Insieme, non importa dove

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Il collegio dove Yves, Chuu, Gowon e Olivia Hye abitavano e studiavano era molto strano

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Il collegio dove Yves, Chuu, Gowon e Olivia Hye abitavano e studiavano era molto strano. Innanzitutto, lo frequentavano solo loro quattro. Era grande, spazioso e luminoso, ma le quattro ragazze e l'insegnante erano le uniche abitanti dello stabile. Veniva un cuoco per preparare il pranzo e la cena, ma non abitava lì.

Percorrere i lunghi corridoi la sera era molto inquietante, infatti le ragazze cercavano di girare sempre in gruppo. Yves, la più spigliata e meno condizionabile, era stata la prima ad andare in giro da sola, per esplorare e magari trovare una via di uscita. Era rinchiusa in quel collegio da troppo tempo: praticamente da che era lì non aveva mai messo piede fuori dallo stabile.

Però lei non era una ragazza che si potesse contenere facilmente, desiderava sempre evadere dalla normalità. Un anno senza infrangere le regole l'aveva passato, ora non ce la faceva più a rimanere bloccata tutti i giorni nello stesso posto.

Iniziò un giorno di settembre e dopo un breve periodo di perlustrazione aveva trovato un punto accessibile per uscire (la porta di ingresso non era mai stata agibile, si era dovuta inventare un passaggio). Sicuramente il cuoco accedeva da lì, non potendo passare dalla porta principale.

Scappò una sera, prima che facesse buio: percorse un sentiero nel bosco limitrofo e raggiunse un posto strano, diverso da quello a cui era abituata.

C'erano tante persone, varie strutture alte e scure, illuminate con luci accecanti, vari oggetti con ruote che si muovevano in fila indiana in due corsie opposte. Yves era spaventata, ma continuò a camminare, cercando di fissare quanti più particolari riuscisse.

Indossava ancora la divisa scozzese gialla della sua scuola: forse era per quello che la gente la guardava. La ragazza incrociò le braccia e procedette lentamente, tutta rannicchiata e intimorita. Strano da parte sua: lei era una persona forte, che non aveva paura di nulla. Ma in una situazione del genere era normale che lo fosse: era in un luogo a lei sconosciuto ed era sola.

Se parliamo un po' di Yves non sappiamo dire molto. Lei non sapeva praticamente nulla del suo passato, perché era sempre vissuta in quel collegio, almeno per quanto ricordasse. Non aveva idea di chi fossero i suoi genitori, non aveva idea del perché fosse "reclusa" insieme alle altre tre in quel collegio dal nome strano: Eden. Però tutto ciò non l'aveva però fermata dall'essere ciò che era: una persona forte, in grado di essere fonte di ispirazione per le sue compagne. Lei era sempre stata impavida e allegra, anche agli inizi, quando si stava ambientando alla nuova vita, pur non sapendo nulla di quella precedente.

Camminò ancora un po'. Non aveva detto a nessuno ciò che avrebbe fatto, soprattutto perché era sicura che Chuu l'avrebbe supplicata o di non andare o di farla venire con sé. Yves non voleva mettere in pericolo anche la sua amica.

D'un tratto la strada si fece più illuminata e Yves vide un'insegna: "Skate rental", posta sopra ad una vetrina.

<Cos'è uno skate rental?> si domandò, non sapendo darsi una risposta. Per capire decise di entrare e rimase stupita: vide una sala illuminata con luci rosa e fucsia, degli scaffali pieni di scarpe con le ruote (una voce nella sua testa le diceva si chiamassero pattini, ma non era molto sicura: aveva letto di quegli oggetti in un libro, però non ne aveva mai visto uno) e una ragazza dai capelli rosa chiaro dietro un bancone.

Insieme, non importa dove (Loona Chuuves)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora