Capitolo 8

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Il mio atteggiamento a scuola è ben diverso da quello che di solitamente uso quando sono con le amiche.

A scuola sembro una ragazza tranquilla,silenziosa e soprattutto studiosa.

Insomma una ragazza  da prendere per il culo.

La maggiorparte delle mie compagne pensano che io sia "strana",che non sappia divertirmi e perció si sentono libere di umiliarmi.

Ho subito scherzi bruttissimi,colla sulla sedia,giubbotti sporcati con la scolorina,ecc.

Volevo uccidere o riempire di botte quelle ragazze,ma non potevo,ero impotente.

Non potevo farlo,anzi non volevo farlo.

Non volevo diventare come loro,io non ero una bulla.

Il bullismo ci circonda e per quanto noi  possiamo combatterlo con l'indifferenza non svanirá mai.

Sapevo combattere,in quanto da piccola avevo frequentato un corso di karate,per la gioia di mio padre,ma non volevo sprecare le mie forze per difendermi.

In quel periodo ero stanca.

Le mie compagne e mio padre contribuivano a rendermi insicura.

Ero insicura per la mia maestra,per i miei zii,per le mie compagne,per mio padre ma non per me.

Ero in un fase di 'trance' dove tutto quello che m'accadeva sembrava uno di quei film americani dove la ragazza immaginava d' essere trattata male.

Ma la mia non era immaginazione,era la realtá.

"L'adolescenza e me"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora