Il sogno lucido di Elaine

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Clark tamburella nervoso con le dita sul volante, gli occhi attenti sulla strada e sul traffico, come al solito. Accanto a lui, una Elaine Barrish a capo chino, concentrata sul documento che tiene in mano, gli occhiali sulla punta del naso. La sta portando a casa, non ha fatto altro negli ultimi due giorni, Casa Bianca, abitazione, e viceversa. La scruta con la coda dell'occhio.

È più silenziosa del solito, ultimamente, e lui si è fatto un'idea ben chiara del perché. Non gliene dovrebbe mica importare, anzi, parte del suo compito sta proprio nella discrezione, eppure non può fare a meno di collegare la cosa con l'assenza di Susan Berg. Sono solo un paio di giorni che non gli chiede di portarlo da lei, ma lui sa che qualcosa nella loro dinamica è cambiato. No, cambiato non è il termine corretto. Regredito, raffreddato, più che altro.

Se ripensa all'atmosfera pesante che si respirava in quello stesso abitacolo la sera che le ha riaccompagnate a casa dall'aeroporto gli manca il fiato! E lui non può fare a meno di seguitare a domandarsi cosa diavolo sarà successo durante quel volo da Tucson a DC. Non sono proprio affari suoi, ma cavolo se gli piacevano insieme! Elaine gli piaceva di più con Susan Berg.

- Piantala Clark! Non sono cazzi tuoi! Falla finita e guida! È per questo che ti pagano! Non per shippare (si dice così?) la tua capa e la sua amica giornalista! -

*****

Elaine Barrish distoglie lo sguardo dalle luci della città e pensa che vorrebbe essere in grado di allontanare i propri pensieri intrusivi con la stessa facilità. Si allontana dalla grande finestra sfilandosi di dosso la vestaglia e gettandola distrattamente ai piedi del letto. Con un sospiro stanco e pesante si sdraia sotto le coperte incrociando le braccia sopra la testa e si lascia ipnotizzare dalle decorazioni in gesso che adornano il soffitto.

Per tutto il tempo, da quando l'ha lasciata davanti casa sere prima, ha la sensazione di aver detto o fatto qualcosa che l'ha indotta a... non sa nemmeno come interpretare quell'allontanamento, sa solo che la spaventa. La preoccupa, anche se durante il giorno s'impone di ripetersi, come ha ripetuto quella sera a lei, che nessuna delle due ha fatto qualcosa di sbagliato o d'irreparabile. Non comprende come mai la giovane abbia sentito il bisogno di ritirarsi nel suo guscio. Si volta in direzione del comodino con l'intento di leggere, ma invece del libro ordinatamente allineato sul bordo, il suo sguardo finisce sulla sciarpa.

La sciarpa leggera color pesca che Susan ha dimenticato in auto quella sera. Allunga un braccio, vi posa sopra la mano per sentirne la trama vellutata, le sue dita vi si stringono sopra disegnando una rosa di pieghe. Si porta l'indumento al viso e inala profondamente, il profumo di lei la investe, un groppo d'irrequietudine le si forma alla bocca dello stomaco. Si volta di lato, portandosi il fagotto col profumo dell'amica nell'incavo del collo, spegne la luce e chiude gli occhi, convinta che non riuscirà mai a prendere sonno.

*****

Apre gli occhi con un senso di disagio allo stomaco, le luci multicolori fuori dal finestrino sfrecciano veloci, osserva l'interno dell'abitacolo, Susan è seduta al suo fianco, dalla parte opposta del sedile, è intenta a seguire la strada come se fosse di vitale importanza. Riesce a sentire il suo profumo, ha la sensazione di aver già vissuto questo momento, - Sto avendo un deja vù -, pensa di dire, ma dalla sua bocca non esce alcun suono. Guarda Clark, silenzioso come sempre alla guida. Scruta la strada davanti all'auto in movimento. Riconosce il tragitto, e ogni volta che pensa che l'autista svolterà in una direzione piuttosto che in un'altra, è proprio quello che succede. Prova a invertire i pensieri, ma non funziona, Clark seguita ad andare dove deve andare, verso casa di Susan Berg. Si volta ancora nella sua direzione, ma lei è distante, assorta nella vista della città che sfreccia fuori. In mezzo a loro, la sciarpa abbandonata giace spiegazzata senza riguardo. - È la sera che siamo rientrate dal volo! -, finalmente realizza. Ricorda di essersi addormentata abbracciando quella sciarpa, - Quindi questo sarebbe una specie di sogno? -, si domanda. Ripercorre con la memoria gli eventi che dovrebbero succedersi di lì a poco, Clark accosterà l'auto, scenderà per scaricare i bagagli di Susan, lei le prenderà una mano chiedendole ancora una volta se va tutto bene, Susan le dirà che non si deve preoccupare e lei la lascerà andare. - Non avrei dovuto lasciarla andare. -, pensa con rammarico.

Part 2 - When Bitches Collide - Il sogno lucido di ElaineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora