Sono sotto il letto della mia stanzetta per scappare dal mostro . Ogni sera alla stessa ora , la stessa ansia di sempre , le stesse unghia conficcate nei palmi delle mie manine.
Sento i passi pesanti e lenti che mano a mano si avvicinano trasmettendomi inquietudine e paura. Vorrei essere tra le braccia della mia mamma , il mio sole , rintanarmi in quelle porte sicure e infrangibili.
Sento il mio battito cardiaco che mi scoppia nelle orecchie mentre il serpente arriva alla mia porta e abbassa la maniglia lentamente come se mi volesse far respirare per altri pochi secondi prima del solito rituale serale senza via di fuga da lui, da me, dalla mia paura, dalla realtà, dagli incubi................................................................
Sento un suono fastidioso nelle mie orecchie e tasto con la mano il comodino buttando a terra quella maledetta sveglia, sperando si fermasse quel trambusto di prima mattina.
" Che palle, un'altra giornata di merda mi aspetta" penso mentre mi passo una mano negli occhi assonnati.Non ho dormito niente ieri sera, a causa dei soliti incubi che mi fanno rivivere la mia infanzia. Ma che infanzia? Non può essere chiamata tale. Inferno. Si, così, dovrebbe chiamarsi per definirla.
Appena mi abituo ai raggianti raggi del sole mattutino che entrano dalla finestra, mi siedo sul letto pensando al senso di malinconia e d'angoscia che sento ogni mattina.
Quella costante sensazione di oppressione che mi rende irrazionale a volte.
È come se riuscissi a vedere il sole ma non sentire la sua essenza sulla mia pelle.
Non sento più il suo calore e la sua lucentezza che riuscivano a farmi stare bene.
Sento solo un ghiacciante brivido di solitudine e rabbia che mi ha fatta sentire sempre incompresa dagli altri e anche da me stessa.
Che cosa si prova a sentire qualcosa di vero? Qualcosa che sia fuori dalle mie paure, dai miei incubi, dalle mie paranoie incondizionate.
Penso che sia stata saggia la mia scelta di andarmene da Londra, la Londra che un tempo amavo e che ora rappresenta solo l'inferno che mi porto ancora sulle spalle e sulle cicatrici. Ora sono un'anima vagante, forse in cerca di pace, macchiata da profondi artigli e cuciture non guarite neanche dal tempo.Mi avvicino allo specchio del mio piccolo bagno e mi guardo con occhi vuoti e vitrei per la mia giovane età.
Vedo una sagoma vuota e inespressiva. Non c'è più niente di vero in me , niente di genuino, nessuna umanità si dipinge nel mio viso pallido contornato da profonde occhiaie e da un passato in fiamme che arde tutt'oggi e che condiziona il mio umore costantemente.
Cosa mi ha portato fin qui? Che cosa ci faccio a Sittle?
Voglio ritrovare me stessa, voglio salvarmi forse scappando.
Ma sarà così semplice come credo?

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Un battito di ciglia
RomanceÈ davvero così semplice scappare da tutto? Ma forse la vera domanda è: come si riesce a liberarsi di un passato che ti ha portato solo cicatrici e dolori ? Tutto è cambiato dal quel giorno e non c'è un solo momento che non riviva quegli istanti di t...