la sua amica che continuava a masticare quella gomma come una capra.