37.

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Emily pov.
Un enorme castello nero si para davanti alla mia vista, sembra adesso che siamo partiti da Hogwarts ed eppure sono passate tre ore.
"Raccapricciante vero?" mi dice Draco mettendosi le mani in tasca, guarda la su dimora e ammicca una risata nervosa.
Come biasimarlo, in questa casa ci ha sofferto.
Ha passato gli anni peggiori della sua vita.
Hogwarts l'ha salvato.
Almeno fisicamente era lontano dai maltrattamenti di suo padre.
"Non peggio della mia" lo rassicuro.
"Zuccherino, ti presento il Malfoy Manor".
Il grande portone blindato che ci separa dalle mura incredibilmente si apre in totale silenzio, nessun cigolio, nessuno scrocchio.
Dobby prende i nostri bagagli e li porta goffamente dentro casa per la differenza di altezza, rido di gusto.
Nel salone principale in piedi ci aspettano i genitori del ragazzo con i miei seguiti da un'altra donna.
I suoi capelli spettinati sono quasi carini con qualche ricciolo di troppo, il suo abito nero le sfila addosso e il suo trucco sbavato da segno della sua non preoccupazione.
Sorride divertita mentre si passa la bacchetta tra le mani, mi sorride scrutandomi.
"Emily.." un sussurro, la voce di mia madre.
Mi sorride, le sorrido.
I suoi capelli sono delicatamente sciolti curati come sempre, il suo abito nero elegante le sfila addosso lasciando intravedere le sue maniche trasparenti, si trucca poco non le mai piaciuto.
Ricordo quando da piccolina provavo a truccarla, rido quando penso alla scena.
Mi mancano questi momenti.
Mi abbraccia e la stringo forte a me, il suo profumo dolce mi culla e chiudo gli occhi sollevata.
Ma al suo contrario ecco la voce adulatoria di mio padre.
"Figlia mia adorata" allarga le braccia in un simile gesto d'affetto semplicemente finto.
Mi da due baci sulla guancia e rimane a guardare i miei occhi impossibili al suo tocco.
"Cosa ti succede cara?" mi chiede
Alzo un sopracciglio scuotendo la testa.
"Nulla padre".
"E L'adorata purosangue figlia di John Serpeverde adesso è qui davanti ai miei occhi." dice quasi divertita la stessa donna a me sconosciuta, ma con un volto familiare.
"Piacere mia cara. Io sono Bellatrix. Sono sicura che io e te diventeremo grandi amiche" ride di gusto, ma credo che questo è il suo modo di fare, le sorrido comunque.
"Emily" mi fa l'occhiolino.
"Signori Serpeverde" sorride dolcemente Draco mentre bacia il dorso della mano a mia madre e stringe la mano a mio padre. Sa come comprare le persone.
"Draco, è sempre un piacere" gli da una piccola pacca sulla spalla mia madre mentre lo fa sorridere di vergogna.
"Finalmente ci conosciamo Emily, Narcissa. Narcissa Malfoy, Draco mi ha parlato di te" mi sorride guardando la collana che ho al collo.
"Madre, ti prego" la riprende il biondo.
"Piacere signora, Lucius Malfoy".
Suo padre è stato portato di nuovo a casa sua.
Non è più ad Azkaban.

Draco pov.
Casa Mia mi accoglie sempre più tenebrosamente ogni volta che vengo a farci visita. Davanti a me mio padre.
È stato scarcerato da Azkaban, è qui, più forte, più altezzoso e piu vigliacco di prima.
Pronto a baciare i piedi al su Signore, al Signore Oscuro. A quel pazzo scatenato assetato di sangue.
"Madre.." la stringo a me e lei mi regala un bacio sulla guancia, le voglio bene.
"Padre, sono contento di vederti" cerco di sorridergli ma quando lui alza un sopracciglio ghignando smetto di provarci.
Non si merita nulla quest uomo.
Non si merita una donna accanto come mia madre, che l'ha aspettato con ansia sperando che ritorni a casa dopo la sua andata ad Azkaban, non si merita una donna che lo ami nonostante tutto come lei.
Non si merita di avere una casa, un patrimonio, un castello, una Villa come vuole chiamarla lui in questo modo.
Non merita tutto il 'successo' e tutto il suo orgoglio montato.
Non si merita di avere un figlio come me.
Doveva avere un figlio come lui.
Non si merita di avere un figlio che ha paura, che ha il timore di sbagliare pur fingendo di avere un carattere forte come lui voleva, si meritava un figlio strafottente che senza pensarci due volte partiva per il suo ritorno a casa e acclamava come lui il Signore Oscuro.
Ma non funziona così.
Io non sono mio padre, io sono come mia madre. Fingo di avere una corazza costruita con la mia forza ma appena vedo qualcosa che mi fa stare male incredibilmente questa corazza cede cadendo e rompendosi in mille pezzi.
"Draco, stai bene? Ti vedo..turbato" mi dice la voce calorosa di mia madre, le sorrido.
"Sto bene madre, pensavo" la rassicuro.
Ma come al solito fingo.
Fingo che sia tutto apposto.
"Non sei obbligato a dirle queste bugie" la sua voce nella sua testa, sa che posso sentirla.
Sto diventando davvero bravo, mi sembra tutto più facile.
"Cosa dovrei dirle? Che ho una paura fottuta?" le chiedo e lei mi guarda di sottecchi scuotendo la testa.
"Cercale di parlare dopo. Lei non se lo merita" ha ragione.
Mia madre non se lo merita.
Mia madre non si merita una persona come mio padre, dovrebbe avere molto di più ma moltissimo di più, ma anche se dopotutto quello che è diventato ha continuato ad amarlo.
Ad amarlo senza mai smettere.
Un amore puro.
Mia madre non si merita di stare qui, dovrebbe starne fuori da tutta questa brutta faccenda.
Mia mandare non si merita di essere una mangia-morte, non è un assassina.
Ma per l'amore di mio padre, lo è diventata.
Quanto diavolo di è spinta per quest uomo.
E quanto si spingerà ancora.
E tu quanto ti spingerai per quella ragazza?
Non lo so.
"Dobby" uno schiocco di dita.
"Accompagna i ragazzi nelle loro rispettive camere separate. A mezzanotte festeggeremo tutti insieme il Natale con un banchetto" la voce autoritaria di mio padre si gira per la stanza.
La madre di Emily le poggia la mano sulla spalla e lei compostamente si alza aggiustandosi il vestito, Dobby ci smaterializza e finisco in camera mia.
Camera mia.
Camera mia.

𝖉𝖚𝖊 𝖕𝖊𝖗𝖋𝖊𝖙𝖙𝖎 𝖘𝖙𝖗𝖔𝖓𝖟𝖎. || DRACO MALFOYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora