Scelte difficili

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Sherlock passò tutta la mattina al dipartimento dove lavorava il fratello maggiore. Si era fatto consegnare il pass e il suo cellulare. Aveva trattenuto il laptop di Mycroft.

Parlò con Lady Smallwood come gli aveva suggerito. In tasca stringeva l'ordinanza della sua custodia. Era ufficialmente il suo tutore.

Alicia Smallwood fu notevolmente colpita dalla situazione di Mycroft. Non si era accorta della sua fragilità. E comprese subito il nervosismo di Sherlock di proteggere la debolezza di suo fratello. Sherlock fu semplicemente diretto, quando minacciò di usare tutti i file riservati in suo possesso se l'avessero infastidito.

"Alicia, Mycroft deve rimanere sotto la mia tutela, nessuna proposta di casa di cura costosa se lo porterà via. Fa in modo che sia chiaro."

"E per tua sorella? Mycroft era al corrente che Sherrinford sarebbe passato sotto la mia direzione. Mi aveva chiesto di prendermi carico di Eurus, glielo avevo promesso. Ora capisco la sua richiesta, già pensava di chiudere con la sua vita."

Alicia non riusciva a capacitarsi di come la sua freddezza fosse svanita e si fosse lasciato andare. Era sconcertata dal suo comportamento.

Sherlock la fissava e studiava ogni suo piccolo gesto.

"Eurus e mio fratello, passeranno sotto la mia tutela. Lui vuole così. Teme che cerchino di mandarla via come ritorsione."

Era compito suo tutelare ciò che rimaneva della sua famiglia. "Alicia farò tutto il possibile per proteggere ambedue."

"Bene, Sherlock, non ci siamo mai stati simpatici, ma la parola che ho dato a Mycroft sarà mantenuta. Ricorda che ti imporranno delle condizioni, non sarà così facile ottenere quello che vuoi anche con le tue poco velate minacce. È Mycroft il diplomatico della famiglia." Alice sogghignò divertita.

"No, io vado direttamente al sodo! Cerca di capire che voglio ritrovare mio fratello. E mantenerlo vivo possibilmente."

Lei rimase in silenzio, studiandolo. Poi si arrese a tanto fervore.

"Hai la mia parola Sherlock, ci sentiremo in seguito."

"Bene Alicia, sii sollecita. Ma non andare da lui direttamente. Non voglio vederlo turbato!"

"Mi chiedi troppo Sherlock, tuo fratello potrà pure ricevere una mia visita."

Alicia Smallwood aveva collaborato e condiviso una vita intera con Mycroft. Non riusciva ha perdonarsi di non aver capito il suo malessere.

"Non infastidirlo Alicia è piuttosto confuso." Lo salutò poco convinta, ma accettò questa specie di tregua.

Sherlock raggiunse l'ufficio del fratello e chiese ad Anthea di prendere alcuni effetti di Mycroft. Sospettava qualcosa, ma aspettò che fosse lui a parlare. Lo accompagnò nell'ufficio dove spesso lui irrompeva pieno di rancore, mentre suo fratello invece lo assecondava. Gli sembrò di vederlo seduto sulla sua costosa poltrona, imperturbabile. E si sentì in colpa.

"Anthea, forse ti eri accorta che Mycroft era in difficoltà." Lui cercava di capire quanto sapesse.

"Avevo visto il suo cambiamento, ma non riuscivo a parlargli. Mi evitava. Pensavo fosse un periodo di preoccupazioni, nulla di più. Si è ammalato?"

"Tanto te lo diranno, Anthea, lui ha cercato di uccidersi! E se non fossi arrivato in tempo ora sarei qui a portare via tutte le sue cose."

Sherlock perse il suo sorriso attraente e si strinse nel suo Belstaff scuro.

Anthea era rimasta senza parole. Dubitava di aver capito bene, non era da Mycroft lasciarsi andare. Il suo carattere era forte, almeno fino ad allora. Cercò di ragionare sui fatti accaduti giorni prima, ma non trovò nulla che l'avesse fatta sospettare la gravità della situazione.

"Adesso come sta?" Era turbata e aveva appoggiato il cellulare sulla scrivania del suo capo. Lo aveva fatto un milione di volte, quando doveva ascoltare attentamente le sue direttive.

"Cerchiamo di farlo stare sereno, ma non è facile col carattere che si ritrova. Ora sta con me. E per proteggerlo sono diventato il suo tutore legale. Sai come vanno le cose qua dentro Anthea. E lui è praticamente il dipartimento stesso. Non voglio farlo internare per quello che è successo, non diventerà come Eurus."

Sherlock si ritrasse nervoso, pieno di sensi di colpa. Si appoggiò alla scrivania sfinito. Tutto gli sembrava così irreale e difficile. Non avrebbe mai pensato di prendere il posto di Mycroft.

"Hai fatto la cosa giusta."

Anthea fece un gesto che era raro, lo accarezzò sulla guancia. "Ora tocca a te proteggerlo. Lui era costantemente preoccupato per te, per tutta la sua famiglia. Mi rammarico di non avere capito l'angoscia in cui viveva."

Aveva gli occhi lucidi. Pieni di rimpianto per non aver visto oltre la sua freddezza costruita

"Anthea, restagli fedele, tornerà! Forse cambiato, ma il suo lavoro è sempre stato importante per lui." Sherlock la fissò convinto.

"Lo farò." Lo sussurrò debolmente. Non era il posto giusto per sbilanciarsi, ma Mycroft era il suo capo e lei era il suo braccio destro. Era merito suo il ruolo che ricopriva.

Sherlock prese le poche cose che il fratello gli aveva chiesto, ebbe la supervisione di Anthea che non portasse via cose compromettenti.

Sentiva una strana sensazione di distacco, di oppressione. Quante volte suo fratello era rimasto lì seduto a quella scrivania ad ascoltarlo, a soccorrerlo mentre lui in cambio cosa gli aveva dato? Solo problemi e cinismo. Ora doveva rimediare. Non doveva e non poteva essere troppo tardi.

La mia ultima richiesta : No flowers.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora