||-La ragazza che si odiava-||

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Attorno a lei tutto era buio, non sapeva dove si trovava, non sapeva se ne sarebbe uscita o se sarebbe rimasta lì.

Il tempo passava e i minuti diventavano ore e tutto quel silenzio stava diventando assordante e impossibile da reggere.
Si guardava attorno ma riusciva a vedere solo il vuoto ed il buio più totale.
Sentiva delle voci, parlavano ma era tutto confuso. Provò a muoversi ma non ci riusciva, era troppo debole...Pensò di potersi lasciar andare ma qualcosa non glielo permetteva.
Molte volte aveva sognato e pensato che ci sarebbe riuscita, ma ogni volta qualcosa la tratteneva, non la lasciava andare e non era qualcosa di materiale che le impediva di abbandonare la sua vita, bensì era un'altra anima che la implorava, la supplicava di restare e resistere.
Molte volte provò ad ignorarla ma proprio non ci riusciva. Provò a capire di chi fosse quell'anima irrequieta, ma la persona continuò a rimanerle ignota. Quando quell'anima le parlava, o meglio, le sussurrava, lei sentiva tutto il dolore che tale persona subiva, e spesso si accorgeva che era il suo stesso dolore, la sua stessa pena.
Lei ha sempre avuto qualche avversione nell'aiutare gli altri, ma da quando ha iniziato a stare male ha capito e ha deciso che avrebbe aiutato chiunque stesse male, per evitare che gli succedessero le stesse cose che erano successe a lei.
Aiutò varie persone ma dopo che tutte l'abbandonavano, che tutte la scacciavano e la calpestavano dopo aver risolto i loro problemi, capì che anche aiutando le persone veniva ferita. Così decise di non legare e non affezionarsi più di chi aiutava, almeno quando anch'esso fosse stato felice e l'avesse respinta, lei non ci avrebbe sofferto. Ma come sempre anche questa decisione non riuscì...così ogni volta faceva finta di non starci male e tutti ci cascavano.

Adesso le voci si erano zittite ma vicino a lei quel sussurro gelido e tagliente non aveva smesso di parlarle. Le narrava le sue sofferenze ma ad un tratto iniziò ad incitarla a resistere...le sussurrò parole dolci che nella sua vita non si era mai sentita dire...finché il sussurro, che andava a diminuire, non scomparve.

Aprì gli occhi, si guardò attorno, l'immagine di una stanza di ospedale l'accolse per la quarta volta nel giro di tre mesi.

"Un altro tentativo fallito..." pensò tra sé e sé.

Rimase a fissare il vuoto per circa un'ora mentre i suoi pensieri correvano veloci al di fuori di quel posto, fino a raggiungere l'anima che ogni volta tentava disperatamente di salvarla...

"Chi sei?..." chiese invano...

"Perché continui a salvarmi? Chi o cosa sei?!" gridò nella sua mente iniziando piano piano a piangere.

"Se ci tieni tanto a salvarmi vieni qui...fatti vedere..." sussurrò infine esasperata.

Si portò le mani agli occhi tentando di cancellare le lacrime...chi era lei per meritarsi tutto questo...cosa aveva fatto...proprio non lo capiva.
Dopo qualche ora arrivarono i suoi genitori e la riportarono a casa...non parlarono di niente...solo silenzio e delusione.
Deludere chi teneva a lei era l'unica cosa che sapesse fare...

Il giorno dopo tornò a scuola, nessuno si accorse di lei come sempre e la ricreazione arrivò tra sbadigli e pisolini vari, anche i professori non la notarono. Al suono della campanella uscì fuori a fumare...andò dietro alla palestra di scuola, consegnò 5 euro ad un ragazzo e lui le passò velocemente della roba, fece un cenno con la testa e uscì dalla scuola a fumare. Appena finito tornò in classe, si mise a sedere al suo posto e continuò a disegnare quei tagli che lì non poteva farsi.

