*flashback*
Il fumo usciva dalle finestre,dalle porte,da qualsiasi parte. Un gridolino strozzato si sentì dall'interno dell'abitazione. I pompieri si stavano dando da fare per fermare le fiamme e portare in salvo le persone. Ma qualcosa non andó. Si udì uno scoppio e tutto saltó in aria. Venni scaraventato a terra mentre guardavo incredulo ció che stava succedendo di fronte a me. I ricordi di una vita,la mia famiglia,i parenti,i miei amici;tutto andato a puttane a causa di un incendio e un'esplosione. I vicini si affacciarono dalle porte e dalle finestre,guardavano il disastro. Chi con uno sguardo incredulo e chi con urli disperati. E poi c'ero io. Gli occhi spalancati,seduto a terra,le lacrime che scorrevano copiosamente sul mio volto,la bocca semi-aperta,i pugni chiusi. Avrei voluto urlare,ma l'unica cosa che usciva dalle mie labbra erano singhiozzi e respiri sconnessi tra loro. Dalla casa cominciarono ad uscire i pompieri. Erano soli. Nessuno dei presenti nella casa si era salvato. Nessuno. Non avrei più avuto nessuno.
*fine flashback*Ed eccomi di nuovo su un aereo,diretto a Londra questa volta. Devo ancora superare il trauma di aver visto bruciare vivi tutti i miei cari. Non me ne capacito ancora.
Una vocina di donna risuonó nelle mie orecchie "Tesoro stiamo per atterrare,allacciati la cintura". Svogliatamente mi sistemai sul sedile,allacciando la cintura nera. Il metallo freddo a contatto con la mia pelle mi fece salire qualche brivido. Notai che la hostes era ancora lì,ferma,che mi guarda con due occhioni marroni intrisi di...compassione?
Bhe sembra.
Continuava a guardarmi,sfoderando un largo sorriso,le labbra fasciate da un leggero strato di gloss color pesca. Gli occhi adornati da una sottile ma visibile linea di eyeliner nera. Sistemóla gonna blu della divisa,si schiarì la gola per poi finalmente decidersi a parlare "Hai bisogno di qualcosa giovanotto?".
Puoi ridarmi indietro la mia famiglia? I miei amici? No,non credo.
"Nono...la ringrazio sigorina"quasi sussurro. La signora annuì e si allontanó poco dopo. Una piccola turbolenza risquote l'aereo e mi ritrovai a chiudere gli occhi,prendendo un grosso respiro. Un'altra,ancora una, e un'altra ancora. Finalmente l'aereo si ristabilizzó e fece uscire il carrellino con le ruote. Una decina di minuti dopo atterrammo. Slacciai velocemente la cintura e mi alzai,stiracchiandomi per bene. Le ossa scricchiolarono un po,tutto normale. Mi fiondai verso lo sportello,salutai le hostes e mi inoltrai nella galleria.
Finalmente a terra.
Cercai un bar dentro all'aereoporto.
Neccessito di cibo. Ora. Uh guarda lì,Nando's nell'aereoporto. Aw. Sclero. Okay Ashton smettila. Fai il normale per una volta.
Scossi la testa ridacchiando di me stesso e,dopo aver recuperato il mio bagaglio, corrsi da Nando's.
Madó ci sta una fila....
Le persone sembravano tutte scazzate,e con fame. Ma percepivo anche felicità nei loro sguardi. Istintivamente sorrisi,vedere tutte queste persone felici mi scaldava il cuore.
Anche io vorrei sorridere come loro,essere entusiasta e saltare di gioia...vorrei,ma non posso.
Finalmente riuscii a prendere delle patatine e mi accomodai su una seggiolina verde di pelle ad uno dei tavoli. C'era un continuo via vai nel negozio. Gente che entrava ed usciva. Seduti nel tavolo accanto a me c'erano un signore e la moglie con quelli che suppongo fossero i loro bambini.
Finii di mangiare le mie patatine fritte e mi alzai,la valigia in una mano e la giacca nell'altra. Stranamente c'era il sole,e anche un leggero caldo che veniva a contatto con il mio corpo,sulle braccia scoperte. La casa nella quale sono stato mandato non è molto distante quindi non credo useró soldi per un taxi o un qualsiasi altro mezzo pubblico.
Mi incamminai per una piccola via stretta,sui cigli della strada spuntavano tanti alberi pieni di fiorellini rosa...alberi di pesco. Un gradevole profumo si inalava nell'aria.Dopo venti minuti di camminata finalmente arrivai davanti ad una casa in pietra rossiccia. Molto grossa.
Wow,è veramente stupenda.
La casa era circondata da un vasto giardino ben curato.
Quasi quasi stento a credere che in questa casa vivano solo ragazzi.Ridacchiai e mi avviai verso il portone. Presi un grosso respiro e mi decisi a bussare.
Poco dopo la porta venne spalancata e una ragazza dagli occhi color nocciola e i capelli castano scuro con delle sfumature blu sulle punte mi fronteggió.
"Ehi ciao io sono Demi e tu devi essere Ashton" gridó quasi la ragazza,un enorme sorriso stampato sul suo volto.
Tirai un piccolo e timido sorriso forzato,solo per cortesia, e annuii "si sono Ashton" sussurrai. La ragazza si spostó da davanti la porta per permettermi di entrare. "Bhe Ashton seguimi,ti mostro la tua stanza. Immagino tu sia stanco e voglia riposare,domani ti presenteró gli altri" sorrise ampliamente Demi recitando quelle parole. La segii stando in silenzio,lo sguardo basso,la testa persa nei ricordi;ricordi felici,di un tempo passato.
Arrivammo davanti alla stanza e Demi la aprì. "Ashton se hai bisogno io sono nella stanza in fondo al corridoio,per qualsiasi cosa chiamami"sussurró la mora prima di andarsene richiudendosi la porta alle spalle.
Posai la valigia a terra e mi guardai intorno.
Al centro della stanza c'era un letto matrimoniale,foderato da un lenzuolo azzurro cielo. Le pareti erano sui toni dell'azzurro/verde acqua. Il pavimento fatto di parquet. Sulla parete destra si estendeva una grossa cabina armadio fatta in legno d'acero e sulla parete opposta campeggiava una scrivania anch'essa in legno,di ciliegio peró,con una piccola sedia girevole blu. La piccola finestra di fianco al letto era ricoperta di uno strato di stoffa bianca a pois color azzurro.Mi levai le scarpe e le poggiai al lato del letto,vicino al comodino. Sfilai lentamente la t-shirt nera degli AC/DC che indossavo e mi calai gli skinny blu aderenti,poggiando entrambi sulla sedia. Aprii la valigia e ne estrassi un pantalone grigio della tuta e una maglietta verde chiaro a maniche corte. Mi affrettai ad indossare gli indumenti e spensi la luce per poi stendermi sul letto. Mi infilai sotto le coperte,la testa abbandonata ai miei pensieri mentre mi accoccolavo al grosso cuscino bianco.