Procrastinare

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Poeta

Quando?: 1800

Dove: Venezia

Chi?: Poeta

Cosa fa?: Ha perso l'ispirazione e vaga per la città

Perché?: Ditecelo voi


Neanche di notte i suoni della città si placavano. Ma lui a malapena li percepiva. I suoi pensieri erano inghiottiti dal cielo stellato.

Si era ripromesso di andare avanti con la sua ultima opera, quel pomeriggio. Invece aveva continuato a procrastinare, il sole era calato e nessuna parola era discesa, purificatrice, sulla carta. Tutto quello che avrebbe voluto dire era rimasto intrappolato nel suo cuore gonfio.

Arrancando per le calli, osservò il riflesso della luna sull'acqua. Uno spettacolo di infinita grazia.

Venezia stava lentamente morendo, intorno a lui, ma la sua agonia era splendida. Avrebbe voluto possedere la stessa bellezza, ma il suo corpo e il suo spirito non erano neanche mai stati degni dell'amore di una madre.

Eppure c'era stato qualcuno che gli aveva fatto credere che per lui ci fosse una possibilità. Qualcuno che non avrebbe mai dovuto amare, uno spirito etereo che portava in sé il fuoco e il vento impetuoso dell'autunno.

Ma lui se n'era andato, decidendo di sfuggire al suo abbraccio per gettarsi nello stesso mare che ora cantava ai suoi piedi.

Mentre una lacrima solitaria gli bagnava una guancia, si chiese che senso avesse inseguire ancora le muse se lui non c'era più. 

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