L'erba ormai non le faceva più nessun effetto...all'inizio la sballava e la faceva rilassare, ora invece era come fumare una sigaretta, nulla di che.
Un giorno a scuola trovò e provò qualcos'altro nella speranza di lasciarci le penne una volta per tutte.
Era nel suo angolino e lo fece, ci provò. Abbondò anche se non conosceva né dosi né effetti. Le sue pupille si dilatarono in fretta, talmente tanto che non riusciva più a mettere a fuoco le cose...la testa iniziò a girarle sempre di più fino a che non sentì più nulla...cadde a terra e chiuse gli occhi automaticamente.

-Svegliati...merda svegliati!- urlò una voce maschile ma lei non sentì nulla, i suoni, le voci..tutto era completamente ovattato e se ne andava piano piano scomparendo...

.

.

.

Una scarica elettrica le fece riaprire gli occhi...inizialmente era tutto sbiadito e sfocato, le voci di una ventina di persone erano ovattate e poco comprensibili...però percepiva un gran casino attorno a lei...

-S..sono morta?- domandò a stenti volgendo il viso verso la prima persona che riuscì a distinguere tra la massa di medici e paramedici che la circondavano...

-Solo per 47 secondi- rispose un paramedico impegnato a somministrarle qualche sostanza che sicuramente non l'avrebbe fatta tornare a quei 47 secondi..

Venne portata via...ma in meno di una settimana era di nuovo a scuola, gli sguardi della gente la scrutavano veloci per poi finire in sussurri tra amici e compagni...ad ogni sguardo si sentiva spogliata di tutto ciò che aveva addosso e messa a nudo davanti a tutti...adesso chiunque era a conoscenza delle sue tendenze suicide.

Alla ricreazione tornò dietro palestra e, senza far caso a nessuno, si mise a fumare in un angolo lontana da tutto e tutti. Dopo qualche minuto le si avvicinò un ragazzo,

-Non dovresti prendere quella roba..- mormorò il moro

Lei, capendo a cosa si riferisse, alzò le spalle...ma c'era qualcosa in quella voce di stranamente famigliare e decise di non mandarlo via come avrebbe fatto con chiunque. Rimasero in silenzio per un po' poi il ragazzo prese di nuovo la parola

-L'altro giorno...ti abbiamo ripresa per un pelo- mugolò guardandola, cercando di capire cosa pensasse.

-Grazie....- sussurrò sperando che lui se ne andasse..la conversazione stava prendendo una brutta piega...

-Sicura di star bene?- chiese il ragazzo quasi incuriosito da tutto l'accaduto

"Certo che sto bene cosa credi, voglio morire ma solo per hobby...mi drogo perché sono talmente felice che ho bisogno di tristezza nella vita..ma che cazzo di domande sono?! Ti sembra pure da chiedere se sto bene o no?! Ma vattene via va'." questa fu la primissima risposta che le attraversò la mente..ma se ne uscì con un cenno di testa senza nemmeno fiatare...

-Tu non volevi risvegliarti...vero?..- le poggiò una mano sulla spalla...

Avrebbe voluto sottrarsi al tocco del ragazzo ma nel silenzio più totale qualcosa in lei si sbloccò e alcune lacrime caddero sul terreno, la forza esterna che sempre mostrava si ruppe in pochi secondi...la sua fragilità uscì ed investì il ragazzo che non poté far altro che rassicurarla. Non ebbe nemmeno il tempo di aprire bocca che, vedendola in quelle condizioni, l'abbracciò istintivamente. La ragazza s'impietrì sentendo le stesse parole che tanto sentiva quando si voleva abbandonare a se stessa, sgranò gli occhi e lentamente alzò lo sguardo verso gli occhi del ragazzo che erano verdi come lo smeraldo e ritrovava in essi sia il dolore che doveva aver provato ma anche un fortissimo senso di calma e sicurezza...non si era mai sentita più al sicuro che in quell'abbraccio...il suo cuore perse un battito come se nemmeno lui credesse a ciò che stava accadendo e provando.

"Sei sempre stato tu..." pensò stringendosi tra le braccia del ragazzo che non ne voleva sapere di lasciarla andare

-Andrà tutto bene..so che è una frase comune ma...se ti fiderai di me farò in modo che non sia solo una frase ma molto di più..- la sussurrò lui mentre lei era scossa dai singhiozzi.

E lui la strinse a sé accarezzandole i capelli nell'attesa che piano piano si calmasse.

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