Odio et amo

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"Silvia?Silvia mi senti?"

"Cavolo mi si è scaricato il telefono"

Appena ho incrocito lo sguardo di GianMario Paggi ho capito che questa volta mi ero spinta troppo oltre,così mi affretto ad arrivare alla macchina,per chiudermici dentro e recarmi subito da Silvia per
raccontarle quello che ho scoperto.Non appena metto piede fuori dalla casa di cura,sento qualcuno strattonarmi,poi un coltello puntato alla gola e impiego poco a rendermi conto che si tratta di Paggi."Tu adesso stai zitta ed entri in macchina""Ti prego non farmi del male...".Sono terrorizzata mentre mi avvicino alla macchina per poi entrarci,una volta entrato anche lui,il coltello torna ad essere puntato alla mia gola ed ogni parte di me prega che qualcuno si accorga di quello che sta succendo e che corra ad aiutarmi...ma ciò non accadrà,questo non è un film in cui la ragazza viene salvata dal principe azzurro,questa è la vita vera."Metti in moto e non provare a fiatare",mi sembra tutto così surreale,sembra che non sia io a guidare ma che lo stia facendo qualcun altro al posto mio.Torno alla realtà solo quando Paggi mi urla di fermarmi,di non spegnere la macchina e di scendere,siamo in una stradina deserta ed io impiego poco a capire quali siano le sue intenzioni."Ti prego non farmi del male,non dirò niente"provo a pregarlo per l'ultima volta,ben conscia che non servirà a niente.Fisso il mio sguardo nel suo,voglio che abbia il coraggio di fare quello che vuole fare guardandomi negli occhi,ad un certo punto sembra tentennare,mi illudo che possa averci ripensato,ma poi il suo coltello viene conficcato nel mio basso ventre per due volte e una volta pìù in alto,vicino al polmone sinistro.Non credo di aver mai provato una sensazione più dolorosa nella mia vita."Ora sono certo che non parlerai più"Detto questo sale sulla mia macchina e se ne va.Io mi accascio al suolo,conscia che morirò qui,questa è una strada deserta,non passerà nessuno ma,in un ultimo disperato tentativo,prendo il telefono che avevo lasciato,senza farci caso,nella tasca posteriore dei jeans e provo a vedere se dia segni di vita.Quasi fosse un miracolo,il telefono si accende e io non perdo tempo,chiamo Claudio,se realmente sto per morire,voglio sentire la sua voce per un'ultima volta.Uno squillo,due squilli... al sesto squillo perdo le speranze,conscia che il mio telefono si spegnerà a breve e che non ho più possibilità di salvarmi,finché non sento la sua bellissima voce che mi fa dimenticare per un millesimo di secondo il dolore e il fatto che la mia mano,con cui mi sto tamponando uno dei tagli,è sempre più piena di sangue."Alice non posso parlare,sto tenendo una lezione""Claudio...ti prego""Alice cos'hai,cosa è successo?"

"Mi hanno pugnalata""COSA?SEI GRAVE?""Claudio sto perdendo molto sangue ed il telefono si sta scaricando,sono in una stradino vicino alla casa di riposo in Via Appia""Amore sto arrivando,tieni duro ti prego,respira""Claudio,voglio solo che tu sappia una cosa:qualsiasi cosa accada,ricordati che ti amo""ALICE?ALICE!".Detto questo il telefono si spegne ed io incomincio a perdere le forze,sapete quando nei libri si leggono frasi del tipo:"ho visto la vita passarmi davanti"?Bene,ora ho capito realmente cosa questo volesse dire.Vedo mio fratello che non ho potuto abbracciare un'ultima volta,vedo Lara e la mia nipotina Camilla,vedo Paolone e Scanner,vedo Cordelia,Giacomo a cui non potrò mai dire chi è il vero colpevole,colui che l'ha fatto finire ingiustamente in carcere,vedo la Manes,vedo la nonna che sarà distrutta da tutto questo,vedo Silvia,Visone,Sergio ma soprattutto vedo Claudio,il mio CC,l'amore della mia vita,e vedo tutte le incomprensioni,le parole non dette,i baci rubati,gli sguardi che valgono più di mille parole,le notti insieme,vedo noi e penso a quanto tutto ciò mi mancherà.

Sento il momento esatto in cui capisco che non ci sono più speranze,quando inizio a non riuscire più a respirare,quando il dolore diventa meno pungente,è simile alla sensazione che si prova quando ci si sta per addormentare,anche se ora sono consapevole che non mi sveglierò più.

Penso di star sognando quando sento la macchina di Claudio che frena rumorosamente e lui che apre la portiera urlando il mio nome,disperato,ma ormai io mi sono lasciata andare,in balia di un sonno che non mi è mai parso così piacevole.

Noi due...il resto fuori Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora