Part 1

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"Se lo vedo ancora una volta ad attaccare briga con una sigaretta di sospette origini tra le labbra, stia pur sicuro che non guarderò il cognome di suo figlio, signor Tomlinson. Il suo prestigio familiare non intralcerà la giustizia. Chiudo un occhio la prima e la seconda volta, ma alla terza scattano le manette, è avvisato" Aveva detto l'ufficiale di polizia che aveva riaccompagnato Louis a casa di suo padre. Louis aveva messo le mani in tasca dei pantaloni, poi alzando gli occhi al cielo si era allontanato dal genitore.
"Ma cos'hai in quella testa Louis? Non ti abbiamo cresciuto perché tu diventassi un teppistello di strada!" Gli aveva urlato il padre, ma Louis, alzando le spalle, aveva continuato a camminare verso camera sua, mormorando tra sé che in realtà non l'avevano cresciuto per nulla, che aveva dovuto crescere da solo.

Fu dopo la breve conversazione con il poliziotto e vedendo l'indifferente reazione del figlio, che il signor Tomlinson decise di andare a parlare con l'avvocato di famiglia il giorno successivo, mettere le mani avanti, per così dire. Lo sapeva bene, Mark: Louis non sarebbe cambiato e in pochi giorni sarebbe nuovamente stato colto mentre faceva un altro dei suoi casini con la legge. Portò con sé tutti gli avvisi del commissariato, tutto ciò che poteva servire all'avvocato per preparare in anticipo una possibile difesa, ma il legale lasciò la cartellina sulla scrivania di quella che sembrava la sua segretaria, lasciando piuttosto che il signor Tomlinson lo seguisse nel suo ufficio per fare una chiacchierata.

"Tomlinson - Scandì la ragazza, gettando un occhio alla cartellina, mentre rientrava con la segretaria dopo essere andate a prendere un caffè - dimmi, non è per caso il riccone che possiede tutte le proprietà in East London?"
"Il padre, questo mi sa che è un fascicolo sul figlio, su Louis" Spiegò la donna, un paio d'anni più anziana di lei, ma costretta alla scrivania all'esterno degli uffici. Angie prese in mano il fascicolo, sfogliandolo con un sopracciglio alzato.
"Dev'essere una bella rottura, questo Louis. Ha richiami di ogni genere. Droga, rissa, oltraggio a pubblico ufficiale, guida pericolosa, guida in stato di ebbrezza. Che sia il classico figlio viziato e arrogante?"
"Oh, dovresti vederlo. Io lo conosco da qualche anno, fino a quando non è arrivato al momento della pubertà è sempre stato un ragazzino dolce e ben educato, poi non so cosa sia successo. È cresciuto, e il diavolo si è impossessato di lui" Sostenne la segretaria, scuotendo la testa, ma Angie continuava a prestare attenzione al fascicolo.
"Beh, spero solo che non lo affidi a me, come caso. Io i figli di papà non ho mai potuto sopportarli. Che lo affidi a Joshua, lui andrà in fibrillazione per un caso del genere" Concluse, chiudendo finalmente la cartellina e riponendola sulla scrivania, per poi prendere il caffè dell'avvocato e bussare alla sua porta.

Fu accolta da un paio di intimidatori occhi azzurri sulla porta, quelli del signor Tomlinson, che stava per uscire e non sembrava affatto di ottimo umore. Angie non arretrò, rimasta immobile per lo shock provocato dal mancato incidente.
"Mi scusi signorina" Le aveva detto il signor Tomlinson, intimandole di farlo passare, ma l'avvocato lo fermò ancora una volta.
"Ah Mark, è lei la ragazza di cui ti avevo parlato. Angelica ha appena cominciato a lavorare da noi, sarà lei ad occuparsi di tuo figlio nel caso in cui ti serva"
"Non sono affari di una neolaureata Tom, è di mio figlio che stiamo parlando. E se non prendi sul serio la situazione, stai pur certo che un altro avvocato lo troverò in men che non si dica" Ribatté offeso l'uomo, poi fece cenno ad Angie, che però nuovamente non mosse un passo.
"Mi scusi, signor Tomlinson, credo che una laureata a pieni voti in giurisprudenza nella migliore università inglese possa prendersi cura di un caso di teppismo e mancanza di disciplina come quello di suo figlio. La prego di non sottovalutarmi solo per la mia età" Replicò con una calma ostentata, guardando gli occhi dell'uomo indignata, come se fosse lei ad essere rimasta offesa nel profondo, poi, vedendolo ammutolito, si scostò per farlo passare.

"Non dovresti chiamarlo un caso di teppismo e mancanza di disciplina davanti al cliente Angelica, ma credo che tu abbia colpito nel segno. A Mark piacciono le persone che riescono a difendersi senza alzare la voce - si complimentò l'avvocato, prendendo a sorseggiare il caffè - hai già guardato il fascicolo di Louis a quanto pare"
"Sì, e la devo avvisare che non sono per nulla felice che sia un mio caso. La mia vocazione non è esattamente quella di difendere gente come questo ragazzino"
"Proprio per questo l'ho affidato a te, perché devi imparare ad occuparti anche di ciò che non senti essere giusto per la tua morale. Un avvocato fa anche questo. E comunque, puoi sempre sperare che Louis non si faccia più beccare" Obiettò l'avvocato, mostrandole un sorriso sarcastico.
"Sappiamo entrambi che non più tardi della prossima settimana saremo alle prese con un processo di difesa, avvocato, non scherziamo" Concluse Angie, sospirando.
"Forse sì, forse no, chi lo sa. Se hai dubbi o domande, sai dove trovarmi" Aggiunse l'avvocato, prima di rimettersi a sistemare le carte che aveva sul tavolo, segno che Angie avrebbe dovuto lasciarlo solo.

Trouble - Louis TomlinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora