Jughead Jones- Riverdale

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E tutto viene giù quando ti cerco e non ci sei♡

Io, la mia macchina fotografica e Riverdale.
Da quando mia nonna è venuta a mancare vivo da sola nella soffitta della scuola, mi manca molto, era la mia spalla, la mia complice. Ora però non c'è più. Porto sempre la mia macchina fotografica con me per la mia passione per la fotografia, ma anche perché questo è l'ultimo regalo che mi fece, con l'aiuto di Jughead. Non ho più neanche lui, era scomparso e dopo giorni di ricerche hanno trovato il suo corpo nella foresta della cittadina. È per quello che vivo nella soffitta della scuola, per ricordarmi del nostro primo incontro quando lui viveva li dopo il litigio con Fp; per ricordarmi il nostro primo bacio, durante il ballo dell'Homecoming e delle frasi sussurrate, che mi hanno sempre fatto sentire a casa tra le sue braccia. Ma ora non posso più essere avvolta da quel calore che emanavano i suoi baci, non posso più sentire il suo profumo, non posso più arrossire come quando mi faceva i complimenti. Non potrò più vivere una vita con lui. Come faccio a vivere se tre quarti del mio cuore sono sottoterra con loro? Eh? Una mano sulla mia spalla mi risveglia dai miei pensieri, ho il viso pieno di lacrime, i capelli disordinati e il moccio che cola dal naso. Le loro morti, ripensare a loro mi fa questo effetto. Ma quando mi giro per vedere di chi è quella mano ossuta così famigliare il mio cuore perde un battito. Lui, il mio Jugh è davanti a me bello come mai. Mi strofino gli occhi per vedere se è solo un sogno, ma lui è ancora lì, con le lacrime agli occhi che mi guarda, con la stessa dolcezza che lo ha sempre caratterizzato....almeno, con me.
J-" Ehi ehi, calmati, sono io. Se continui così andrai in iperventilazione. Calma, non sono morto. Non so come spiegarti..."- non aspetto neanche un secondo che gli salto in braccio facendolo quasi cadere sull'asfalto ancora umido per la pioggia di stanotte. Tutto ora è sparito intorno a noi, io e lui strettissimi l'uno all'altra che piangiamo come dei bambini mentre lui mi spiega cosa è successo. Non riesco ad arrabbiarmi con lui per aver finto la sua morte insieme ai suoi migliori amici, ma dio solo sa quanto dolore ho provato in questi due mesi si agonia. Tra le sue braccia sto rivivendo tutto ciò che è successo e non riesco a smettere di singhiozzare, ma lui è qui con me non riesco ancora a capacitarmene. Ora niente e nessuno ci fermerà.

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