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Martina

"Cazzo che mal di testa" sussurrai entrando in cucina dove trovai Fabio intento a concentrarsi sui fornelli "Oh mio dio" dissi con finta voce preoccupata facendo sobbalzare il moro "Che succede?" chiese impanicato girandosi di scatto "Cazzo ora viene a piovere" continuai la mia presa per il culo indicandogli la padella, per un istante sembrò confuso mentre faceva vagare lo sguardo dalla pentola a me "Ma vaffanculo!" sbotto fulminandomi e lanciandomi qualcosa che non riuscii a bloccare in tempo "Sei una testa di cazzo" dissi ridendo, la sua faccia era stata la cosa più epica del mondo "Avresti dovuto vederti" continuai senza smettere di ridere "Smettila." disse con tono duro "Altrimenti?" chiesi cercando di fermarmi ma con scarsi risultati "Smettila, sto cercando di cucinare anche per te" si finse offeso "Oh no, io quella roba li, fatta da te, non la mangio nemmeno se mi paghi" scossi la testa contrariata "Ecco allora sta zitta e non rompermi il cazzo" disse, ma non lo stavo nemmeno ascoltando troppo impegnata ad accarezzare Jacob, il mio Rottweiler.

"Marti" mi richiamò ma mi risuonò così lontano che mi sentii male, non provavo da troppo tempo una sensazione del genere e sembravo letteralmente estranea dal quel modo di essere. Scattai in piedi, mi guardai intorno sembrava tutto offuscato come se i miei occhi non volessero aprirsi e guardare la realtà. "Martina!" esclamò più forte Fabio, scossi la testa sbattendo diverse volte le palpebre e ritornando finalmente a vedere "Tutto bene?" mi scrutò attentamente "Non mi succedeva da tanto" sussurrai sentendo che piano piano la lucidità mi lasciava "Hey no, Martina guardami, ti prego guardami".

***

Spalancai gli occhi mettendomi seduta sentendo l'ansia impossessarsi velocemente del mio corpo senza darmi tempo di capire "Hey, calmati" la voce di Margherita arrivò piano alle mie orecchie "È successo di nuovo" mi morsi il labbro inferiore, non volevo e non potevo permettermi di ritornare su quei passi, proprio non l'avrei accettato e sarebbe sicuramente finta peggio di prima "Guardami" mi afferrò il volto portandomi a guardarla negli occhi, e quella nota di preoccupazione che sparì quasi subito, come se sapesse che quello non avrebbe fatto altro che farmi sentire in colpa, sbagliata, ed effettivamente ero così, ma non potevo più farci niente, mi sentivo male all'idea che sarei potuta ricaderci "Sei forte, sarà che sei appena tornata ed è tutto nuovo, ti senti diversa e siamo tutti diversi dopo quello che è successo, sei ancora scossa. Ma fidati di me, va tutto bene, non c'è bisogno di agitarsi" mi sorrise forzatamente, ma annuii non volevo causare altro dispiacere a lei e a Fabio che era appoggiato alla porta chiusa della mia camera in silenzio a scrutarmi attentamente, come se stesse cercando di leggere tutto quello che mi stava passando per la testa. Il suono del campanello interruppe quel silenzio teso "È arrivato Diego, starai da lui per un po'" commentò di colpo Fabio "So che avete litigato, ma ora come ora penso che lui sia l'unico a poterti aiutare. Non accetto no è già tutto pronto" continuò, spostai lo sguardo su Margherita con gli occhi spalancati, stava scherzando? Dopo quello che mi aveva detto sarei dovuta stare da lui? Mia madre alzò le spalle scusandosi con gli occhi e capì che probabilmente quella decisione non era stata presa nemmeno da Fabio. Mi alzai e seguii mio padre giù per le scale e proprio come mi aspettavo c'erano Cosimo ed Emiliano, sbuffai consapevole che avessero sicuramente corrotto in qualche modo Diego, Fabio e Margherita. "Già sbuffiamo?" mi riprese subito Cosimo, guardandomi male mentre Fabio si affrettò a fulminarlo con lo sguardo ed aprire la porta che mostrò la faccia disinteressata e indifferente di Diego, come se per lui la cosa non avesse peso "Sbuffo come e quando cazzo voglio, non sei nessuno per decidere per me" strinsi i pugni guardandolo con odio, era uno dei miei zii preferiti, dopo Max ovviamente, ma quello non gli dava nessun consenso per scegliere cosa fosse meglio per me "Calmiamo gli animi, sei con Diego non con un estraneo" si intromise Emis avvicinandosi a me "E sappiamo anche bene che voi due" indico me e Diego, che fino a quel momento era stato zitto e fermo sullo stipite della porta a fissarmi "Avete molto di cui discutere e risolvere" continuò Emis poggiando una mano sulla mia schiena e spingendomi verso la porta "Io non ho nulla da dire a nessuno e sto bene qui con mio padre" sbottai infastidita incrociando le braccia e inchiodandomi sul posto "Una bambina così non la porto in casa mia, vedete di farle cambiare atteggiamento se volete che io la aiuti" disse freddo Diego, guardandomi come se fossi la cosa che più odiava al mondo e faceva anche bene, mi domandavo ancora perché fosse lì, ad aspettarmi, ad usare scuse per starmi vicino anche se ci ferivano a vicenda, come se ci divertisse farlo "Vaffanculo il bambino sei tu" dissi provando ad avvicinarmi ma fui bloccata da Cosimo e Emiliano mentre Diego uscì dall'abitazione senza prestare troppa attenzione alle mie parole.

Sepolti/MarracashDove le storie prendono vita. Scoprilo ora