Capitolo 15

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Layla

"Perché cazzo hai fatto una cosa del genere! Sei solo una lurida puttana"- urla più forte, non mi ha neanche permesso di spiegare

"Non puoi dire una cosa del genere. Io non c'entrò nulla, non ero in me, lo vuoi capire che mi hanno fatto qualcosa?"- cerco di spiegare ormai con le guance rigate e senza fiato

"Vattene non ti voglio più vedere! Tu non esisti più per noi, scordati di me e di tutto ciò che è stato! Vai fuori di qui, ora!"- che cosa? Non può farlo veramente, non può dirmi una cosa del genere

"Non puoi averlo detto sul serio"- aspetto che mi risponda ma della risposta non c'é traccia, ed é in quel momento che capisco che é tutto finito, che era vero.

Esco da quella camera e scendo velocemente al piano di sotto, senza badare alle persone che mi richiamano dal salotto. Quando sono a casa mi accascio vicino al mio letto iniziando a sfogarmi per via di quello che mi hanno fatto, piango perché é l'unica cosa che in questo momento posso fare, perché qualche fino giorno fa ero la persona più felice a questo mondo e ora invece mi é caduto il mondo addosso, piango perché l'unica cosa che e in questo momento può aiutarmi é una soltanto.

Mi sveglio madida di sudore mi sembra di sentire ancora la lama dentro di me, cosí come l'odore del sangue, sento ancora la sue urla e ció che le ha provocate e mi sento uno schifo, non sono riuscita a rimediare, non sono riuscita a dimostrare che non era mia la colpa, per fortuna con me c'era Becky.

Sento qualcuno attaccato al mio braccio, alzo la testa forse un po' troppo velocemente dato che inizia a farmi male notando una ragazza dai capelli castani addormentata sul mio braccio, é mia sorella Eva.

Cerco di muovere il braccio ma Eva emette dei suoni molto imbarazzanti, quando vede che sono sveglia la sua faccia varia da cadaverica a sorpresa a estrema felicità, mi salta addosso iniziando ad urlare- "Layla che bello che ti sia svegliata, sei stata 48h in una pseudo coma ed é stato orribile. Per fortuna che c'era il tuo ragazzo" - esclama frustrata- "Io non ho un ragazzo, che cosa stai dicendo? Perche sono qui un'altra volta?"- le chiedo confusa- "Come non hai un ragazzo? Becky ha detto che tu e quel ragazzo vi state frequentando"- risponde piu confusa di me.

Apro bocca per parlare ma vengo interrotta dalla porta che si apre e che rivela i miei genitori, mio fratello, Becky e Trevor. I miei genitori mi corrono incontro abbracciandomi piu forte del dovuto- "Ti sei svegliata finalmente, ma perché lo hai fatto di nuovo?"- chiede mia madre singhiozzando- "Jennifer, tesoro, non é il momento. La mia bambina"- sussurra dolcemente mio padre sorridendomi e dandomi un bacio sulla fronte, Cody viene da me e fa lo stesso, mi abbraccia e mi da un lungo bacio sulla fronte- "Cosi hai anche deciso che tu e Trevor state insieme, avevo detto di stare lontana da lui, mi hai deluso molto"- sussurra nascondendo una lacrima.

Cerco di ribattere ma una Becky che sembra uno zombie mi viene incontro piangendo, mi abbraccia dolcemente, come se avesse paura di rompermi- "Becky cosa stanno dicendo tutti? Io e Trevor non stiamo insieme"- sussurro- "Per adesso stai al gioco, i tuoi genitori sono cosi felici e quel ragazzo é disperato, ti prego fallo per me"- mi supplica facendo gli occhi dolci, guardo attraverso Becky Trevor, sembra a pezzi e mi guarda come per chiedermi scusa, ed é in quel momento che mi ricordo tutto, non basterà un semplice scusa per rimediare, non posso cadere di nuovo nella sua trappola, non posso soffrire di nuovo.

Poi mi ricordo di tutte le emozioni che provo quando sono con lui e delle sue possenti braccia che mi hanno accolto molte volte, guardo i miei genitori e come ha detto Becky sembrano davvero felici, cercano di farmi andare avanti da molto tempo e Trevor deve averli dato una buona impressione.

Mi ritrovo cosi ad annuire a Becky che si stacca felice.

Guardo Trevor e lui guarda me, mi sorride e io faccio lo stesso, mia madre se ne accorge- "Layla, amore mio, ora noi andiamo ma ti veniamo a trovare presto, e quando uscirai da qui faremo una cena di famiglia e ovviamente ci sarà anche Trevor"- le cene di famiglia sono cosi imbarazzanti- "Che cosa? Lui non è della famiglia, non vedo perché dovrebbe esserci"- constata mio fratello incredulo e seccato- "Signori Anderson io-"- cerca di dire Trevor ma viene interotto da mia madre- "Niente ma ci sarai anche tu, sei o non sei il ragazzo di mia figlia? Lo sei quindi tu ci sarai"- sa essere fin troppo autoritaria- "Ha ragione figliolo, ci sarai anche tu"- aggiunge mio padre.

Quando tutti se ne vanno rimaniamo solo io e Trevor, vorrei parlare non appena le sue braccia mi stringono stretta non riesco a fare altro che scaricarmi, come ogni volta, su di lui.

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