2 Capitolo

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Potevo sembrare una ragazza lunatica,simpatica ma mai forte,infatti non lo ero.

Volevo morire.

In seconda media al contrario di altre mie compagne,che volevano solamente  fidanzarsi o mettersi i tacchi,io avevo solo un pensiero:porre fine a tutto ciò.

Gettarmi da quel maledetto balcone e smetterla di soffrire.

Ma non l'ho fatto per un semplice motivo:mia madre.

Non potevo farla soffrire,non potevo dargli un lutto.

Lei mi ha sempre amato,sempre,anche quando sbagliavo o facevo sciocchezze,e non dovevo lasciarla.

Allora ho raccolto le mie poche forze e sono andata avanti.

Avevo continuamente quel pensiero ma forse qualcuno da lassú voleva salvarmi e ci è riuscito.

Il suo dono era la musica ed è per questo che devo la mia vita ad essa.

Mi ha salvato da tutte quelle notti passate a piangere,ma soprattutto sono sopravvisuta dal desiderio di farla finita.

Da questo momento ho deciso di diventare musicista,ma quest'idea non piaceva a mio padre.

Lui voleva vedermi con un bellissimo camice bianco a lavorare in un ospedale oppure seduta dietro un enorme scrivania e diventare una bancaria,ma non era il mio sogno.

"La musica non ti porta un pasto caldo ogni giorno" queste erano le sue orrende parole.

Me le ricordo ancora e rimbombano nella mia mente continuamente.

Per fortuna avevo mia madre,una donna forte e pronta a sfidare chiunque pur di avere ció che voleva.

Lei mi ha sempre appoggiata e continua a farlo costantemente senza lasciarmi mai.

Forse grazie a tutto questo,ora posso definirmi forte.

Sono pronta a sfidare tutti ma un po' d'insicurezza c'è sempre.

"L'adolescenza e me"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora