Eleventh

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~ 30 Gennaio 1978 ~

Esiste per tutti un giorno speciale, un giorno in cui ogni persona sulla terra festeggia la propria festa. È un tipo di ricorrenza che si ripete tutti gli anni, e ogni volta quella persona ha un anno in più. Il compleanno è un momento solenne perché si matura e si cresce.

Il giorno del proprio compleanno si festeggia e si spengono le candeline sulla torta esprimendo i desideri che vengono conservati nell'arco di quei dodici mesi che lo separano dal precedente. Non tutti credono che i desideri espressi poco prima di soffiare sulle piccole fiammelle si avverino per davvero, ma il semplice pensiero che possa davvero succedere, che quella piccola abitudine fortificata nel tempo, perché da piccoli veniva sempre detto di esprimere un desiderio, si aggrappa alle persone sussurrando all'orecchio un invitante ''E se...''

Esattamente come per i credenti di desideri, non tutti amano festeggiare il proprio compleanno perché ritenuto triste o semplicemente di poca importanza.

Lily però non faceva parte di quel gruppo, ma anzi adorava i compleanni, che fosse il suo o di altri, lei era sempre contenta di festeggiare e partecipare alle feste. Quando quella mattina Alice spalancò le tende del baldacchino, con così tanta violenza quasi da staccare i ganci, Lily stava ancora nel mondo dei sogni, e solo con la canzone di buon compleanno che stava urlando la sua amica, accompagnata da coreografia composta da salti sul letto, si riuscì a svegliare.

Alice le si buttò addosso e l'abbracciò per un tempo che parve infinito. Più volte l'altra dovette ricordarle che, oltre al suo compleanno, quello era anche un noiosissimo lunedì e che le lezioni sarebbero iniziate dopo meno di trentacinque minuti.

Si prepararono velocemente e si fermarono fuori l'aula di Trasfigurazione. Per la fretta di arrivare puntuale nessuna delle due aveva la divisa al suo posto e i capelli di Alice sembravano aver incontrato un tornado tanto che erano spettinati. Lily provò a sistemare i suoi con la mani, la cravatta slacciata e i primi bottoni della camicia, generalmente chiusi uno ad uno, erano ancora aperti permettendo così agli altri di ammirare un piccola porzione di pelle lattea che prima di allora non era mai uscita allo scoperto.

«Sapete, vedendovi giurerei che siete appena tornate da una festa fantastica, e alla quale non sono stato invitato. Perché non mi avete detto nulla?»

Sirius camminava con lentezza studiata per farsi ammirare dagli altri studenti che camminavano al suo fianco, non c'era nessun sguardo che non si fermasse per una buona manciata di secondi su di lui. Lily dovette ammettere che forse anche Black, esattamente come James, con i capelli scuri e gli occhi chiari, e il tutto accompagnato dal suo atteggiamento da re incontrastato, avesse il suo perché.

«Ad un party esclusivo non può partecipare chiunque, Black», rispose la ragazza mentre si scuoteva i capelli sperando che smettessero di avere la forma del cuscino.

Il ragazzo sorrise e si poggiò al muro vicino a loro con le braccia conserte al petto: «Io sono l'esclusiva, Evans. Non esiste nessuna festa senza di me.»

Alice scosse la testa divertita e corse da Frank non appena lo vide arrivare poco distante con gli altri Malandrini.

«In ogni caso buon compleanno, Evans» Sirius allungò la mano incerto verso il suo braccio ma poi la ritirò subito.

«Buon compleanno, Lils!»

Remus le si avvicinò e l'abbracciò sollevandola leggermente. Le lasciò un bacio tra i capelli e poi si allontanò cosicché anche gli altri potessero farle gli auguri.

Letters to LilyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora