Il piano di Remus

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Quando quella mattina uscii presto dal dormitorio per andare a studiare in biblioteca, avevo deciso che sarebbe stata una giornata tranquilla. Non mi sarei fatto coinvolgere in nessuno scherzo dei miei amici. Non avrei avuto nessun rimprovero dai professori. Avrei aiutato con le decorazioni natalizie. Mi sarei divertito senza fare casini. Non mi avrebbero tolto nessun punto quel giorno, nossignore. E quando arrivò il tardo pomeriggio, credetti davvero nelle mie parole. Questo ovviamente prima che trovassi Sirius in piedi sul tavolo della sala grande a cantare "all i want for christmas is you" a squarciagola, creando evidenti problemi di udito a tutti coloro che erano presenti in sala. Non c'era nessun professore. Per ora. Nonostante fossi un prefetto e nonostante la mia spilla mi stesse chiaramente dicendo di fare qualcosa e di fermare Sirus, presi la decisione di indietreggiare molto lentamente, sperando di non essere notato, e di far finta che non avessi visto nulla. Beh i miei piani non funzionano mai. Neanche una volta. "Remus!" Ecco qui, pensai, è finita. "Vieni a cantare con me! Daaai non puoi lasciarmi solo e poi è quasi natale,si devono cantare le canzoni natalizie. E non ti ho visto tutto il giorno, me lo devi". Pensai che potevo ancora darmela a gambe e che potevo ancora fingere di non essere mai stato lì, ma questo pensiero lo formulai troppo tardi. "Signor Black cosa ci fa sul tavolo!?" chiese una voce spazientita e esasperata "canto professoressa, non vede?" "Nel mio ufficio Black, subito! ". "E signor Lupin" e ti pareva; "lei non dice nulla al signor Black? Non pensa che sia suo dovere da prefetto? O le regole non valgono per la sua combricola?". Io allora, arrossito fino alla punta dei piedi, mi scusai con la professoressa e quest'ultima mi tolse 10 punti. Ovviamente. Osservai la professoressa andare via, seguita da Sirius, che, piuttosto divertito, mi mimò che era un diversivo per distrarre la Mcgranitt e che dovevo raggiungere James e Peter in dormitorio per completare il vero piano. Non mi stupii in effetti. E non mi chiesi nemmeno che piano. Finiva sempre così. Lo guardai sorridemi, salutarmi e andare via. Pensai che non potevo essermi davvero aspettato che il mio piano riuscusse. Perché non succedeva mai. Diedi un ultimo sguardo alla clessidra grifondoro e pensai a quanto l'avremmo svuotata. Pensai al mio piano e al fatto che era fallito in pochi minuti dopo che mi ero impegnato tutto il giorno. Ma alla fine andava bene così. Il piano era durato circa dodici ore, era un buon risultato. Allora con un sospiro, mascherando un sorriso per non destare sospetti, mi incamminai per le scale. Direzione: dormitorio.

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