Heal

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Un raggio di sole entrò dalla finestra, illuminando leggermente il viso di Macarena.
La donna strizzò leggermente gli occhi prima di cominciare ad aprirli. Sentì dei passi, leggeri, piccoli, veloci che si dirigevano proprio verso il suo letto e non poté fare altro che sorridere leggermente. Il materasso si abbassò impercettibilmente alle sue spalle e improvvisamente sentì un leggerissimo tocco sul suo braccio.
Macarena si voltò di scatto, catturando la sua bimba tra le braccia.
"Mamma!" Esclamò la piccola "Pensavo stessi ancora dormendo"
"Sorpresa, sono sveglia" Macarena le posò un rumoroso bacio sulla guancia, poi un altro e un altro ancora.
La bimba mise le proprie braccine al collo della mamma per stringerla ancora di più a sè.
"Ah, vedo che siamo tutti svegli qui"
Una voce grave e graffiata fece capolino nella stanza.
Macarena e la bimba si voltarono verso la porta.
Zulema era lì, con un vassoio per la colazione, che sorrideva leggermente guardando la scena che si presentò davanti ai suoi occhi.
Macarena le sorrise, liberando la bimba, sapendo che di lì a breve sarebbe corsa da quella che, oramai, era diventata la sua seconda mamma.
Zulema posò il vassoio sul comodino e si piegò, a braccia aperte, pronta ad accogliere il piccolo scricciolo che, con non poche difficoltà, scese dal letto, correndole in contro.
"Mamma!" Esclamò per la seconda volta, quella mattina, la bambina, abbracciando la mora.
"Ciao piccolina" Zulema la strinse e la sollevò da terra. "Stai diventando sempre più pesantuccia"
Macarena osservò la scena e un sorriso amaro si fece strada sulle sue labbra. Sapeva che non era la bambina ad essere più pesante, ma era Zulema ad avere un po' meno forze del solito. Era dimagrita nell'ultimo periodo.
Purtroppo la chemio non era certo una passeggiata, era molto provata da tutto quello che stava attraversando, anche se cercava sempre di non darlo a vedere, soprattutto davanti alla loro bambina.

"Zulema, tutto bene?" Macarena bussò alla porta del bagno, tentando di aprirla, trovandola chiusa.
"Sì, tutto bene, a breve esco, non ti preoccupare"
Zulema era davanti allo specchio del bagno, con una mano poggiata al lavandino e l'altra tra i capelli.
Allontanò leggermente la mano, delicatamente. Se la guardò: era piena di capelli. Aveva iniziato a perderli.
Strinse i capelli persi in un pugno e serrò la mascella.
"Puta mierda!" Esclamò, dando un pugno all'armadietto proprio accanto allo specchio.
"Zulema!" Chiamò di nuovo Macarena. "Cos'era quel rumore?"
Zulema non parlò, lasciando cadere i capelli nel lavandino e osservando le nocche rosse della sua mano.
"Zulema, apri o giuro che sfondo la porta" Macarena continuava a bussare insistentemente.
La mora sospirò guardandosi nuovamente allo specchio. Si passò una mano sul viso, cercando di assumere un'espressione un po' più serena, prima di aprire la porta.
Fece girare la chiave nella toppa.
Macarena entrò con forza nel bagno, guardandosi attorno.
"Tutto apposto detective, possiamo indagare nelle altre stanze" disse Zulema, per smorzare la tensione con una delle sue solite battute.
"Perchè ti sei chiusa?" Chiese Macarena, visibilmente preoccupata, senza prestare attenzione alla battuta della mora.
Zulema fece spallucce "Volevo testare la tua pazienza. Volevo vedere quanto tempo avresti aspettato prima di buttare giù la porta"
Macarena girò gli occhi al cielo e le sorrise, prima di notare un dettaglio nel lavandino.
La bionda fece viaggiare i propri occhi tra il lavandino e Zulema, che si voltò verso ciò che aveva attirato l'attenzione di Macarena, rendendosi conto solo in quel momento di aver dimenticato di buttare i capelli che le erano caduti.
Zulema sospirò, pronta a ciò che la aspettava.
Macarena prese i capelli dal lavandino e fissò i suoi occhi verdi in quelli marroni della donna.
"Da quanto tempo?" Chiese Macarena mettendole i capelli davanti.
"Dall'ultima chemio" confesso Zulema.
"E quando pensavi di dirmelo?"
"In realtà non ne avevo intenzione"
Macarena annuì "Così ti avrei vista direttamente senza capelli. E Rosa? Cosa pensi avrebbe pensato vedendoti senza più nulla sulla testa?"
Zulema sospirò "Avrei rimediato una parrucca"
"Cazzo, Zulema... " Il tono duro che aveva precedentemente Macarena si addolcì leggermente. "Quando capirai che non hai più bisogno di affrontare tutto da sola?"
"Non ho bisogno di compassione rubia, ho bisogno di essere trattata come sempre. Senza visi tristi, senza facce preoccupate. Voglio la normalità" disse Zulema allargando leggermente le braccia.
"E tu credi che io non possa dartela?"
"Non ho detto questo" affermò Zulema.
"Ma...?" Chiese Macarena, aspettando che Zulema continuasse.
"Ma non voglio che tu ti preoccupi per me, è l'ultima cosa che voglio. Forse avrei dovuto essere la solita stronza senza sentimenti, invece di permettermi di lasciarmi andare con te e darti una vita che non meriti"
Macarena posò un dito sulle labbra di Zulema, non permettendole di continuare.
"Quella è stata la cosa più sensata che tu abbia fatto in vita tua" Macarena poggiò le proprie labbra su quelle di Zulema, cercando di rassicurarla, cercando di dirle, con quel bacio, che qualunque cosa fosse successa lei non l'avrebbe abbandonata.
Zulema posò la propria fronte su quella di Macarena, scuotendo il capo.
"Non posso darvi nulla, solo sofferenza, come ho sempre fatto" gli occhi di Zulema si erano riempiti di lacrime, che cominciarono a scendere lungo le guance. Ripercorrevano il tatuaggio che Zulema aveva fatto in onore della figlia.
Macarena le fece sollevare il capo e le asciugò le lacrime "Smettila di dire stronzate. Io sono qui e ci sarò sempre anche quanto tu non mi vorrai, anche quando mi manderai a fanculo. Io ci sarò, perchè ti amo e so che andremo avanti nonostante tutto"
"Avresti dovuto diventare poetessa rubia" le sorrise dolcemente Zulema e Macarena la accompagnò.

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