Two Hours Later

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Uscendo dallo studio tutti gli avevano detto che era stato bravo, c'erano stati solamente complimenti e lui voleva ridere perché quelle belle parole cozzavano da morire con quello che era appena successo. Comunque, si era inchinato ad ogni commento da parte dello staff. In silenzio era salito in macchina, l'autista era partito e fortunatamente nemmeno il suo manager aveva aperto più bocca. Changbin ci era rimasto male, per dirla bene, anche l'uomo si era accorto e il ragazzo era più che grato del silenzio.

Più che il ritorno a casa quello gli sembrava il viaggio della vergogna, mentre l'auto procedeva sull'asfalto lui avrebbe voluto imparare a confondersi con le trame della stoffa del sedile o magari scomparirci direttamente dentro.

Il cellulare aveva preso a vibrare nella tasca, Changbin lo estrasse per accendere lo schermo e dare un'occhiata: tanti messaggi, principalmente dagli altri membri, e una chiamata in arrivo da Chan. Rifiutò il collegamento e appoggiò il dispositivo sul sedile accanto al proprio, poi tornò a guardare fuori dal finestrino le luci di Seoul che correvano veloci. La vibrazione riprese insistente, così il ragazzo afferrò di nuovo il cellulare e lo spense con uno sbuffo, gettandolo poi nel proprio zaino.

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Davanti alla porta d'ingresso del dormitorio si fermò qualche attimo: i ragazzi avrebbero sicuramente voluto sapere come era andata e Changbin non aveva assolutamente nessuna intenzione di parlarne. Prese un respiro profondo e suonò il campanello, attese che gli venissero ad aprire e lo sguardo triste di Jeongin gli fece intendere che sapevano già tutto. Probabilmente il manager aveva avvisato i ragazzi così che non dovesse farlo lui.

«Hyung, come stai?» Gli dispiaceva sentire tutta quell'incertezza e quella delicatezza nella voce del ragazzo ma non era nelle condizioni per sistemare la cosa.

Non rispose e facendo un passo in avanti fece intendere a Jeongin che voleva entrare in casa. Il minore si fece da parte così che Changbin potesse passare. Sfortunatamente gli altri erano lì.

Felix gli afferrò una mano con dolcezza. «Mi dispiace tanto.» Disse solamente e Changbin si limitò ad un cenno del capo; normalmente il biondo riusciva sempre a farlo sorridere ma in quel momento non avrebbe saputo cavar fuori nemmeno un sorriso falso e di cortesia.

Hyunjin e Seungmin cominciarono a discutere subito della puntata a cui nemmeno avevano assistito, più che altro commentavano le abilità di Changbin stesso e lui scivolò gentilmente via dalla presa di Felix.

«È okay, ragazzi.» Disse solamente e loro, come sperato, tacquero. Forse avevano capito fosse meglio lasciar perdere.

Changbin si chiuse velocemente nel proprio studio; la parte peggiore era stato vedere quei volti pieni di compassione e per quel giorno ne aveva abbastanza. Aveva solo bisogno di stare da solo, ascoltare un po' di musica finché il sonno non fosse sopravvenuto e mettersi finalmente a letto: una dormita avrebbe sistemato tutto. "Sistemato tutto" per modo di dire, ovviamente; gli avrebbe semplicemente fatto passare il malumore e quello bastava.

Changbin si riprese dalla momentanea trance in cui era caduto, scosse la testa solo per accorgersi delle urla che provenivano da fuori la stanza. L'occhio gli cadde sull'orario ma non gli sembrò di aver sprecato tempo quando si rese conto di aver passato un'ora intera a fissare il vuoto. Spense la musica e vagamente curioso si alzò dalla sedia, raggiunse la porta e l'aprì solo per vedere Chan dirigersi verso di lui a passo di marcia.

Il viso del leader era scuro e per la schiena di Changbin corsero centinaia di brividi. Istintivamente strinse la maniglia della porta e la richiuse velocemente ma letteralmente due secondi dopo Chan la riaprì piombando nello studio come una furia.

𝙏𝙬𝙤 𝙃𝙤𝙪𝙧𝙨 𝙇𝙖𝙩𝙚𝙧 • 𝘽𝙞𝙣𝘾𝙝𝙖𝙣Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora