-Nietzsche una volta disse: l'uomo è una corda tesa tra la bestia e il superuomo, una corda tesa sull'abisso. Un pericoloso andare di là, un pericoloso guardarsi indietro, un pericoloso rabbrividire e star fermo- Reginald Hagreeves iniziò a leggere con tono solenne e declamatorio una nota dai suoi appunti, che raccoglieva su un quadernino di pelle rossastra, con le sue iniziali incise in oro sulla copertina.
I suoi figli erano tutti schierati in riga di fronte a lui, o meglio tutti tranne Vanya, che era in camera sua ad esercitarsi col violino. Tuttavia non si sentiva la musica, dato che la ragazza si era appiccicata con l'orecchio alla porta per udire cosa accadesse in corridoio. Il padre infatti aveva detto che questo sarebbe stato per loro un giorno molto importante, che avrebbe dato un senso a tutto quanto e che avrebbe rivoluzionato per sempre le loro vite.
-Per quanto dobbiate lottare per la vostra grandezza personale, lo dovrete fare, perché niente verrà senza impegno. Dovrete anche ricordare che non esiste individuo che sia più forte di un gruppo- Reginald mise da parte il suo taccuino e rivolse uno sguardo severo ai suoi figli, mentre lucidava freneticamente il suo carissimo monocolo.
Tutti ascoltavano con attenzione, anche se nessuno riusciva a cogliere appieno il senso del discorso. Approfittavano perciò di ogni attimo di lieve distrazione del padre per lanciarsi occhiatine veloci fra loro, per assicurarsi di non essere gli unici ad essersi persi nella retorica delle parole che gli venivano rivolte.
-Il legame che vi tiene uniti vi rende più forti di quanto lo siate da soli, vi renderà resistenti al dolore e alle avversità che il mondo vi infliggerà. E credetemi quando vi dico che la vita sarà dura, sarà dolorosa- la voce dell'uomo era a tratti piena di emozione.
Voleva davvero che comprendessero l'estrema importanza del grande, seppur cupo, insegnamento che gli stava dando.
-Possiamo fare qualsiasi cosa quando accettiamo le responsabilità, insieme: questo è ciò che crea la fiducia- li guardò uno ad uno, poi diede uno sguardo di insieme, e loro cercarono di farsi vedere pronti e concentrati.
In seguito fece una breve pausa, per focalizzare l'attenzione sulle prossime parole che si stava preparando a pronunciare.
-Insieme riuscirete a combattere il regno del male- disse e fece cenno ai ragazzi affinché lo seguissero.
Camminò spedito verso le scale, che iniziò a scendere sempre nel silenzio più assoluto. L'unico rumore che era possibile udire era quello dei gradini di legno che scricchiolavano sotto il peso dei passi dei presenti. Non si sentivano neanche i loro respiri, dato che ognuno si stava impegnando più che mai a trattenere completamente il fiato.
Sky chiudeva la fila e, dalla sua prospettiva, riusciva a vedere tutti quanti i suoi fratelli. Ben, che era davanti a lei, non alzava gli occhi dal suolo, come accadeva sempre quando loro padre era presente, mentre gli altri si sporgevano di tanto in tento verso destra, per cercare di scorgere una qualsiasi anticipazione su quello che sarebbe successo di lì a breve.
L'ansia era la loro compagna di viaggio e la paura la loro migliore amica.
Quando giravano nella tromba delle scale Sky si ritrovava a guardare suo fratello Klaus. Era molto più alto di Allison e Cinque, tra i quali camminava inespressivo, e i suoi capelli oggi erano particolarmente ondulati. Alcuni riccetti gli coprivano la fronte e, nonostante lui li spostasse in continuazione sul lato, gli ricadevano insolentemente davanti agli splendidi occhi.
A un certo punto si voltò, cercando lo sguardo di Skylar, la quale finse di aver iniziato a guardarlo proprio in quel preciso istante.
Poi si sorrisero, per farsi forza a vicenda.
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ANOTHER HARGREEVES [The Umbrella Academy]
FanfictionEsiste, da qualche parte negli Stati Uniti, una famiglia decisamente fuori dall'ordinario, in cui i bambini al posto del nome hanno dei semplici numeri, come delle cavie di un folle, seppur straordinario, esperimento. Esso è stato ordito da un assai...