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noia: era questo quello che provava kenma.
kuroo lo stava seguendo da un po' e il bello era che non stava nemmeno provando a nasconderlo; era lì, a due metri da lui, che lo osservava assottigliando gli occhi.
il biondo cercò di pensarci il meno possibile e sospirò quando arrivò al portone del suo cliente di quel pomeriggio. si rilassò, convinto che l'altro avrebbe smesso di seguirlo, ma dopo un'oretta, terminato il da farsi, uscì e lo vide lì, in piedi, con lo sguardo che teneva da ormai tutta la giornata.
"bene." kenma sbottò, "cosa minchia vuoi?"
kuroo alzò le sopracciglia e sembrò per un secondo sconcertato che il più basso lo avesse notato, ma poi tornò serio, e si grattò il mento. "sinceramente?"
"muoviti."
"penso che io sia geloso e che mio padre c'entri."
kenma alzò un sopracciglio e guardò kuroo, volendo capire se stesse scherzando, ma portò una mano alla fronte quando capì che era serio.
"e io cosa c'entro?" chiese quindi, anche se sapeva alla perfezione il perché lui c'entrasse; non capiva perché, ma voleva sentirsi dire dal bruno che era geloso di lui.
"ma — non hai capito? è ovvio che c'entri!" kuroo alzò le braccia ovvio, iniziando ad aumentare il volume della voce senza accorgersene, attirando alcune occhiate dai passanti. "sono geloso di te! cioè te! secondo te perché seguo te se non sono geloso di te? mio padre ha messo te come mia porta per un motivo, e te sei il primo che mi fa cambiare aurea così tanto. e in più te dovresti andare a letto con me e basta, insomma io e te, cioè te sei la mia Porta e-" 
kenma ormai aveva perso il filo del discorso e aveva smesso di cantare quante volte kuroo aveva detto "te"; lo fermò ad un certo punto posandogli il palmo sulle labbra e facendogli segno di stare in silenzio.
"okay, okay, sediamoci da qualche parte e ne parliamo." disse poi, iniziando a trascinare il bruno verso un bar.

kuroken ☦︎︎ michelle.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora