𝘊𝘢𝘱𝘪𝘵𝘰𝘭𝘰 17

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Nel momento in cui scesero dalla macchina, Richie sentì lo stomaco chiudersi. Si guardò intorno, e tutto ciò che vedeva era strano. Non era sicuramente Derry, non ci assomigliava nemmeno lontanamente. Già alla partenza le sue aspettative sulla nuova città erano basse, ma una volt arrivato finirono sottoterra. 

Era sbiancato e si sentiva svenire. Sua madre parve accorgersene, e si avvicinò al figlio, appoggiandogli una mano dietro la schiena.

- Tesoro, va tutto bene? Sei bianco come un cadavere. -

Richie inghiottì rumorosamente e buttò fuori l'aria.

- Sì, credo. - rispose. - Papà dov'è? -

-Al lavoro. Aveva un colloquio oggi pomeriggio, non è ancora tornato. - disse Maggie, mettendo le mani sui fianchi. - Vieni, entriamo in casa intanto. -

Lasciarono la macchina nel vialetto e Richie guardò la casa da fuori. Era grande, di un color crema, e sembrava abbastanza nuova. Niente di speciale, a parte il grande giardino sul retro. 

Seguì sua madre dentro casa. La prima stanza era un piccolo ingresso, con un armadio di legno appoggiato al muro, a destra della porta. Davanti all'armadio c'era uno scatolone con dei cappotti. Richie riconobbe il suo.

Uscendo dall'atrio, si entrava nel salotto, praticamente vuoto. C'era solo un divano in pelle marrone scuro e un tavolino di vetro, con altri scatoloni sopra. Le finestre erano spoglie, senza tende, e i vetri impolverati. 

Nell'aria c'era davvero tanta polvere: sicuramente stavano restaurando qualcosa, pensò Richie.

Dopo il salotto c'era la cucina, dove mancava la porta. I fornelli erano coperti da un panno di plastica e degli scatoloni contenenti mobili smontati riempivano il pavimento.

Solo una cosa attirò lo sguardo di Richie. C'era una porta chiusa, in cucina, coperta da un altro panno di plastica. Si chiese cosa ci fosse dietro, ma poi sua madre lo chiamò e dovette seguirla al piano di sopra.

Dopo una piccola rampa di scale, ci si trovava in un buio corridoio. Il lampadario mancava, e non c'era illuminazione. Maggie aprì velocemente tutte le porte che davano sul corridoio e la luce che entrava dalle finestre illuminò un po' l'ambiente. 

La prima camera era quella dei suoi genitori. C'era solo un grande letto matrimoniale, con la struttura in ferro, senza materasso. Per terra c'era una quantità enorme di scatoloni.

Ma dove tenevamo tutta quella roba, nella casa di Derry? si chiese Richie.

Le altre porte del corridoio erano di uno studio, due bagni, una sorta di sgabuzzino e una lavanderia.

L'unica cosa che non riusciva a trovare era la sua camera.

- Mamma. - chiamò.

Maggie si voltò verso di lui.

- Sì, tesoro? -

- Avevate pensato di farmi dormire nella vasca da bagno? O nella lavatrice? -

Sua madre rise, scuotendo la testa.

- No, no, hai ragione. Vieni, la tua camera è di sopra. -

Richie la seguì, fino a che non arrivarono ad un'altra porta, che prima non aveva visto. Era più piccola delle altre.

Quando Maggie la aprì, davanti gli si presentò un'altra rampa di scale, color mattone.

La donna fece segno al figlio di salire, cosa che lui, titubante, fece.

Quando arrivò in cima, era inghiottito nel buio. Le luci, come al piano di sotto, non funzionavano. Non era un amante del buio, quindi, con il cuore in gola, cercò a tentoni una finestra, che trovo, in fondo alla stanza. Aprì i vetri e poi le veneziane, facendo così entrare più luce possibile, e muovendo anche un bel po' di polvere. Poi, si guardò intorno.

Era una stanza gigantesca. C'erano tre finestre e una porta di vetro che separava la camera da una terrazza. Una piccola porticina nascondeva un sottotetto e un'altra più grande era di un bagno. 

Un semplice letto, senza materasso, era appoggiato ad una parete e aveva vicino un comodino di legno. Varie librerie erano sparse in giro, dello stesso legno scuro della scrivania. Non c'era altro, in quella stanza che a Richie sembrava immensa. Un senso di emozione, di gioia, lo pervase. A Derry la sua camera era abbastanza piccola, ma a Detroit aveva a disposizione un'intera mansarda.

Corse giù per le scale, andando da sua madre.

- Ma'! È stupenda! - le disse.

Maggie sorrise.

- Sono contenta che ti piaccia. Ti abbiamo lasciato tutta la mansarda...fanne buon uso. -

Richie annuì.

I due scesero al piano di sotto, e iniziarono a portare di sopra gli scatoloni, a svuotarli e a pulire. 

Dopo poco, il campanello suonò. Aveva un suono molto forte.

- Sarà tuo padre. - disse Maggie, e andò ad aprire la porta, seguita da Richie.

Wentworth entrò, e sorrise a sua moglie e a suo figlio.

- Ciao pa'. - lo salutò Richie, e suo padre lo abbracciò.

Salutò anche Maggie e chiese come stessero andando le cose. 

- Per cena avevo pensato di portarvi fuori a mangiare, dato che i lavori in cucina finiranno domani mattina. - annunciò Wentworth.

Si prepararono velocemente e uscirono. Mentre camminavano verso il ristorante, il padre di Richie gli passò un braccio sulle spalle.

-Allora? Come ti sembra la nuova casa? - 

Il figlio sospirò.

-Mi piace. Soprattutto la mia camera. Rispetto a quella di Derry è la suite nuziale di un hotel a cinque stelle. -

Wentworth rise.

- Sì, è molto grande. E sappi che sarà compito tuo sistemarla. -

Richie gli rivolse uno sguardo svogliato.

- Su, ragazzo mio, non fare quella faccia. Hai un'estate davanti dove non hai molto da fare se non ambientarti. Quindi, camera tua sarà compito tuo. Guardala dal lato positivo: puoi decidere tu i colori, la disposizione di tutto, l'arredamento. -

Richie annuì. Forse lo avrebbe aiutato a scacciare la noia.

Mangiarono in un piccolo ristorante, e tornarono a casa. Essendo estate, ancora non faceva buio, e su Detroit il sole stava tramontando. 

Quando furono a casa, a Richie venne in mente una cosa.

Doveva chiamare Eddie.

- Ma', dov'è il telefono? -

- Al piano di sotto, vicino alla cucina. - 

Si fiondò al piano di sotto, quasi cadendo dalle scale.

Compose il numero di Eddie, con il cuore in gola.

Dopo qualche secondo, sentì la sua voce.

- Pronto? -


ma ciao. questo capitolo sembra uno di quei temi che si fanno alle elementari dove si dovevano descrivere le case lol. oltretutto, per la casa ho preso ispirazione da quella dei miei zii, sorry not sorry. spero vi piaccia, anyways, perché iniziano i casini dal prossimo capitolo. enjoy <3



𝘐 𝘸𝘢𝘯𝘯𝘢 𝘣𝘦 𝘺𝘰𝘶𝘳𝘴 // 𝘙𝘦𝘥𝘥𝘪𝘦Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora