L'Ospedale

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L’Ospedale
890 parole
18/10/2020
Scusate per eventuali errori di grammatica
Quando ci sono le liniette sono dei dialoghi ( - )
Buona lettura

La madre di Tim aprì il vecchio pianoforte mentre il piccolo la osservava con ammirazione. Aveva sempre amato alla follia quello strumento che emetteva calde note legate insieme da una sintonia unica; le mani calde della madre presero il viso di Tim e con un sorriso dolce e affettuoso chiese –che brano vuoi che ti suoni oggi?- il bambino ci rifletté un minuto per poi esclamare – quello che mi suoni sempre!- la madre ridacchiò – i want it that way? Tim non cambi mai- Ed è così che Tim stava seduto sul sedile della macchina a canticchiare la canzone che campeggiava nei suoi ricordi mentre,quest'ultimo attendeva che l’amico Brian uscisse di casa. "Ma quanto ci mette" pensai tra me e me; digitai il numero sul cellulare ed avviai la chiamata. Uno squillo, due squilli..-Brian ma quanto ti ci vuole?!- dall’altra parte il ragazzo rispose con un leggero affanno – Si.. Tim mi metto le scarpe ed arrivo- attaccai la chiamata e rimisi il telefono in tasca. Aprii il cofanetto porta oggetti e tirai fuori un pacchetto di sigarette, ne presi una e la accesi mentre Brian saliva in macchina –ancora con quella roba?- ridacchiò –tanto dovrò pur morire di qualcosa- ridemmo e misi in moto. Il viaggio non durò molto. Dove eravamo diretti? Verso la foresta accanto al Rosswood Park, dove, secondo alcune notizie ricavate dal web ci dovrebbe essere un vecchio ospedale abbandonato. Eravamo muniti di videocamera, torcia e un accendino. C’era silenzio, un silenzio molto frustrante –Hai portato la videocamera?- Brian mi guardò e rispose con un sorriso –ovvio! Per chi mi hai preso?- ghignai –per uno che ci mette tre quarti d’ora per prepararsi- -parla il “tanto dovrò pur morire di qualcosa”- -ahah divertente. Devo girare a destra?- -si e poi tutto dritto- seguii le sue istruzioni ed arrivammo di fronte ad un parco abbastanza vecchio e malmesso –la foresta è da quella parte- ci incamminammo con lo zaino in spalla ed iniziammo a vagare per la foresta cercando questo fantomatico ospedale.-Là, Tim! Si vede una struttura- iniziammo a correre verso la direzione indicata da Brian.Io facevo fatica a stargli dietro, lui era più veloce di me. Arrivati ripresi fiato. Brian ci aveva visto giusto, era quello l’ospedale che cercavamo. Presi lo zaino ed estrassi la torcia. Iniziammo ad incamminarci verso la struttura malridotta, le pareti erano sbiadite e per metà distrutte; l’odore di muffa e di cemento in polvere si sentiva fin da fuori. Illuminai l’ingresso e vedemmo un bancone –qui è dove c’era la capo infermiera- disse Brian –mh, è tutto distrutto- girammo tutto il piano terra ma non trovammo nulla di interessante. –uffa,non c’è nulla di avvincente. Speravo in qualcos’altro- ridacchiai –la tua curiosità ti ucciderà, Brian- -dovrò pur morire di qualcosa, no?- ridemmo insieme mentre ci facevamo strada tra alcune macerie. Salimmo due rampe di scale, arrivando così al piano superiore. Lì era più buio, le finestre erano sbarrate con assi di legno rovinate, i lettini erano distrutti e le pareti erano macchiate di una sostanza nera ormai rinsecchita. Con un nodo alla gola procedemmo in quel corridoio lugubre fino ad arrivare in una stanza. Aveva le pareti rovinate di color arancione e c’erano dei disegni per terra. Brian avanzò prendendo uno dei disegni. Quest'ultimo era ingiallito e raffigurante una foresta con una sagoma. Il disegno non era accurato, però si poteva intuire che quella figura era vestita elegante. Raccogliemmo tutti i disegni e li esaminammo uno ad uno. “Help Me” “Can’t Run” “Leave Me Alone” “Don’t Look, Or It Takes You” “Always Watches, No Eyes” “nonononononono” “Follows” queste erano le frasi scritte sopra le 8 pagine, tranne in una, quella dove c’era il disegno della foresta. Okay, la situazione stava diventando abbastanza inquietante e la videocamera stava iniziando ad avere delle interferenze nell’audio e nel filmato; -Brian io direi di andare.. non mi piace la piega che sta prendendo questa faccenda- -Non piace nemmeno a me Tim, ma ormai ci siamo dentro..credo che questa cosa verrà a cercarci- sentimmo un forte rumore d’interferenza nelle orecchie, ci girammo e vedemmo una figura, alta vestita in giacca e cravatta, aveva la pelle bianca la cosa più raccapricciante era il fatto che quella “cosa” non avesse la faccia. Solo una liscia superficie bianca dove si potevano scorgere i lineamenti del viso senza però che ci fossero naso, occhi e bocca. La figura scomparve ma il rumore divenne più forte, talmente forte da farci svenire entrambi.
Mi risvegliai con un forte dolore alla testa, ero sdraiato sul pavimento di casa mia e Brian era accanto a me ancora incosciente. Ci misi un paio di secondi per realizzare ciò che era successo, subito iniziai a scuotere Brian cercando di svegliarlo. Appena si riprese pure lui, ci guardammo capendo già cosa stavamo per dire: cosa era quella figura.
Sono passate 2 settimane dall’avvenimento e ne io ne Brian ci eravamo dimenticati ciò che era successo, anzi quella “cosa” stava iniziando a perseguitarci mentre dormivamo. Infatti oggi siamo voluti tornare lì per concludere ciò che avevamo iniziato in modo da poter essere lasciati in pace da tutti quegl'incubi. Qualcosa è andato storto però, l’ospedale, quando siamo arrivati non c’era più. Noi confusi e frustrati ci siamo guardati come quando ci svegliammo sul pavimento di casa mia e ci chiedemmo:
“E se fosse stata tutta un’illusione…?"

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 18, 2020 ⏰

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