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"Vuoi che accompagni pure te non è così?"
Disse Yunho ridendo, buttando in macchina Mingi per poi mettersi in guida.

"Yun-"

"Quindi? Dove ti porto?"
Lo interruppe Yunho ridendo appena guardando la faccia confusa di Mingi, era ovvio che si sentisse in imbarazzo.

"Non devo andare da nessuna parte!"

"Ok allora ti porto io in un posto!"
Yunho schiacciò l'acceleratore dopo aver detto questa frase, molte persone lo consideravano pazzo, aveva degli sbalzi di umore incredibili.

Certa gente lo chiamava Bipolare, e Yunho si limitava a guardarli male.
Non avevano idea di cosa fosse la bipolarità.

E sicuramente non era carino chiamarlo così, anche perché pensava fosse una mancanza di rispetto per chi ne soffriva davvero.

Mingi si perse nei suoi pensieri, sapeva di non poter contraddire Yunho.. Era un game over a prescindere.
Era curioso di sapere dove lo stesse portando, ma sorrise vedendo che il ragazzo dalla chioma celeste lo portò in una piccola montagna.
Si piccola, ma era abbastanza alta per guardare mezza città dall'alto.

"Sarà assolutamente banale dire, Ehi questo è il mio posto preferito.. Però.. Ehi questo è il mio cazzo di posto preferito!"
Mingi rise, amava il fatto che il ragazzo che amava si stesse aprendo sempre di più con lui.
Non conosceva questi lati di lui così euforici ed esaltati.

Non appena parcheggiato, i due uscirono dalla macchina e Yunho corse sporgendosi dalle sbarre per vedere meglio la città.

"Yunho non sporgerti troppo per favore.."
Mingi lo abbracciò da dietro, aveva paura che il suo amato cadesse.
Non voleva mica rovinare quel momento con un suicidio involontario.

"Hai paura che io possa cadere e morire?"
Gli chiede sorpreso Yunho.

"Non è ovvio?.."
Yunho sorrise.
No, per lui non era ovvio.

"Se lo dici tu per me lo è.."

"Perché solo se lo dico io?"

"Perché da quando i miei genitori mi hanno augurato di morire per me non è più ovvio."
Mingi sciolse l'abbraccio, Yunho aveva appena raccontato qualcosa di sé, qualcosa di delicato del suo passato.
Pensava fosse una persona senza problemi di questo tipo, invece si sorprese.

Yunho si girò appoggiandosi alle sbarre e guardando dritto negli occhi Mingi, non mostrava nessun tipo di emozione facciale.
Voleva rimanere impassibile e soprattutto insensibile in quel momento.
Aveva paura che Mingi potesse prendersi gioco di sé e del suo passato.
Non gli avrebbe permesso di vedere le sue lacrime in quel caso.

"Perché mi guardi così? Mi trovi ripugnante Mingi? Se davvero mi amassi non mi troveresti ora ripugnante.
Ma ti ho portato qua per vivere un momento felice con te, o un momento triste che può finire in tragedia."

"Cosa vuoi dire con tragedia?"

"Che se mi ritrovi ripugnante... Mingi.. Puoi decidere di uccidermi."
Il più grande spalancò gli occhi, Yunho era pazzo?
Davvero si sarebbe lasciato uccidere da lui? Perché? E soprattutto perché dovrebbe ucciderlo?

"Yunho ma che cazzo stai dicendo?.. Ti amo, non ho il coraggio neanche di farmi del male io stesso.. Non potrei mai uccidere una persona, soprattutto se quella persona sei tu."

"Allora se ti dirò tutto.. Non ci saranno problemi per te vero?"
Mingi negò con la testa, non c'erano davvero problemi per lui.

"Vedi.. Mio padre è mia madre hanno provato tante volte ad avere un bambino, ma non ci riuscivano quasi mai.
Mia madre piangeva spesso, e mio padre non aveva idea di cosa fare.
Avevano anche preso in considerazione di adottare un bambino, ma lui non era d'accordo e quindi sarebbe finita in un divorzio.
Però finalmente ci riuscirono, mia madre risultò finalmente incinta.
Peccato che mio padre scopri solo qualche giorno prima di non riuscire ad avere figli, trovava solo il momento giusto per dirlo a mia madre.
Mia madre si fece mettere incinta da uno sconosciuto, pur di riuscire ad avere un figlio..
I miei divorziarono.. E quando mi diede alla luce, lei mi odiava spudoratamente.
Mi lasciava sempre da mia nonna, ma quando la nonna iniziò ad ammalarsi dovette prendersi cura di me.
Ero un pupazzo per lei su cui sfogarsi..
Mi feriva sia psicologicamente sia fisicamente.. Gli insegnanti si accorsero di questo è chiamarono gli assistenti sociali, ma la cosa peggiorò sempre di più... Andai a vivere con mio padre, lui non mi feriva fisicamente.. Ma voleva comunque che io sparissi dalla faccia della terra."
Yunho aveva un nodo alla gola, non aveva intenzione di dirgli cosa gli facevano i suoi genitori.
Non riusciva, non voleva parlarne.

"Yunho.. Sei mai andato da uno psicologo..?"
Yunho sorrise, Mingi pensava che lui fosse malato forse?

"Si, non appena raggiunsi la maggior età, iniziai delle sedute con uno psicologo.
Mio padre mi cacciò fuori di casa, andai a vivere da un amico.
Le sedute dallo psicologo andavano bene, in un certo modo mi hanno fatto bene. Sto meglio, non chiedo nient'altro.
Pensi che io sia malato mentalmente?"

"No Yunho, penso solo che.. Non ti meritavi niente di tutto ciò, pensi di essere tu il problema ma non lo sei, non hai mai desiderato qualcosa del genere se non una famiglia che ti volesse bene e ti amasse per davvero.
Sei forte Yunho.. Sei arrivato fin qua e ti rispetto per ciò che hai passato.
Perché dovrei pensarti come un malato mentale solo perché sei stato maltrattato per tutti questi anni?
Non hai capito che ti amo e che non smetterò mai di amarti?"

Double love || WoosanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora