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Non vedo Zayn da un giorno ma ci siamo un po'scritti su messaggi.
Sono tornata da poco da scuola, oggi Zayn non c'era perché era malato mentre Waliyha è tornata e siamo andate a fare una passeggiata insieme, anche con Olivia.
Non ho ancora detto a nessuno del bacio, prima di tutto perché non so ancora cosa siamo io e Zayn e secondo perché magari è un po' troppo affrettato dirlo.
Lo sa solo Louis, non si è arrabbiato, anzi, mi ha detto che Zayn è un bravo ragazzo ed è uno dei suoi migliori amici e quindi si fida.

Tutto ad un tratto la schermata del mio cellulare si illumina, è la madre di Emily.
Rispondo velocemente, magari mi deve dare sue notizie.

-"Pronto... come stai?"-

-"Ciao Mary io sto bene e anche Emily, si è svegliata da poco, vorrebbe vederti."-

-"O mio dio, arrivo subito"-

Riattacco e mi vesto il più velocemente possibile.
Non ci posso credere, vuole vedermi, chissà cosa vorrà dirmi...
Corro velocemente fino all'ospedale, ormai ho fatto abitudine a tutti gli sguardi sconcertati e alle occhiatacce delle persone quando mi vedono.

-"Mary vieni, è nella camera"-
Nella voce di Carmen c'è gioia, felicità, anche io lo sono, non potevano darmi notizia migliore!
Entro velocemente nella stanza e la guardo, ha gli occhi semi aperti.
-"Ciao Emily"-
-"Ti ho sentita"-
Non mi saluta, va dritta al punto, all'inizio non capisco ma dopo ricordo del discorso che le ho fatto quando ancora era in coma.
Faccio finta di non sentire non sapendo dare una risposta.
-"Come stai?"-

-"Benissimo dopo le tue parole"-
Le scende una lacrima che le bagna il volto, ha gli occhi rossi e lucidi.
Sorrido e mi avvicino, riusciremo a ritornare amiche come prima?
Magari non subito o magari mai, ma spero che tra noi le cose si sistemano nel migliore dei modi.
Mi sorride e poi mi parla ancora.
-"Veramente mi hai perdonata? Dopo tutto quello che ti ho fatto? Dopo tutto quello che ho fatto alle persone più care per te?"
Un'altra lacrima le riga la guancia, e poi un'altra ancora.

-"Si, ognuno fa degli errori, chi più piccoli e chi più grandi, non importa quello che hai fatto prima che io partissi, non importa neanche quello che hai fatto dopo, se ti sei pentita delle tue azioni sei già migliorata di molto."-
Ho detto queste parole sinceramente, guardandola negli occhi, era veramente dispiaciuta per quello che aveva fatto.

-"Ti chiedo scusa è che sono una cretina, sono una deficiente, stupida"-
Continuava ad imprecarsi addosso delle parole poco carine.
Io mi avvicino e la stringo in un abbraccio anche se è molto debole.
Prima di uscire dalla porta la guardo ancora, capisco che finalmente non ha più quella maschera che si era creata e che con il tempo aveva coperto la sua vera persona e le sue doti più belle.
-"Io ti ho perdonato, ma la cosa più importante è che tu riesca a perdonare te stessa"-
Esco dalla stanza, sono felice, sia per Emily che per la sua famiglia.

Esco dall'ospedale e capisco che non riuscirò mai a perdonare mio padre,
Sono riuscita a perdonare Emily, ma lui no, non si è pentito, non è tornato indietro e magari tra un po' di anni avrà un'altra famiglia.
Tutto questo mi fa arrabbiare, mi rattrista, cosa avevamo noi che non andava?
Eravamo sempre stati un'ottima famiglia.

Cammino sul marciapiede e intanto sento i miei occhi pizzicare, sia per il freddo che per le mie riflessioni.
La prima lacrima cade, un insieme di emozioni si impossessano di me, felicità, rabbia, gioia, insicurezza, cattiveria e ancora una volta ritorno la ragazza insicura e la ragazza timida di un po' di tempo fa.

Capisco che solo una persona riuscirebbe a farmi stare bene.
Inizio a camminare più velocemente, raggiungendo una villetta bianca.
Suono al campanello e mi apre lui, e tutto ad un tratto mi sento meglio, mi sento sollevata.
-"Ciao Mary"-
-"Ciao Zayn"-
Lo abbraccio e lui ricambia.
-"Cos'è successo?"-
Con una mano mi asciuga la lacrima e con l'altra mi sposta la ciocca dei capelli che mi era caduta davanti al viso.

-"Emily si è svegliata dalla coma"-
Mi sorride e intanto mi fa entrare in casa sua, è veramente molto bella e anche ordinata.
-"C'è altro che vuoi dirmi ma non ci riesci"-
Ci sediamo sul divano e lui mi fa appoggiare la testa sul suo petto, migliaia di brividi percorrono la mia schiena e il suo calore riesce, anche se poco, a farmi sorridere.

-"Mio padre..."-
Mi scappa dalla bocca, non volevo parlarne, poi sembro la solita ragazza che cerca di far pena agli altri, ma io non sono così, in tre anni l'ho detto solo alle persone di cui più mi fidavo.
-"Se non vuoi parlarne non sei obbligata ma se vuoi io ti ascolto"-
Inspiro il suo profumo dolciastro, è la cosa più buona del mondo, dopo le sue labbra, mi faccio coraggio e inizio a parlare.

-"Beh, quando ci ha lasciati io non ero a casa e non mi ha neanche salutata, non l'ho detto quasi a nessuno dei miei amici, non ne avevo voglia, non volevo mostrarmi debole, non volevo far pietà.
Ora sola al pensiero che lui sta sorridendo o che magari ha trovato un'altra famiglia con la quale fa le stesse cose che faceva con noi mi fa arrabbiare"-
La mia voce si inclina e diventa più bassa.
-"E la realtà è che mi manca ma non voglio ammetterlo, sono troppo orgogliosa, ma mi manca."-
Mi guarda comprensivo, appoggia le sue labbra sulla mia fronte e mi bacia.

𝙵 𝚘 𝚛 𝚎 𝚟 𝚎 𝚛Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora