Chapter I

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Il fatto che era bella, era un dettaglio completamente irrilevante.
Laprima volta che la vide, la voce di Jimin gli arrivava ovattata,mentre i suoi occhi si focalizzavano su quei occhi color nocciola esfocavano tutto il resto, lo stomaco era un agglomerato di membra strette su loro stesse e il tempo scorreva lento e metodico. Era lontana da loro, ma gli rivolse un tenue sorriso di benvenuto e tornò alle sue faccende. Passava agilmente tra i tavoli, la lunga coda castana che ondeggiava a ogni suo passo e un instancabile sorriso sulle labbra rosee. Riusciva a portare vassoi colmi di cappucci e brioche con una tale scioltezza che persino uno agile come lui riconobbe che se fosse stato al suo posto, sicuramente gli sarebbero caduti al primo passo.
Non era mai stato lì, in quella caffetteria chiamata CafféBene, no che fosse andato troppo in giro per Seoul negli ultimi tre, quattro anni. Jimin aveva insistito talmente tanto che gli aveva fatto venire la nausea e aveva acconsentito ad accompagnarlo solo per non doverselo subire ancora. Avevano anche costretto Namjoon avenire, nonostante anche lui avesse la voglia pari a zero. Jimin aveva insistito perché lì ci lavorava una sua vecchia e carissima amica di liceo e aveva ancora contatti con lei.
La caffetteria si trovava in un angolo, ai piedi di un grande grattacielo, non proprio al centro ma nemmeno sperduto in periferia. I due lati esposti sulla strada erano completamente di vetro, mentre l'interno aveva pareti bianche con testate color legno chiaro, dello stesso colore dei tavoli e delle sedie sparse per il locale. Il bancone di legno era leggermente più scuro e aveva una lunghissima vetrina stracolma di dolci e pietanze di vario genere. C'era anche qualcosa di salato, poté notare Jungkook, seguendo meccanicamente i suoi due amici e sedendosi a un tavolo.
"Mi ha detto Min-so che servono un buonissimo cappuccio qui, oltre a una grandissima varietà di dolci e brioche..."
Ma Jungkook non lo stava sentendo, era fisso a guardare quella ragazza volteggiare tra i tavoli con vassoi colmi di pietanze, sperando che il suo sguardo si posasse dove erano seduti loro per poter essere serviti da lei.
"Non posso crederci! Park Jimin!" - a esclamarlo fu una ragazza con un caschetto liscio e corvino, gli occhi scuri e un sorriso a colorarle il volto.
"Kim Min-so!" il biondo si alzò dal proprio posto, stringendo velocemente l'amica in un abbraccio "Ti dona la camicia gialla."
"Ma che dici, mi fa sembrare un limone!" e scoppiò a ridere, seguita dall'amico "A cosa devo questa piacevole sorpresa?"
Jimin si risedette al suo posto, passandosi una mano tra i capelli biondi "Altrimenti continuavi a rinfacciarmi che non venivo mai atrovarti, e così... Mi sono fatto anche accompagnare. Credo che non te li debba presentare, vero?" chiese, sorridendo e indicando isuoi amici.
Min-so scoppiò a ridere, aggiustandosi la frangetta "No, non credo. Molto piacere." continuò, inchinandosi. Poi osservò il più giovane, fisso a guardare la sua collega e sorrise furba.
"Jimin, io torno tra poco. Vi mando Charlie, ok?" e si dileguò, mentre continuava a sghignazzare e con una mano alzata richiamò l'altra ragazza. Si avvicinò a essa e le sussurrò qualcosa nell'orecchio, allontanandosi immediatamente per servire dei clienti appena entrati - "Sono al tavolo diciassette, Charlie!" le gridò.
"Sembra simpatica." commentò Namjoon, afferrando il menù e leggendolo velocemente "Chissà qual è lo speciale del giorno."
Jungkook annuì, fisso ancora a guardare quella ragazza servire tavoli con quel bellissimo sorriso "Speriamo sia lei..."
"Che?" chiese Jimin, guardando nella direzione in cui guardava l'amico "Chiudi la bocca, che sta arrivando." e gli passò un tovagliolo, facendo ridere anche Namjoon.
"Smettila!" borbottò, accartocciandolo immediatamente nel suo pugno, vedendo che la ragazza che fino a poco tempo prima stava osservando, si avvicinava al loro tavolo.
"Buongiorno!" esclamò sorridendo e inchinandosi "Se posso, vorrei proporvi lo speciale del giorno: latte schiumato con caramello e cannella accompagnato da una brioche riempita con mele." e sorrise di nuovo, tirando fuori un block notes dalla tasca posteriore dei jeans, annotando velocemente il numero del tavolo "Ditemi tutto."
Il più alto dei tre indicò col dito una bevanda "Com'è ilCiccio?"
"È una tazza da cappuccino di ginseng, con sopra una crema alla vaniglia e topping al cioccolato."
"Questo!" esclamò, facendo un lieve sorriso "E un croissant alla Nutella."
"Sfoglia o brioche?"
"Sfoglia."
Appuntò il tutto con un lieve sorriso "Poi?"
Jimin ricambiò il sorriso "Un cappuccio al cioccolato e una crostatina all'albicocca."
"Normale o integrale?" snocciolò automaticamente, mentre scriveva velocemente sul foglio di carta.
"Normale."
"Perfect! E per te?" e le sue labbra si aprirono in un sorriso che mostrava addirittura i denti, si stupì a pensare Jungkook. Non riuscì a spiccicare mezza parola, osservandola con la bocca leggermente aperta. Lei inchinò lievemente il capo, in attesa e le labbra congelate in quel gesto di cortesia.
Fu Jimin a dargli una botta per resettarlo "Sveglia!" gli disse, mentre riusciva a stento a non ridere, con al suo fianco Namjoon che scuoteva il capo con un sorriso divertito sulle labbra.
"Speciale." borbottò ancora fisso su quel viso.
"Come, scusami?"
Scosse il capo "Lo speciale. Voglio lo speciale."
"D'accordo. Ci vuoi anche la panna sopra?" - Jungkook annuì stralunato - "Grazie. Arrivo tra poco." e si congedò dai tre, strappando il foglietto della comanda e tornando al bancone per preparare l'ordine.
Min-so le fu accanto, aggiustandosi la frangetta corvina con le dita "Come sto?"
Charlie alzò un sopracciglio, mentre teneva ancora in mano il braccetto della macchinetta del caffè "Normale... Ma perché me lo chiedi?"- notò che stava ancora armeggiando coi capelli - "La vuoi lasciare in pace quella frangetta?"
"Devo passare affianco al loro tavolo! Ci tengo che Jimin mi veda inperfette condizioni! E pensare che ai tempi del liceo non era tutto questo granché..."
"Piuttosto, passami il caramello." esclamò spazientita, stoppando l'erogazionedel caffè.
"A proposito, questa sera c'è la serata al Marvin...Vieni anche tu?"
"No, domani ho l'Accademia." rispose automaticamente questa, mentre disegnava un sole col topping al caramello.
"Domani è domenica! E poi, non hai l'obbligo di frequenza, potresti..."
"Min-so..."
"Ok! Ho capito!" borbottò l'altra, vedendola sistemare accuratamentele bibite e i dolci nel vassoio e prenderlo poi con una mano, mentre con l'altra afferrava un dispensar di zucchero "Devo ancora capire come fai a portare tutto con un unico servizio..."
"Anni di allenamento." e avanzò spedita al tavolo diciassette, posando il tutto ai rispettivi proprietari e congedandosi con un inchino, per poi tornare alla collega.
"E poi, sai che non mi piacciono quei locali." esclamò appoggiandosi al bancone con il braccio.
"Ma è sabato! Dai, uscire un po' non ti farà del male..." ed eccola che faceva il labbruccio triste, il suo modo per farla intenerire.
Charlie si schiaffò una mano in faccia. In effetti era da un po' che non usciva la sera, ma il lavoro e l'Accademia l'avevano talmente risucchiata che la sera riusciva a stento a studiare, che crollava subito. Sembrava però che Min-so desiderasse davvero la sua presenza...
"D'accordo! Ma all'una me ne vado!"
"Sì!" la strinse in un frettoloso abbraccio e scappò al cliente del tavolo tre con un sorriso stampato in faccia. Charlie pensò che se bastava così poco per rendere felice quella ragazza, forse doveva assecondarla un po' di più.
Notò che uno dei tre ragazzi seduti al tavolo diciassette la stavano chiamando con una mano alzata, e lei andò subito da loro.
"Ditemi."
"Potremmo avere un altro cappuccino al cioccolato?" chiese il biondo "E poi, un'altra brioche alla mela."
Sorrise "Arrivano sub-..." ma fu interrotta da Min-so, che ne aveva approfittato per avvicinarsi al tavolo del suo amico, e per chiederle una cosa a suo parere di vitale importanza, da interromperla durante un'ordinazione "Che ti metti questa sera per il Marvin?" - perché doveva essere così specifica nella domanda?
Charlie la fulminò con lo sguardo, congedandosi dai clienti e rifilando un pizzicotto al braccio della collega "Potevi avvicinarti con un'altra scusa, no?" - le disse poi dietro al bancone.
"È la prima che mi è venuta in mente!" si giustificò l'altra "Jimin mi ha guardata. Cioè, tutti e tre mi hanno guardata."
"Sono molto contenta."
"La domanda comunque rimane..."
Charlie alzò gli occhi al cielo "Oggi sei insopportabile, te lo dico in tutta sincerità."
"Possiamo prepararci insieme?"
"Prepararci? È il Marvin Min-so, mica BuckinghamPalace."
"Posso venire alle sette a casa tua?"
Che parlava a fare? Tanto Min-so mica l'ascoltava!
"Sì, va bene..."
Aveva uno sguardo sognante "Penso che metterò quel vestito corto a pois che ho comprato insieme a te la settimana scorsa... E poi gli stivaletti... Tu che dici?"
Charlie stava sistemando l'ordine sul vassoio "Bellissima." disse distrattamente, avanzando di nuovo verso il tavolo diciassette.
"Ecco qui." disse, sorridendo ai tre e togliendo le tazze e i tovaglioli sporchi dal tavolo, andandosene di nuovo, con la sensazione di essere osservata. Ancora.
"La stai consumando, lo sai?" borbottò Namjoon verso Jungkook, dandogli metà della brioche alla mela "Chiedile il numero e finiscila, o ti prenderà per uno svitato!"
"No, che sei pazzo?"
Jimin intervenne "Posso chiederlo a Min-so, se vuoi..."
"No...No..." il più giovane dei tre scuoteva il capo, decidendo che era meglio concentrarsi sulla brioche piuttosto che continuare a guardare quel fondo schiena stretto in quel paio di jeans scuri "E poi, non ho bisogno del vostro aiuto..."
"Io credo di sì." - dalle sue spalle, la voce di Min-so era divertita e tratteneva a stento un sorriso "Su Instagram si chiama Charlie Lee, puoi cercarla se vuoi. E poi, mi pare che questa sera abbia un impegno o sbaglio?" e fece l'occhiolino a Jimin, che scoppiò a ridere.
"È bello constatare che dal liceo non sei cambiata di una virgola, Kim Min-so."
Questa si passò una mano tra i capelli, con aria vanitosa "Grazie Park." e poi tornò a posare la sua attenzione sul più giovane, che aveva preso nel frattempo il cellulare e aveva aperto l'app di Instagram "È il secondo risultato, quello con la ragazza col cappello verde."
"Che fretta..." commentò Namjoon, scoppiando poi a ridere.
Jungkook li ignorò tutti, concentrandosi a guardare le foto del suo profilo. Era pubblico, quindi poteva vederle tutte tranquillamente. A primo sguardo, c'erano molte foto di paesaggi naturali e di palcoscenici con le più disparate scenografie, tutte con la localizzazione dell'Accademia di Arte e Spettacolo di Soul, pochi selfie e quasi tutti con facce buffe o in compagnia di Min-so o altri amici. In molte foto ricorreva un ragazzo coi capelli platino e un orecchino a forma di piuma al lobo sinistro. Aprì una foto, cercando nei commenti o nella didascalia qualcosa che potesse illuminarlo sulla figura di quello, ma non trovò nulla, solo un emoji di un clown. La gola gli si annodò, ma prontamente Min-so gli sciolse ogni dubbio.
"È un suo compagno di Accademia. Nulla da temere."
"Oh...Ok..."
"Cominciamo bene!" - Namjoon si schiaffò una mano sul viso, mentre Jimin scoppiò a ridere e si coprì la faccia con le mani, cercando di essere il più discreto possibile.
Jungkook continuò a guardare il profilo di Charlie, osservandone poi un selfie, uno degli ultimi pubblicati: era seduta a terra con le gambe incrociate e strette in dei blue jeans, una felpa scozzese rossa e gli anfibi ai piedi. Sorrideva e gli occhi nocciola avevano assunto una sfumatura verdastra, e i capelli castani invece erano legati inuna treccia che le scendeva di lato. Come didascalia c'era lascritta "Tonight's first"e l'emoji di un bicipite. Non capì il senso, continuando a guardare i suoi selfie. In un altro era completamente avvolta nell'oscurità, solo il volto era illuminato e i suoi occhi guizzavano come un semaforo verde. Niente di speciale ma Jungkook pensò che fosse bellissima. Eppure non aveva tantissimi follower, a mala pena seicento, ma le sue foto avevano più di duecento "mi piace"... Forse era un tipo conosciuto, visto che lavorava a contatto col pubblico. Per sbaglio gli scappò un "mi piace", tanto da schiaffeggiarsi il viso di fronte a tutti.
"Cos'è successo?" chiese Jimin, mentre poggiava la sua tazza di cappuccio.
"Gli sarà scappato qualche "mi piace"... Perché non la segui?" commentò Min-so, andandosene poi di fretta per poter sparecchiare il tavolo tre.
"Con quale profilo sei collegato?" gli chiese il più grande dei tre.
"Quello privato." - tutti e sette i ragazzi avevano due profili: uno pubblico utilizzato maggiormente dalla BigHit, che ponderava ogni post minuziosamente e un altro che utilizzavano solo loro e che era privato e sconosciuto alla stragrande maggioranza del mondo. Solitamente utilizzavano pseudonimi oppure parole a caso e contavano come follower i genitori, fratelli e sorelle e qualche parente o amico fidato, per il resto era oscurato a tutti. Anche le immagini del profilo non erano mai loro foto ma tutt'altro.
"Beh, alla fine potresti sempre bloccarla e poi modificare il nome..." suggerì Jimin "Min-so però potrebbe darti qualche dritta."
Nel frattempo, Charlie si era avvicinata al loro tavolo per togliere le altre tazze e i piattini sporchi, così da potergli fare spazio per continuare a chiacchierare tranquillamente. Solo che tornò nel momento esatto in cui Jungkook era troppo impegnato a guardare lo schermo del suo cellulare e a rispondere male al biondo, per accorgersi di lei.
"No, grazie!"
"Oh...Scusami!" esclamò lei, mollando immediatamente la presa sulla tazza che era di fronte al ragazzo e prendendone un'altra.
Resosi conto della figuraccia, Jungkook corse immediatamente ai ripari "No,no! Non dicevo a te, ma al mio amico! Scusami tu, puoi prenderla!" e gliela passò anche, cercando di sorridere.
"Grazie." rispose lei, pensando che quel tipo non fosse del tutto ok e tornando dietro al bancone con le stoviglie sporche, affiancandosi aMin-so.
"I tuoi amici sono strani!" borbottò, mentre caricava la lavastoviglie "E non poco." gettò un'occhiata al ragazzo coi capelli corvini "Soprattutto quello lì."
"Quello lì, chi?"
"Quello coi capelli neri. Vive in un mondo tutto suo."
"Ti ha colpito?" chiese l'altra, alzando un sopracciglio "Nel senso, che te ne pare?"
Charlie chiide di scatto lo sportello della lavastoviglie, guardandola sottecchi "Se mi ha colpito? Se un asteroide dovesse colpirmi ora, sembrerebbe comunque più normale di lui."
"Quindi ti ha colpito..."
"L'unica cosa che mi ha colpito è il suo sguardo appiccicato alle mie terga." e detto ciò, decise che fosse meglio andare a prendere l'ordinazione al tavolo quindici e di chiudere lì il discorso.
Min-so si morse il labbro, nervosa. Sistemò le bustine dello zucchero di canna nel proprio contenitore e tornò da Jimin e i suoi amici, con lo sguardo preoccupato.
"Ho una buona e una cattiva notizia." snocciolò senza giri di parole "La buona è che ti ha notato Jeon Jungkook..." - il ragazzo sorrise immediatamente, premendo il tasto "segui" sul profilo di Charlie Lee - "La cattiva è che ha notato anche il tuo sguardo fisso sul suo sedere." - e poi si schiaffò nuovamente una manosulla faccia, per la figuraccia.
"Hai fatto sicuramente colpo!" lo canzonò Jimin, dandogli delle pacche sulla schiena.
Min-so sventolava una mano "Stai tranquillo, non è niente di grave. Facendo questo lavoro è normale..."
Namjoon guardò l'ora sull'orologio che aveva al polso "Mi sa che dobbiamo andare... Min-so potresti portarci il conto, per favore?"- lei annuì e andò alla cassa, battendo freneticamente i tasti e poi piegandosi per annotare qualcosa sul retro dello scontrino, tornando poco dopo al tavolo dei ragazzi e porgendolo direttamente a Jungkook.
"Eccoa te."
"Perché lo dai a me?"
Lei gli fece l'occhiolino "Perché penso debba tenerlo tu e pagare anche." e tese una mano, aspettando i suoi sedicimila won. Lui pagò riluttante, dicendole poi di tenere il resto e di dividerlo con Charlie e accartocciò lo scontrino nel pugno, ficcandoselo nella tasca della giacca di pelle.
"Non lo perderei se fossi in te..." - la ragazza abbracciò stretta Jimin - "Il tuo amico non è tanto sveglio... Diglielo poi tu di leggere attentamente il retro dello scontrino." - e li salutò tutti e tre con un inchino "Grazie di averci scelto, signori." e tornò alle proprie mansioni.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 14, 2020 ⏰

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