Da quel pomeriggio ho evitato la chat con Lorenzo, non sono andata a lavoro perché di mezzo c'era il fine settima e quindi oggi sarà la prima volta che lo vedrò dopo quella figura di merda. Spero vivamente che vada tutto bene e che non si creino situazioni imbarazzanti.
Salgo gli scalini che portano all'ingresso del teatro, saluto le signore delle pulizie che incrocio nel tragitto che percorro per raggiungere la stanza, è ancora abbastanza presto e ho tutto il tempo di preparare i prodotti e visionare le ultime schede con le modifiche dei look.
Apro la porta e trovo lui lì ad aspettarmi, in piedi, appoggiato al mobile in cui sono situati gli accessori. Non me l'aspettavo, anche perché di solito a quest'ora non c'è nessuno. Ma credo lo abbia fatto apposta per essere sicuro di poter affrontare il discorso in tranquillità e io adesso vorrei un attimo svanire nel nulla, non voglio dire niente, non so quale altra scusa inventarmi. E poi, per forza dobbiamo parlare? Ha capito subito che me ne sono voluta andare e che ho inscenato quella roba della telefonata di proposito, cos'altro vuole sapere?
<<Ciao, ti stavo aspettando>> mi saluta, rimanendo serio senza nemmeno accennare un sorriso, come fa di solito quando parla con me e ciò non promette nulla di buono
<<Me ne sono accorta, come mai qui?>> chiedo con tono innocente e disinvolto, sorrido anche alla fine della frase per calarmi ancora di più nella parte mentre entro completamente nella stanza e chiudo la porta. Non so neanche io perché sto facendo la finta tonta, so benissimo dove vuole andare a parare e so pure che lo farà, lo conosco, non si tirerà indietro solo perché sembro non sospettare nulla.
Inclina leggermente la testa verso destra, mi guarda dritto negli occhi e io non riesco a sostenere il suo sguardo, sono in difficoltà, ho la coda di paglia e sento l'ansia crescere dentro di me.
<<Sicuramente meglio rispetto all'altro giorno, ma ancora insufficiente, niente da fare, non ti riesce proprio recitare>>
Sbuffo.
<<Sei troppo sveglio per poterti far passare inosservato qualcosa, sei quello che si "guarda molto intorno" del resto, non ti sfugge nulla>>
<<Non pensi sia arrivato il momento di spiegare?>>
<<Mah, in realtà, ne farei volentieri a meno>>
Si avvicina a me di qualche passo e, se possibile, la sua espressione si fa ancora più seria <<Perché sei venuta da me l'altro giorno? Perché te ne sei andata in quel modo patetico? E, soprattutto, perché sei andata a curiosare tra le mie cose in camera mia?>>
<<Non sono andata a curiosare>>
<<Basta dire cazzate Margherita! La porta era socchiusa e la sera l'ho trovata spalancata, avevo lasciato il quaderno sul lato sinistro della scrivania e l'ho ritrovato dall'altra parte. Che cazzo sei venuta a fare? Per farti i cazzi miei e andare via? A che scopo? Spiegamelo perché sono tre giorni che ci penso e non ci capisco un cazzo>> sbotta e non l'avevo mai visto arrabbiato e mi dispiace, non ho letto nulla e anche se capisco il suo punto di vista, un po' mi ferisce che dia per scontato l'abbia fatto.
<<È vero che sono andata in camera tua, non so dirti bene il motivo, mi ci sono trovata. Ma giuro che non ho letto niente. Ho solo preso un foglio alla fine del quaderno. Te lo giuro. Non mi permetterei mai di invadere così tanto la privacy di qualcuno>> rispondo guardandolo in faccia, pronunciando l'ultima frase con un tono che esce più duro di quel che vorrei. Sto dicendo la verità e spero mi creda.
<<Perché ti serviva un foglio? Non capisco>>
<<Non hai trovato il bigliettino sul comodino?>>
Mi guarda confuso e poi scuote la testa.
Faccio un lungo respiro, abbandono la borsa in un angolo e mi siedo su una poltrona e con la mano invito lui a sedersi su quella affianco <<L'altro giorno ho ascoltato il tuo consiglio, sono andata a parlare con il mio ex e gli ho detto tutto, mi sono sfogata e poi mi sono sentita soddisfatta, libera e leggera. Sento di aver messo fine una volta per sempre a questa storia ed è stato solo grazie a te. Non era in programma venire a casa tua, è stata una scelta improvvisa perché sentivo l'esigenza di raccontartelo e ringraziarti>> non lo guardo negli occhi, il suo sguardo attento a valutare la sincerità delle mie parole mi mette soggezione adesso <<Solo che non eri da solo e non potevo parlarti, mi sentivo di troppo, stavate discutendo di cose di cui io non potevo mettere bocca, volevo solo togliere il disturbo, ma ero arrivata da poco e mi serviva una scusa>> alzo di poco gli occhi e ora il suo viso è più rilassato, forse mi sta credendo <<allora sono andata in bagno e ho organizzato quella scenetta, poi ho intravisto la tua stanza e sono entrata, ho notato il quaderno e ho preso un foglio dall'ultima pagina, non ho guardato le altre scritte. Te lo posso giurare su quello che vuoi se non mi credi>>
<<Ti credo, non sai mentire, so che sei sincera. Ma cosa c'era scritto sul foglio? Deve essere volato sotto al letto quando sei andata via>>
Mi alzo e inizio a prendere i prodotti dal mobile <<Niente, lascia stare>>
Si alza anche Lorenzo, mi raggiunge, mi prende la mano per farmi girare verso di lui <<Non me lo vuoi dire? Va bene, allora appena torno a casa lo cerco>> mi sorride finalmente, e so che ora è tutto apposto, ha capito e non ce l'ha più con me.
<<Comunque sono molto contento di esserti stato d'aiuto, mi fa piacere tu abbia risolto questa situazione e che tu possa finalmente andare avanti>> mi accarezza il dorso della mano e con quel semplice gesto mi sento avvolta dal calore, è sempre delicato il suo tocco e riesce sempre ad arrivarmi.
<<Ora vado, ti lascio organizzare il lavoro>> lascia la presa, mi sposta una ciocca castana dietro l'orecchio, mi da un bacio sulla guancia e sparisce chiudendosi la porta alle spalle.
Mi sento vuota.
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Daylight
Любовные романыMargherita è una parrucchiera, lavora in un famoso salone della sua città e vive le sue giornate tra casa e lavoro. Lorenzo è un attore di teatro emergente, pieno di sogni e speranze per il futuro. E se lei finisse a lavorare per la compagnia di t...