CAP.33 - UN RISVEGLIO MOVIMENTATO

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Sento ancora Ivy che mi accarezza, devo essermi addormentata.

Ero mentalmente e fisicamente distrutta.

Un litigio durato 15 secondi e mi sono ridotta in quello stato.

Ivana deve essersi spaventata.

Apro gli occhi e mi prende un colpo.

"che ci fai tu qui?"

"non rispondevi ai miei messaggi"

"avevo un motivo non credi? Se sei venuto perché sei preoccupato che faccia qualche stupidaggine, non preoccuparti, non sono quel tipo di persona. Continuo la mia vacanza e tu continua la tua vita"

"di che parli?"

"hai pure il coraggio di chiedermelo?"

"certo, pensi sia qui per chiederti di non vendere questa storia ai giornali?"

"e per quale altro motivo dovresti essere qui?"

Cerca di avvicinarsi ma io lo respingo.

"ti prego no" mi sposto e con la mano gli faccio capire di non avvicinarsi.

"hai paura di me?"

"non dire sciocchezze, ho paura di me"

"perché?"

Sto cercando di non guardarlo ma mi prende il mento per fissare i nostri sguardi.

"perché se ti sto troppo vicino, dimentico perché sono arrabbiata con te"

Si avvicina ancora di più e le sue mani sono entrambe sul mio viso. È fin troppo vicino e inizia a mancarmi il respiro.

"e non sarebbe meglio? Sono stato un bambino" la sua voce ha un tono più basso e dolce. Mi sta mandando ai matti.

I miei occhi iniziano a pizzicare, le lacrime vogliono uscire ma io le trattengo.

Lui si avvicina ancora e le nostre labbra si toccano, le lacrime iniziano a scendere, le mie mani sono nei suoi capelli come se qualcuno stesse per portarlo via da me. Perché ci facciamo questo effetto?

E ci baciamo, disperatamente. Si avvicina di più e mi tiene tra le braccia.

"no, aspetta" e mi stacco all'improvviso "io non posso"

"perché? Ti ho chiesto scusa, sono stato uno stupido"

"mi hai fatto davvero male"

"è stata gelosia, non potrei mai pensare che stai con me e con un altro"

"tu non ti fidi di me"

"no, ti sbagli. Mi sono fidato di te dal primo momento e ho avuto ragione. Non avrei rischiato la mia carriera se non avessi sentito di potermi fidare"

"e perché stamattina"

"ero geloso" e si avvicina di nuovo, le sue mani tra i miei capelli e mi arrendo. Lo abbraccio e ne ho davvero bisogno.

"non farlo mai più. È 1 anno che esisti solo tu" e non riesco a trattenere le lacrime

"lo so, perdonami ti prego" e mi asciuga le lacrime.

Ci stendiamo sul letto, mi stringo forte a lui e restiamo cosi a coccolarci.



Nota Autrice

Cosa ne pensate? E' finita qui? L'ha davvero perdonato?

Voi cosa avreste fatto?

Il mio sogno di nome JeonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora