🤜𝙸𝚕 𝚙𝚛𝚎𝚙𝚘𝚝𝚎𝚗𝚝𝚎🤛

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C’era un prepotente nella classe di Tooru; si chiamava Hajime Iwaizumi. Non aveva l’aria da prepotente. Non era di quelli sempre tutti sporchi; non aveva una faccia brutta, e neppure lo sguardo da far paura o le croste sopra le dita, e non girava armato. Non era poi tanto grosso. Ma nemmeno di quei tipi piccoli, ossuti e nervosi che quando fanno la lotta possono diventare cattivi. A casa non lo picchiavano, come spesso succede ai prepotenti, e neanche lo viziavano. Aveva genitori gentili ma fermi, che non sospettavano nulla.
La voce non ce l’aveva né acuta né rauca; gli occhi, non particolarmente piccoli e cattivi, e non era neppure troppo cretino. Anzi, a guardarlo era bello, morbido e tondo; aveva dei capelli spigolosi e corvini e, sulla sua faccia soffice i suoi occhi scuri riflettevano i raggi del sole.

Come si spiega allora che Hajime Iwaizumi riuscisse tanto bene a fare il prepotente? Tooru aveva dedicato a questa domanda un bel po’ di pensieri. Ed era giunto alla conclusione che il successo di Hajime avesse due spiegazioni. La prima era che Iwaizumi sembrava capace di ridurre al minimo i tempi tra il volere una cosa e l’ottenerla. Supponiamo ad esempio che gli andasse a genio il giocattolo che aveva un bambino in cortile: lui non faceva altro che strapparglielo di mano. Oppure se in classe gli serviva una matita, si voltava e “prendeva in prestito” quella di un compagno. Se c’era da fare una coda, lui si metteva per primo. Se ce l’aveva con qualcuno, glielo diceva in faccia e poi lo picchiava senza pietà.

La seconda ragione del successo di Iwaizumi era che di lui avevano tutti paura. Non si sapeva bene perché. Bastava sentirlo nominare per provare una specie di pugno gelato alla bocca dello stomaco. Uno aveva paura, perché ce l’avevano gli altri. Hajime metteva paura, perché aveva la reputazione di uno che mette paura. Vedendolo arrivare, la gente se ne stava alla larga, e se chiedeva caramelle o un giocattolo, se le vedeva subito consegnare. Facevano tutti così, perciò sembrava logico non fare in modo diverso.

Hajime Iwaizumi era potente in tutta la scuola. Nessuno poteva impedirgli di prendersi quel che voleva. Neanche lui stesso. Era una forza cieca.

A volte Tooru pensava che fosse come un robot programmato per fare tutto quel che doveva. Che strano che non gli importasse di essere senza amici, o di essere odiato ed evitato da tutti.

Naturalmente, Tooru si teneva lontano da quel prepotente, ma provava per lui un interesse speciale. Hajime Iwaizumi era un mistero.

Quando compì nove anni, Hajime invitò a casa una dozzina di compagni. Tooru cercò di salvarsi, ma i suoi genitori furono irremovibili. Dal canto loro trovavano simpatici la mamma e il papà di Hajime e perciò, in base a una logica adulta, Tooru doveva trovare simpatico il figlio.

Il festeggiato tutto sorridente accolse i bambini sulla porta di casa. «Ciao Oikawa! Grazie! Ehi, Mamma, guarda che cosa mi ha regalato il mio amico Oikawa!»

Quel pomeriggio, Hajime fu cortese con tutti i suoi ospiti. Partecipava alle gare, senza pretendere di vincere sempre, soltanto perché era il suo compleanno. Rideva con i genitori e versava da bere, e aiutò addirittura a rimettere in ordine e a lavare i piatti.

A un certo momento della festa, Tooru sbirciò nella stanza di Hajime. C’erano libri dappertutto, una pista da trenino montata sul pavimento, un vecchio orso di pezza sul letto appoggiato al cuscino, una scatola del piccolo chimico, un gioco elettronico: una stanza identica in tutto e per tutto alla sua.
Alla fine del pomeriggio, Hajime salutò Tooru con una pacca sul braccio e gli disse: «A domani Oikawa!».

Allora Hajime Iwaizumi ha una doppia vita, pensava Tooru tornando a casa. Ogni mattina in un determinato punto del tragitto tra casa e scuola, il bambino si trasforma in un mostro, e la sera, il mostro ritorna bambino. Questi pensieri portarono Tooru a fantasticare su pozioni e incantesimi che trasformano le persone; poi però, nelle settimane che seguirono la festa di compleanno, si scordò tutto quanto. È già un mistero che riusciamo a vivere circondati da tanti misteri, e in fondo l’universo è pieno di enigmi ben più straordinari di quello di Hajime Iwaizumi.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 02, 2020 ⏰

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