Ritratto del giovane in fiamme

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RITRATTO DEL GIOVANE IN FIAMME

Akio ignorò il fastidiosissimo prurito che aveva avvertito lungo il braccio e mantenne una posizione composta, rimanendo immobile e tenendo gli occhi chiari fissi sui suoi studenti.

I giovani, presi dai loro lavori, ogni tanto alzavano lo sguardo e si mordevano le labbra: perché il loro maestro doveva avere tutte quelle sfumature dell'iride?

L'uomo sospirò piano e si alzò, per poi stiracchiarsi -Bene, fine della lezione- e ruotò piano il capo, cercando di far passare il dolore al collo.

Hakuryuu, il più schivo e probabilmente il preferito di Akio, lo guardò.

-Posso farle una domanda?- chiese, ricevendo un cenno del capo come risposta.

-Cosa c'è sotto quel telo?-

Akio sgranò piano gli occhi -Oh, un dipinto di qualche anno fa...-

-Potremmo vederlo?- cominciò Yukimura

-Ma avete già un soggetto- replicò l'adulto, indicandosi -E poi non è nel vostro stile-

-Non lo abbiamo uno stile- rispose prontamente Taiga, gonfiando il petto.

Akio si voltò verso il telo: non voleva sollevarlo.

Non voleva vedere quel dipinto, non voleva che i suoi occhi si posassero sul soggetto. Sbatté piano le palpebre per cacciare indietro le lacrime e carezzò la stoffa.

Davvero aveva così tanta paura?

Sì, ne aveva. Temeva di impazzire di dolore a quella vista.

Prese un respiro e lo scostò, rivelando la tela: un paesaggio notturno, dai toni lugubri... un piccolo falò in primo piano e dietro un giovane, che sembrava nascere dalle fiamme. Era così bello, con il fuoco che gli carezzava il corpo forte.

-Come si chiama l'opera...?- Makari aveva appena sussurrato.

Akio guardò quel ragazzo dipinto con occhi traboccanti di malinconia, ma anche una punta di odio.

-Ritratto del giovane in fiamme-



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