"Non mi ricordavo che ci fossero tre rampe di scale"- lamento Trevor ridacchia- "Forse perchè l'altra volta ti ho portata io su"- annuisco poco convinta continuando a seguire Trevor.
Quando arrivviamo davanti all'appartamento Trevor estrare dalla tasca dei jeans le chiavi per entrare ma sembra che la porta sia già aperta di qualche centimetro.
Mi guarda confuso, alzola spalle facendogli capire che non ho modo di sapere cosa stia succedendo.
Afferra una mazza situata nella scarpiera inpugnandola velocemente- "Scusa ma perchè hai una mazza fuori casa?"- gli chiedo- "È per le emergenze, non ti lamentare proprio adesso"- sbuffa lasciandomi la mano per appoggiarlo sulla maniglia, apre la porta velocemente mettendo mi dietro di lui- "Chiunque tu sia non muoverti"- afferma con tono alto e autoritario.
Penso che chiunque sia stato se ne pentirà di fronte a lui come Trevor Harrison, poco davanti a noi si presenta, a differenza di quello che pensavo, una donna dai capelli castani chiari che non appena vede Trevor con quella mazza in mano sbuffa spaventata- "Sapevo che non ti stavo molto simpatica ma arrivare a rompermi qualche osso è esagerato"- Trevor sbuffa riponenendo la mazza e chiudendo la porta borbottando.
"Che ci fai qui?"- chiede quasi annoiato- "Sono venuta perchè dovevo mettere apposto delle cose, tu invece non dovresti essere a scuola ragazzino?"- esordisce mettendo le mani sui fianchi assumendo la classica posizione autoritaria, non lo sa che Trevor potrebbe anche farla fuori?
"E questa ragazza chi è tesoro?"- chiede lei estremamente contenta- "Sono solo un'amica"- affermò incapace di dire altro- "È davvero un piacere conoscerti, Trevor non porta mai nessuno qui se non la sua voglia di stare al mondo che è pari a zero. Io sono Lauren, la mamma di Trevor"- spiega velocemente- "Lauren esci fuoriche cos'è questa pagliacciata?"- chiede irritato il ragazzo affianco a me, Lauren sbianca d'improvviso.
Inizio a sentirmi molto a disagio- "Tolgo il disturbo- si rivolge a me salitandomi per poi fare lo stesso con un Trevor quasi riluttante- potresti anche essere gentile qualche volta, guai a te se le fai del male"- conclude sussurrano ma l'ho sentita.
Mi stacco dalla presa di Trevor improvvisamente agitata- "Io ho bisogno del bagno"- non aspetto una risposta e mi dirigo in bagno.
Quando sono dentro mi appoggio al lavandino e mi guardo allo specchio. Ma che sto facendo? Perchè sono qui? E perchè quelle parole? Ecco ora mi sento nuovamente una merda, sento che sto per vomitare così mi lavo velocemente la faccia, ma una volta fatto non mi sento molto meglio, perfetto.
Sento Trevor bussare ma proprio quando sto per rispondere arriva un altro conato di vomito, vado velocemente vicino al water e una volta arrivata inizio a vomitare l'anima.
Trevor comincia ad uralre- "Layla apri questa di porta, Layla"- alla mia assenza di risposta Trevor cerca di togliere la chiave all'interno con una all'esterno e quando finalmente ci riesce mi viene velocemente incontro, si siede per terra raccogliendomi i capelli in una crocchia disordinata.
Mi poggia una mano sulla schiena e comincia massaggiarla- "Tranquilla, eccomi"- continuo a vomitare mentre lui continua a sussurare, massaggiare la mia schiena e lasciarci dei baci delicati sopra.
Dopo circa mezz'ora riesco a riprendermi, mi stacco dal water e abbraccio Trevor, ancora seduta. Comincio a piangere e a lamentarmi.
Trevor cerca di calmarmi con il suo solito modo: baci e carezze e come al solito ci riesce. Questo mi ha sempre colpita, nessuno riusciva a calmarmi. Quando avevo gli attacchi di panico l'unica cosa che mi aiutava era il crcarendi sorridere al mio riflesso, chiedevo gli occhi e wuando li aprivo desideravo dimenticare tutto.
Quando invece vomitavo rimanevo in bagno da sola a piangere e uralrmi contro, mi facevo schifo e pensavo di meritarmelo davvero. Non ho mai lasciato nessuno ad introdursi dentro le mie cose, neanche Becky. P
"Trevor?"- sussurro- "Dimmi pure"- scatta in mia direzione- "Devo chiamare Becky o si preoccuperà"- Trevor scuote la testa- "È davvero quello che stavi pensando?"- scuote la testa correggemdomi- "Non solo a quello, però si, mi daresti il tuo telefone perfavore?"- gracchio- "Certo tieni"- mi porge il suo telefono, digito velocemente il numero di Becky e aspetto
Uno squillo
Due squilli
Tre squilli
"Chi è?""Sono Layla, ti chiamo dal telefono di Trevor"
"Layla ma sei percaso impazzita? Ti ho cercata dappertutto come una scema ho perfino minacciato Paul, non puoi sparire quando e come ti va"
"Lo so Becky mi dispiace, sono da Trevor ti racconto tutto appena torno, volevo solo avvisarti. Becky è successo ancora"-
Sussurro quando Trevor esce dal bagno
La mia amica esita un po' poi mi risponde"Attacco di panico?"
Non credo di potercela fare ancora per molto
"Per metà, Becky mi sento una merda, quando finirà? Quando riuscirò a stare con una persona in santa pace? Trevor mi fa stare bene, riesce a calmarmi con una tale leggerezza. Non riuscirò a mantenere la promessa che gli ho fatto, non ce la faccio più"
"Tesoro non dire così. Ce la farai a fare tutte e due le cose, io credo in te"
"Ma io no. Lo sto illudendo per niente, sto illudendo me stessa di potercela fare a ricomiciare, ma non ci riesco, non ce la faccio
a ogni passo in avanti ne faccio cento indietro. Ho paura Becky""Non dire così ce la farai, hai detto che Trevor ti fa sentire bene, aggrappati a quello. So che è difficile e inoltre Trevor non è perfetto, ma ce la farete entrambi, ve lo posso garantire, sarà strano ma ti fa un certo effetto signorina è visibile da kilometri"
"Grazie Becky, sei la migliore"
Mi saluta anche lei e chiudo la chiamata.
Mi alzo e prendo il dentifricio e lo spazzolino, ovviamente nuovo, che Trevor mi ha lasciato prima di uscire. Una volta lavati i denti esco dal bagno e mi dirigo in salotto. Trevor è all'interno e sta preparando qualcosa, ha messo un materasso al centro del salotto e la rivestito con un piumino grigio, sopra ne he messo uno per coprirci, ci sono due cuscini e tanto cibo spazzatura.
Ha la mascella contratta, è molto concentrato, i capelli ora sono piu disordinati e non perfetti come sempre, sposta alcune ciocche ribelli dal viso e continua con il suo capolavoro.
Prende quattro aste di legno e non so come le fissa al terreno ai lati del materasso, sopra ad essere ci mette un lenzuolo blu con le stelle così da coprire interamente il materasso, poi si alza e quando mi vede sorride e viene verso di me.
"Hai fatto proprio un bel lavoro"- lui ride, poi mi abbraccia e quando si stacca mi da un bacio sulla guancia- "Mi hai fatto preoccupare lo sai vero?"- sussurra passando le mani nei mie capelli- "No, non lo so"- lo abbraccio di rimando, poi si stacca- "Torno subito aspettami"- faccio come mi dice basandomi della tranquillità di quel posto.
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You're My Essence, I'm Your Heartbeat ✔
Romance🌹 Scuoto la testa cercando di sorridere tra le smorfie causate dal pianto- "Non me ne vado"- sussurro muovendomi di un passo, sgrana gli occhi stringendo di più gli anelli, stringe anche gli occhi contraendo la mascella senza nascondere un singhio...